Rapporto di Unicef, Oms e Lancet: salute globale dei bambini a rischio

Società | 30 marzo 2020
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Nessuno Stato al mondo sta proteggendo adeguatamente la salute dei bambini, l’ambiente in cui vivono e il loro futuro. A rivelarlo è il rapporto “A Future for the World’s Children?” realizzato da una commissione composta da oltre 40 esperti internazionali di salute infantile, su richiesta dell’UNICEF, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e della rivista medica britannica The Lancet. Il rapporto mostra come la salute e il futuro di ogni bambino e adolescente nel mondo siano sotto la minaccia incombente dei cambiamenti climatici, del degrado ecologico e di pratiche di marketing nocive che spingono bambini e ragazzi verso il consumo di cibo spazzatura, bevande zuccherate, alcol e tabacco.

Il rapporto include una nuova graduatoria globale di 180 Stati, che pone a confronto i risultati nello sviluppo complessivo dell’infanzia, attraverso le misurazioni negli ambiti della salute, dell’istruzione e della nutrizione, e nella sostenibilità ambientale (emissioni di gas serra) ed economica (distribuzione della ricchezza). Dal rapporto si evince che, mentre i paesi più poveri devono fare di più per consentire ai loro bambini di vivere vite sane, le eccessive emissioni di carbonio (prodotte in misura sproporzionata dai paesi più ricchi) minacciano il destino di tutti i bambini. Se il riscaldamento globale dovesse superare i 4°C di qui al 2100, in linea con le proiezioni attuali, ciò porterebbe a conseguenze devastanti per la salute dell’infanzia, a causa dell’innalzamento del livello degli oceani, delle ondate di calore, della proliferazione di malattie come la malaria o la febbre dengue e della malnutrizione. Norvegia, Corea del Sud e Paesi Bassi offrono le migliori opportunità relativamente alla salute e al benessere infantile, mentre i bambini di Repubblica Centrafricana, Ciad, Somalia, Niger e Mali affrontano le condizioni peggiori. Tuttavia, quando si prende in considerazione la sostenibilità ambientale basata sulle emissioni di CO2 pro capite, i paesi più virtuosi nella protezione dell’infanzia finiscono in fondo alla classifica: la Norvegia è al 156° posto, la Corea del Sud al 166°, e i Paesi Bassi al 160°. Ciascuno dei tre Stati al top per benessere dell’infanzia, infatti, immette nell’atmosfera mediamente una quantità di CO2 per abitante pari al 210% di quanto previsto dagli obiettivi concordati per il 2030. Stati Uniti, Australia e Arabia Saudita sono tra i dieci peggiori inquinatori globali. Gli unici Stati in linea per raggiungere l’obiettivo di emissioni di CO2 pro-capite stabiliti per il 2030 e che allo stesso tempo stanno ottenendo anche buoni risultati (entro i primi 70 posti della graduatoria mondiale) nelle misure per lo sviluppo dell'infanzia sono: Albania, Armenia, Grenada, Giordania, Moldavia, Sri Lanka, Tunisia, Uruguay e Vietnam.

L’Europa, seppur offre la migliore “casa” del pianeta a un bambino che nasce oggi, fallisce nella misura in cui si tratta di garantirgli un futuro sostenibile. Appartengono all’Europa 8 tra i primi 10 Stati nell’indice su sopravvivenza e benessere dell’infanzia, e ben ben 16 sono nei primi 20 (gli altri sono Australia, Singapore, Corea del Sud e Giappone) sono gli altri quattro Paesi nei primi 20. Moldavia e Albania, quando si passa all’aspetto della sostenibilità ambientale, risultano gli unici paesi europei sulla via giusta per raggiungere gli obiettivi sulle emissioni di CO2 entro il 2030, e si classificano nella fascia medio-alta (tra il 40° e l'80° posto) per quanto riguarda l’indicatore su sopravvivenza e benessere dell’infanzia. Il Lussemburgo è il peggiore nel vecchio continente per per quanto concerne la protezione della salute dei bambini dalle pericolose emissioni di anidride carbonica: addirittura 171° su 180 su scala globale. Analogamente, Paesi Bassi (160*), Islanda (163°) e Germania (161°) sono tra i 20 paesi con i peggiori risultati in termini di sostenibilità, sebbene siano fra i migliori al mondo nell'ambito di salute e benessere infantili. “L’Italia- sottolinea Francesco Samengo, Presidente dell’UNICEF Italia- si colloca al 26° su posto su 180 nell’indicatore su sopravvivenza e benessere dei bambini, mentre è solamente 134° per quanto concerne la sostenibilità. Con 5,99 tonnellate annue pro-capite, emettiamo il 121% di CO2 in più rispetto all’obiettivo del 2030” . 

Il rapporto mette altresì in luce come il marketing sia spesso dannoso per i bambini: in alcuni paesi, ad esempio, un minorenne assorbe ogni anno circa 30.000 annunci pubblicitari solamente tramite la televisione. L’esposizione a pubblicità delle sigarette elettroniche negli USA è aumentata di oltre il 250% negli ultimi due anni, raggiungendo oltre 24 milioni di ragazzi e giovani. L’esposizione dei bambini a un marketing predatorio di cibo spazzatura e bevande zuccherate è associata all’acquisto di cibo non salutare e a sovrappeso e ad obesità. Il numero globale di bambini e adolescenti obesi è aumentato dagli 11 milioni del 1975 ai 124 milioni del 2016 – un incremento di ben 11 volte, con costi individuali e sociali spaventosi. “Dalla crisi climatica all’obesità e al marketing di beni nocivi, i bambini nel mondo- aggiunge Henrietta Fore, Direttore dell’UNICEF- devono lottare contro minacce che erano inimmaginabili fino a poche generazioni fa. È tempo di ripensare alla salute dei bambini, per renderli prioritari nell’agenda di sviluppo di tutti i governi e per mettere il loro benessere al di sopra di ogni altra valutazione”.  

Gli autori della Commissione indipendente, al fine di proteggere l’infanzia, auspicano un nuovo movimento globale per e con i bambini e  i ragazzi, le cui raccomandazioni includono: arrestare le emissioni di CO2 con la massima urgenza, per assicurare che i bambini abbiano un futuro su questo pianeta; mettere i bambini e gli adolescenti al centro dei nostri sforzi per raggiungere uno sviluppo sostenibile; nuove politiche e investimenti in tutti i settori per i diritti e la salute dei bambini; integrare voci e desideri dei giovanissimi nei processi decisionali; inasprire le regolamentazioni nazionali del marketing commerciale dannoso, dando vita a un nuovo Protocollo Opzionale alla Convenzione ONU sui Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Questo rapporto- ammonisce Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore dell’OMS- mostra che i decision maker del mondo stanno deludendo, troppo spesso, i bambini e i giovani di oggi: non proteggono la loro salute, i loro diritti, il loro pianeta”. 

 di Melania Federico

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