Report Istat: nel 2013 in 7000 hanno lasciato la Sicilia
Sono settemila i siciliani che nel corso del 2013 hanno scelto di emigrare
fuori dall'Isola e dall'Italia in cerca di lavoro o fortuna. Mentre sono poco
meno di tremila gli stranieri che si sono stabiliti in Sicilia. I dati emergono
dall'annuale Report dell’Istat sulle migrazioni internazionali e interne della
popolazione residente.
Andando più in dettaglio si rileva come nel corso
dello scorso anno siano stati 7.044 i siciliani ad emigrare per l'estero, mentre
gli immigrati si sono attestati a quota 2.847, un saldo negativo dunque di 4.197
unità.
In totale sono 13.134 gli stranieri regolarmente presenti nell'Isola.
Tra di essi la comunità più grande è quella romena, il 30.6% del totale, seguita
da quella tunisina, 7.7% e quella dello Sri Lanka, 6.7%.
L'Italia non attrae - Nonostante si pensi il contrario, l’Italia attrae sempre meno gli immigrati. Nel 2013 gli arrivi dall’estero sono stati infatti 307 mila, 43 mila in meno rispetto all’anno precedente (-12,3%). Sebbene in calo rispetto agli anni precedenti, l’Italia rimane, tuttavia, meta di consistenti flussi migratori dall’estero. La comunità straniera più rappresentata tra gli immigrati è quella rumena che conta 58 mila iscrizioni. Seguono le comunità del Marocco (20 mila), della Cina (17 mila) e dell’Ucraina (13 mila).
In fuga dall'Italia - Circa 44 mila emigrazioni, sulle complessive 125 mila
registrate nel 2013, riguardano cittadini stranieri. Il numero di cittadini
stranieri che lasciano l’Italia è in aumento rispetto all’anno precedente
(+14,2%), ma ancor più marcato è l’incremento dei nostri connazionali che
decidono di trasferirsi in un Paese estero. Il numero di emigrati italiani è
pari a 82 mila unità, il più alto degli ultimi dieci anni, in crescita del 20,7%
rispetto al 2012.
Mete preferite per gli italiani sono quelle dell’Europa
occidentale: Regno Unito (13 mila emigrati), Germania (oltre 11 mila emigrati),
Svizzera (circa 10 mila), Francia (8 mila), oltre agli Stati Uniti (5 mila), ne
accolgono, nel loro insieme, più della metà. I connazionali che decidono di
tornare in Italia sono in numero molto inferiore a quello degli emigranti: nel
2013 i rientri sono 4 mila dalla Germania, quasi 3 mila dalla Svizzera e circa 2
mila dal Regno Unito e dagli Stati Uniti.
Mobilità interna - Dai dati viene confermato il flusso migratorio dalle regioni meridionali verso quelle centro-settentrionali. Il Nord-ovest è oggetto nel 2013 di ben 99 mila arrivi contro 81 mila partenze. Il Nord-est e il Centro sono oggetto, a loro volta , di 71 mila e 75 mila arrivi, mentre da queste ripartizioni partono, rispettivamente, 57 mila e 63 mila persone. Nel complesso, le regioni del Centro e del Nord Italia costituiscono la destinazione del 73% dei flussi interregionali complessivi (245 mila su 335 mila totali) mentre, al contrario, esse sono l’origine degli stessi soltanto nel 60% dei casi (202 mila). Diametralmente opposta è la situazione nel Mezzogiorno. Nelle regioni del Sud sono 99 mila i trasferimenti per regioni di altre ripartizioni, non compensati dai 64 mila arrivi, mentre nelle Isole si registrano 34 mila partenze e solo 26 mila arrivi. Nell’insieme le regioni del Mezzogiorno raccolgono soltanto il 27% delle destinazioni interregionali (90 mila) ma in esse si registra il 40% delle origini dei trasferimenti (133 mila).
Trentino Alto-Adige meta preferita - I trasferimenti interregionali
determinano saldi migratori positivi in tutte le regioni del Nord: i saldi
relativamente più elevati si registrano in Trentino-Alto Adige (2,8 per mille
residenti) e in Valle d’Aosta (2,5 per mille), mentre in Lombardia e in Emilia
Romagna, più rilevanti dal punto di vista economico e demografico, si registrano
saldi migratori più contenuti (rispettivamente 1,5 e 1,8 per mille). Saldi
ancora più contenuti, invece, si registrano in Veneto (0,1), Liguria (0,4) e
Piemonte (0,7).
Fra le regioni del Centro, Toscana (1,2) e Lazio (1,4)
presentano saldi positivi, mentre Umbria (- 0,2) e Marche (-0,6) sperimentano,
per la prima volta dalla metà degli anni ’90, saldi migratori di segno negativo.
Nel Mezzogiorno, escludendo l’Abruzzo che presenta un saldo di +0,1 per mille,
in tutte le regioni si registrano saldi interregionali negativi, particolarmente
rilevanti in Calabria (- 3,3 per mille) e Campania (-3,1).
Ultimi articoli
- La marcia del 1983, si rinnova la sfida alla mafia
- Bagheria, consiglio
aperto sulla “marcia” - La nuova Cortina
di ferro grande campo
di battaglia - La riforma agraria che mancò gli obiettivi / 2
- Mattarella, leggi
di svolta dall'incontro
con il Pci - Mattarella fermato
per le aperture al Pci - La legalità vero antidoto per la cultura mafiosa
- Natale, un po' di rabbia
e tanta speranza
nella cesta degli auguri - Lotte e sconfitte
nelle campagne siciliane
al tempo di Ovazza / 1 - La legge bavaglio imbriglia l'informazione