Renzi e le miopie sui drammi sociali che il Pd deve evitare

Politica | 19 dicembre 2016
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La relazione di Renzi all’Assemblea nazionale del PD è stata più una doverosa presa d’atto della straperdita subita dal PD al Referendum che un’approfondita analisi sulle cause sociali, economiche e culturali del disagio sociale espressosi col 60% del NO. Attribuire la sconfitta referendaria solo a un difetto di comunicazione è un modo elegante per dire “il popolo non ha capito”.

Cioè quei quattromilioni e mezzo di poveri, gli altri milioni a rischio povertà e ancora gli altri milioni di neet, precari, disoccupati, inattivi che pensano di essere infelici e colpiti da una forma di ingiustizia sociale , sbagliano. Sbagliano tutti quelli che inorridiscono all’idea che lo Stato intervenga, con i soldi di tutti i contribuenti, con miliardi di euro per risanare e ricapitalizzare banche private spogliate da amministratori avidi o incapaci e comunque impuniti. Sbagliano tutti quei meridionali che non costituiscono più una “questione”, anche se sono scomparsi gli apparati produttivi industriali lasciando solo quelli che avvelenano la gente che vi vive attorno.

 Sbagliano ancora coloro che di fronte all’espansione delle mafie, con la complicità di amministratori pubblici, politici e imprenditori corrotti, pensano invece a una priorità ed efficacia nelle azioni dei partiti e dei governi non solo per il loro contenimento, ma per la loro definitiva cancellazione dalla storia italiana. Sbagliano tutti quei giovani laureati che, non vedono vicino quel paradiso della crescita economica e fuggono all’estero. Se il PD vuole recuperare il terreno perduto dovrà, senza lacerarsi e senza regolamenti di conti interni, affrontare con serietà questo doloroso percorso catartico.

Tutti i sinceri democratici sperano che il PD ritrovi la propria unità interna e la propria identità sociale e culturale di forza di una sinistra nuova che, dell’eliminazione delle disuguaglianze e dell’ingiustizia sociale, faccia non solo un obiettivo politico immediato, ma una strategia per costruire un nuovo modello di sviluppo che non sia condizionato da una globalizzazione dei poteri forti, compreso quello delle mafie, e che si proponga come esempio per una loto governance democratica . Tutto ciò vale non solo per l’Italia ma anche per l’Unione Europea e l’ONU, incapaci questi ultimi, di mantenere la pace nel mondo. Anch’esse condizionate da quegli interessi sovranazionali che scavalcano gli Stati nazionali e le disuguaglianze globali tra Nord e Sud.

Le sinistre di ogni Paese occidentale dovranno rivedere la loro analisi della crisi attuale, soprattutto dopo la Brexit, la vittoria di Trump, se vogliono sconfiggere i veri populismi (di destra e di sinistra) che portano solo ad un arretramento della democrazia. Trump ha trionfato anche grazie agli operai disoccupati, al ceto medio impoverito, alla paura per gli immigrati, ma il suo governo sarà gestito dai più ricchi del suo paese, dai negazionisti del pericolo del mutamento climatico, dagli amici del nuovo zar di Russia. Tra qualche anno vedremo che progressi avrà fatto la democrazia negli USA. Se il PD saprà cambiare la sua politica economica, la sua attenzione sociale e ritrovare un’identità di sinistra e la sua unità interna, potrà svolgere quel ruolo di forza trainante dell’Italia del futuro che tutti i sinceri democratici auspica.

Vito Lo Monaco


La percezione della disuguaglianza in Italia: i risultati dell’indagine dell’Istituto Demopolis per Oxfam


Negli ultimi cinque anni sono aumentate le disuguaglianze in Italia: è la percezione del 61% dei cittadini, che emerge da un’indagine dell’Istituto Demopolis, promossa da Oxfam. 


La ricerca, realizzata su un campione stratificato di 3.000 intervistati rappresentativo della popolazione italiana, ha permesso di identificare le dimensioni di disuguaglianza maggiormente avvertite dall’opinione pubblica: la graduatoria è aperta dal reddito, indicato dal 76% degli intervistati. 

“Più di 6 cittadini su 10 – afferma il direttore di Demopolis Pietro Vento – individuano nella concentrazione dei patrimoni e nelle opportunità di accesso al mondo del lavoro altri due ambiti in cui le disuguaglianze si manifestano con maggiore risalto. La maggioranza assoluta cita anche le sperequazioni nelle possibilità di cura e di fruizione dei servizi sanitari”.


In Italia – secondo i dati di Oxfam – l’1% più ricco della popolazione è in possesso di quasi un quarto della ricchezza nazionale netta: con chiare conseguenze per la coesione sociale.

Nella percezione di quasi i due terzi degli italiani intervistati dall’Istituto Demopolis, accanto alle relazioni clientelari e alle scelte di politica economica, sono soprattutto “evasione ed elusione fiscale” ad amplificare le sperequazioni. Anche perché sottraggono al bilancio dello Stato risorse fondamentali per l’erogazione dei servizi pubblici e per il Welfare: ne sono convinti più di 8 italiani su 10. 


Molto severo è il giudizio complessivo sul sistema fiscale nel nostro Paese: l’82% lo ritiene non equo; una valutazione positiva è espressa da appena l’11% dei cittadini. I dati di Demopolis evidenziano un ampio consenso dell’opinione pubblica in materia di giustizia fiscale, ma anche un certo scetticismo sugli strumenti fino ad oggi attuati per combattere la grande evasione. 


“Dall’indagine emerge la netta percezione della disuguaglianza e delle dispari opportunità. La classe politica – sostiene Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia – non può più permettersi di ritardare l’adozione di rimedi ambiziosi in materia di giustizia fiscale, contrastando gli abusi che, in Italia e a livello internazionale, alimentano la grande disuguaglianza dei nostri tempi”.


La crisi economica - spiega il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento - sembra aver determinato, nell’opinione pubblica, una maggiore consapevolezza sull’importanza delle scelte in materia economica e fiscale. Per l’80% degli italiani è oggi prioritaria ed urgente l’attuazione di politiche volte a ridurre le crescenti disuguaglianze sociali ed economiche nel nostro Paese”. 

Un preciso promemoria per il nuovo Governo Gentiloni…



Nota informativa e metodologica


La ricerca è stata condotta dall’Istituto Demopolis, diretto da Pietro Vento, per Oxfam Italia su un campione di 3.000 intervistati, rappresentativo dell’universo della popolazione italiana maggiorenne, stratificato per genere, fascia d’età ed area geografica di residenza. Coordinamento dell’indagine demoscopica a cura di Pietro Vento e di Maria Sabrina Titone, con la collaborazione di Giusy Montalbano e Marco E. Tabacchi. Metodologia completa ed approfondimenti su: www.demopolis.it 


Per eventuali rilanci TW:  #Demopolis  @Pietro_Vento

 di Vito Lo Monaco

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