Ragusa 27 ottobre 1972, la mafia uccide Giovanni Spampinato

Cultura | 28 ottobre 2015
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La sera del 27 ottobre del 1972 veniva ucciso a Ragusa il giornalista Giovanni Spampinato. Brillante cronista, corrispondente da Ragusa del quotidiano "L'Ora" di Palermo e de "l'Unita'", firmava le sue inchieste - inchieste che davano fastidio - nel periodo a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. Aveva 26 anni e quella sera venne attirato in periferia da Roberto Cambria, figlio dell'allora presidente dei Tribunale di Ragusa, che lo uccise a revolverate. Subito dopo si costitui' dicendo di avere agito in un impeto d'ira perche' ingiustamente accusato da Spampinato in diversi articoli. L'omicida venne condannato a 14 anni di reclusione, ma ne sconto' solo otto, in manicomio giudiziario.  "Del suo lavoro Giovanni aveva un'idea altissima, generosa e nobile. Non si tiro' indietro al ruolo di custode del racconto e del giornalismo imparziale e libero. Non scese mai a patti con la sua coscienza e assolveva al ruolo di raccontare ed informare la sua comunita', anche se cio' poteva costare care", dice Paolo Borrometi, collaboratore dell'Agi e direttore del sito laspia.it, minacciato di morte dalla mafia ragusana e da oltre un anno sotto scorta. "Giovanni pagò con la sua vita il prezzo del proprio lavoro. Eppure ancora oggi, a distanza di 43 anni dalla sua morte, ci sono tanti aspetti poco chiari su questo omicidio. Giovanni e' un martire dimenticato perche' vergognosa, inoltre, e' la mancanza di memoria della sua provincia, Ragusa, che non lo ricorda, o fa finta di ricordare. Perche' ricordare, spesso, e' scomodo. Quindi meglio dimenticare. Giovanni non arretro' - afferma Borrometi - nemmeno quando si tratto' di pubblicare il nome di un intoccabile: quel Roberto Cambria che poi sarebbe stato il suo carnefice. Da quella tragica serata sono passati quarantatre' anni, ma in quella terra c'e' ancora chi sostiene che, in fondo, "Giovanni se l'è cercata". "Non si può continuare a scambiare i carnefici per vittime" dice ancora Borrometi, "Bisogna ripristinarne la memoria. Lo si deve a Giovanni, alla sua famiglia e ad una intera collettivita' che merita di ricordare un eroe normale, da spiegare ai giovani perché possano avere proprio lui come modello positivo". (AGI)


Diario Civile - Il rumore delle parole. Storia di Giovanni Spampinato, il giornalista di Ragusa ucciso dalla mafia. / di Fabrizio Marini / Per rivedere il documentario di Rai Storia clicca in  http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=18898


 



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