Rifiuti, sprechi e affari dietro le emergenze
Alla Regione l' eterna emergenza rifiuti è diventata un sistema, rendendo prassi consolidata provvedimenti e pratiche nati come procedura d' urgenzae che hanno condannato l' Isola all' ultimo posto tra le regioni d' Italia per la raccolta differenziata.
Per lo stesso motivo, di converso, la Sicilia è la prima regione per il ricorso alle discariche. In Sicilia non è possibile consultare sul sito istituzionale della Regione, la documentazione prodotta nelle procedure per la realizzazione di un' opera e conoscere l' esito di merito delle Autorizzazioni Integrate Ambientali (AIA), come quella d' Impatto o di Incidenza, a differenza di altre regioni, in cui è possibile la consultazione pubblica durante tutto il processo istruttorio e prima della decisione finale, che è deliberata della giunta di governo.
Nella nostra regione i governi degli ultimi due decenni, hanno abdicato alla programmazione strategica delle opere, come nel caso della gestione dei rifiuti e hanno delegato, per la decisione finale, oscuri funzionari (per i più). Le procedure autorizzatorie sono tenute sapientemente avvolte nella nebbia e per quelle "fortunate" trainate fino in porto, conosciamo solo quanto è contenuto nella sommaria informazione pubblicata in gazzetta.
La mancanza di un confronto pubblico sulle scelte strategiche e l' opacità nelle procedure, rendono difficilissimo il controllo democratico e consegnano le decisioni politiche nelle mani di faccendieri, affaristi, lobbisti e malavitosi, come ci confermano le recenti vicende giudiziarie nel settore dell' energia, dei rifiuti e delle opere pubbliche, da far sembrare la vicenda di "mafia capitale" roba da educandato.
Oggi il presidente della Regione, ammettendo il fallimento nella gestione dei rifiuti, ha chiesto al governo nazionale di essere commissariato e di essere nominato commissario. E' un déjà vu che si ripete da quindici anni, di cui più di dieci di regime commissariale, con costi esorbitanti per il contribuente, contrassegnati da incompiute nell' impiantistica, mancate bonifiche delle discariche esauste e da un debito di un miliardo e mezzo prodotto dalle "società d' ambito", governate da consigli di amministrazione nominati dai sindaci.
L' istituto del commissariamento, che di norma dovrebbe servire in condizioni eccezionali, per la sola rimozione di un ostacolo e non certo per la sostituzione di organi legittimi della pubblica amministrazione, ha finito col permettere per lunghi periodi una gestione extra ordinem dei rifiuti e delle acque. È opportuno oggi rileggere cosa scriveva la Corte dei conti nel 2007, al termine della gestione commissariale: «Falliti gli obiettivi per la raccolta differenziata nonostante siano stati spesi per il settore ben 317 milioni di euro», e aggiunge, «Si deve denunciare, anzi, un aumento del gap tra la situazione siciliana e quella nazionale. Infatti, all' inizio della gestione commissariale lo scarto fra il dato siciliano e quello nazionale di raccolta differenziata era di 10 punti percentuali. Nel 2005, tale scarto risulta essere raddoppiato ». Tutto ciò avveniva con l' impiego di ingentissime «risorse nazionali per 153. milioni di euro e comunitarie per 240 milioni di euro».
La carenza delle capacità di conferimento nelle discariche, è stata anche questa volta utilizzata per richiedere i poteri commissariali. In realtà, in passato come oggi, in linea tecnica, non c' è nessuna emergenza, se non quella di governare i rifiuti al di fuori delle regole. Ne è prova l' aver scartato in questi giorni, da parte della Regione, l' invio di rifiuti nella capiente sesta vasca della discarica di Bellolampo, recentemente ampliata per 1,7 milioni di metri cubi di rifiuti, al fine di sopperire alla chiusura delle discarica di Mazzarrà e alla chiusura temporanea dell' impianto di Siculiana, in cui è già pronta e collaudata una quarta vasca, in grado di ricevere circa tre milioni di metri cubi di rifiuti, che corrispondono all' incirca al conferimento finale, per quasi tre anni della produzione di rifiuti di tutta la Sicilia.
Il governo della Regione dispone di tutti gli strumenti legislativi e amministrativi per fronteggiare adeguatamente l' attuale situazione. E non può ancora una volta abdicare ai propri compiti, come avvenne per ultimo nel 2010, subito dopo che il parlamento aveva approvato la riforma del sistema dei rifiuti, che avrebbe permesso in pochi mesi di dotarsi di un proprio Piano di gestione. Invece invocava e otteneva il commissariamento proprio per predisporre e approvare un Piano d' emergenza dei rifiuti, il solo che può derogare alle leggi.
La Sicilia è l' unica regione a non aver un Piano "ordinario" di gestione dei rifiuti, significherà qualcosa?
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