Riapre il Museo Guttuso, fuochi d'artificio a Bagheria

Cultura | 26 dicembre 2016
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Un gioco di luci e di colori, in una suggestiva combinazione, ha accompagnato a Bagheria la riapertura di Villa Cattolica, il museo che accoglie le opere e le spoglie di Renato Guttuso. L’antico edificio aristocratico è stato restaurato e dopo un anno e mezzo riaperto, con uno spettacolo di fuochi d’artificio, nel giorno più simbolico: quello della nascita del pittore, 105 anni fa.

All’appuntamento c'erano un pò tutti: artisti, uomini di cultura, studiosi, attori che a migliaia hanno poi invaso le sale del museo lungo il percorso espositivo raccontato dal figlio adottivo dell’artista, Fabio Carapezza Guttuso. E accanto a lui il regista Giuseppe Tornatore che di Guttuso fu amico, estimatore e narratore. E’ suo il documentario del 1982 in cui il pittore di Bagheria racconta in forma autobiografica il suo itinerario umano, artistico e culturale. «Ero un ragazzo - dice - quando nel 1973 questo museo raccolse la prima donazione di Guttuso. Ora è diventato un sito di grande importanza. Non potevo mancare».

La riapertura del museo è diventata così un’occasione per riunire tanti nomi. C'era anche Pif che si schermiva ammettendo che, in fondo, in questo luogo lui «c'entra poco».

Il restauro, che ha impiegato 4 milioni di fondi europei, ha riguardato soprattutto gli impianti, l’illuminazione, il riordino delle sale. E ora viene proposto un nuovo allestimento delle 1500 opere (molte sono quelle di artisti amici di Guttuso), curato da Dora Favatella Lo Cascio già direttrice del museo.

Il sindaco Matteo Cinque dice soltanto che la riapertura di villa Cattolica è un orgoglio per Bagheria e la Sicilia e le attribuisce la parte di un «oracolo": quella di predire il futuro con l’ispirazione della cultura.

Oltre alle opere pittoriche e alle sculture, il museo presenta varie sezioni tra cui quella fotografica e quella dedicata al carretto siciliano ma anche uno spazio per l’ultima donazione: una ventina di quadri e sculture di Giusto Sucato, un artista siciliano scomparso quattro mesi fa.

La serata dedicata a Guttuso era cominciata con un omaggio al mausoleo dell’artista opera di Giacomo Manzù mentre il coro "Laudate Dominum» arieggiava «Và pensiero».

Commosso nache il regista Giuseppe Tornatore: «Sono qui per due ragioni. La prima: Bagheria è la mia città. La seconda: qui c'è il museo di Renato Guttuso al quale mi legano molti ricordi». Giuseppe Tornatore non passa inosservato tra le migliaia di visitatori di Villa Cattolica, riaperta dopo i restauri. «Nel tempo - dice - questo museo, aperto nel 1973 quando ero ancora un ragazzo, si è arricchito di nuove acquisizioni e di opere di giovani artisti. Esprime dunque una prospettiva dinamica e moderna. Non è un museo polveroso che espone l'immutabile. C'è un percorso che si rinnova e testimonia la vitalità culturale e artistica della Sicilia».

Infine, i familiari del pittore bagherese. «Ora c'è un museo nuovo

arricchito dalle donazioni di altri artisti per i quali Guttuso ha fatto da attrattore», dice Fabio Carapezza Guttuso, figlio adottivo dell’artista a cui è dedicato il museo di Villa Cattolica a Bagheria. «Per essere in linea con i tempi - aggiunge - bisogna ora utilizzare i mezzi tecnologici con i quali arrivare all’anima degli artisti. E si può fare attraverso la consultazione digitale di ciò che hanno scritto ma anche di ciò che hanno detto. Per questo sono stati raccolti molti filmati d’epoca ma anche documentari in cui Guttuso espone il suo punto di vista artistico e spiega chi erano gli altri artisti e filmati importanti della storia del museo dal 1973 a oggi».

Fabio Carapezza Guttuso prevede per il museo un futuro "sempre più importante». E annuncia che si sta programmando una valorizzazione delle collezioni e di ogni singola sezione. Un catalogo delle 1500 opere presente, sia in formato cartaceo che digitale è in preparazione. Ma altre iniziative si annunciano per il 18 gennaio 2017, quando ricorrerà il trentesimo anniversario della morte dell’artista.

 di Francesca Scaglione

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