Qulle piccole illegalità quotidiane diffuse e anche un po' tollerate

Cultura | 11 dicembre 2018
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Passare col rosso al semaforo pedonale quando non c'è nessuno, ignorare lo scontrino fiscale se il cliente è una persona affidabile o gettare la carta della caramella per terra quando i marciapiedi sono sporchi. Tutti gesti vietati dalla legge ma tollerati dal contesto sociale. In molte aree, non soltanto in quelle più depresse, si riscontrano frequentemente pratiche reiterate che si pongono in diretto contrasto con alcuni precetti giuridici. In molti casi, peraltro, si tratta di condotte perpetrate alla luce del sole e non punite adeguatamente. Tali comportamenti giocano un ruolo di rilievo nella definizione dello stesso contesto, poiché forniscono informazioni sulla base delle quali gli individui valutano l'attività del soggetto pubblico e definiscono le proprie strategie d'azione nel mondo.
Il libro di Giovanni Frazzica, Riflessività, interazione e rispetto delle norme (FrancoAngeli, pag. 144), mediante uno speciale mix metodologico che incrocia analisi dei testi e social network analysis, esplora le modalità secondo le quali le persone, a partire da alcuni elementi considerati impliciti, sono in grado di problematizzare specifici comportamenti registrati di frequente. Considerando se stessi in relazione al contesto e viceversa, gli individui contribuiscono in misura diversa al cambiamento o alla riproduzione sociale, selezionando alcuni aspetti della realtà e attribuendo loro potere di vincolo o di facilitazione, scrive Frazzica. A partire dall'approccio teorico di Margaret Archer, che guarda alla riflessività degli attori sociali quale capacità di sviluppare una conversazione interiore, in grado di mediare tra struttura e agency, l'autore cerca di far luce sulle dinamiche che hanno luogo nel momento in cui "tipi riflessivi" diversi sono chiamati a confrontarsi su comportamenti che violano sistematicamente alcune norme giuridiche, ma che pare non incorrano in alcuna sanzione sociale. “La ricerca mette dunque alla prova i diversi "tipi riflessivi" in modo che da essa si possano anche trarre alcune indicazioni di policy in materia di sicurezza e legalità, proprio a partire dalla stessa percezione della forza delle norme e dalla credibilità dei soggetti preposti alla loro applicazione”, conclude l'autore. Prefazione del sociologo Antonio La Spina. Giovanni Frazzica è ricercatore presso l'Università degli Studi di Palermo, dove insegna Sociologia dei processi culturali e comunicativi e Sociologia generale. 

 di Angelo Meli

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