Quasi 500 milioni di euro alla cultura del Mezzogiorno

Europa | 1 marzo 2015
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Procede, assai lentamente, il percorso di approvazione dei programmi operativi italiani per il ciclo 2014-2020 delle politiche di coesione europee. Il 13 febbraio sono stati approvati i POR-FERS o plurifondo delle Regioni di “competitività” (il Centro-Nord) e il Pon “Cultura e sviluppo” che destina 490 milioni alle cinque regioni “meno sviluppate” del Sud: Basilicata,Calabria , Campania, Puglia e Sicilia. Ad inizio marzo 2015, a quattordici mesi dall'inizio ufficiale della nuova programmazione, restano da approvare tutti i POR delle regioni meridionali, cioè quasi i due terzi delle risorse SIE destinate all'Italia, ed alcuni PON tra cui “Legalità” ed “Aree Metropolitane”. In sostanza, la spesa effettiva non partirà prima della fine del 2015 con gli immaginabili ritardi che, ancora una volta, si trascineranno lungo l'intero ciclo di programmazione.

La responsabilità, purtroppo, non è addebitabile solo alla burocrazia di Bruxelles, ma anche ai ritardi nella definizione ed ai contenuti stessi dei programmi operativi, oggetto di robuste osservazioni critiche. Per rendersene conto, basti leggere i 168 punti del documento inviato dagli uffici della Commissione ai responsabili del POR FESR Sicilia. Il PON Cultura sarà gestito dal Ministero per i beni ambientali e culturali e gli interventi da esso previsti andranno integrati con quelli dei programmi operativi regionali in un'ottica di programmazione unitaria che comprenderà i programmi complementari, quelli cioè finanziati con la quota del 25% derivante dalla riduzione del cofinanziamento nazionale sul modello della precedente esperienza dei PAC.

 I due pilastri fondamentali del programma riguardano il rafforzamento delle dotazioni culturali e l'attivazione dei potenziali territoriali di sviluppo legati alla cultura. Tutto ciò sarà sostenuto da un apposito asse di assistenza tecnica. Il primo pilastro si propone di valorizzare i grandi attrattori culturali e i poli culturali di eccellenza, rafforzando la aree di attrazione. La linea di demarcazione tra PON e POR è chiara: il PON interverrà esclusivamente sugli attrattori del patrimonio statale oltre che sui beni della Regione Siciliana, musei, siti archeologici, beni del patrimonio storico-architettonico con funzioni di servizi culturali.

 Il secondo pilastro, invece, è orientato da un lato alla costruzione di una politica di sostegno alla competitività delle imprese che possono concorrere ad incrementare l'attrattività delle aree dove sono situati gli attrattori culturali; dall'altro verso il rafforzamento del sistema delle industrie culturali e ricreative in termini di innovazione, integrazione interna al settore e competitività. Le priorità d'intervento sono state selezionate nell'ambito dell'Accordo di partenariato tra l'Italia e la Commissione Europea. Con riferimento agli obiettivi tematici 3 e 6 si individuano la promozione dell'imprenditorialità, facilitando lo sfruttamento economico di nuove idee e la creazione di nuove aziende anche attraverso incubatrici di imprese (3a), lo sviluppo e la realizzazione di nuovi modelli di attività per le PMI per l'internazionalizzazione (3b), il sostegno alla creazione ed ampliamento di capacità avanzate per lo sviluppo di prodotti e servizi (3c) con particolare attenzione ai soggetti del terzo settore, la conservazione, la protezione, la promozione e lo sviluppo del patrimonio naturale e culturale (6c).

Alla priorità di investimento 6c è destinato il 75% della dotazione finanziaria del programma, ciò allo scopo di intervenire per il superamento delle condizioni di sottoutilizzo delle risorse culturali quali prioritari fattori di competitività da sviluppare. La restante quota del 24% è destinata ad azioni atte a favorire un generale consolidamento dei sistemi economici territoriali collegati al settore culturale . Per la Sicilia gli attrattori selezionati sono: Eraclea Minoa, Parco della Valle dei templi, ex Manifattura tabacchi di Catania, museo della ceramica di Caltagirone, zona archeologica e museo di Aidone, area archeologica di Naxos, , museo e parco archeologico di Lipari, Albergo delle povere e museo della navigazione dell'Arsenale di Palermo, necropoli e castello di Cava d'Ispica, convento di santa Maria del Gesù a Ragusa , castello svevo e museo del Mediterraneo ad Augusta, area archeologica di Megara Hyblea , parco archeologico e museo etno-antropologico Antonio Uccello di Palazzolo Acreide nel siracusano, parco archeologico II di Segesta, Tonnara Florio e Mozia nel trapanese.

Per quanto attiene le azioni connesse all'OT 6 (sub c), le tipologie di intervento avranno riferimento ad interventi di restauro, alla realizzazione di allestimenti museali e percorsi di visita, al miglioramento dell'accessibilità e della sicurezza delle collezioni, all'acquisto di attrezzature e dotazioni tecnologiche, all'accessibilità delle aree esterne, agli interventi per la sicurezza e la vigilanza. In Sicilia è previsto un solo intervento, già selezionato e finanziato nell'ambito della programmazione 2007-2013, ma che necessita di ulteriori finanziamenti nel nuovo PON (i cosiddetti interventi “a cavallo”): il Convento di Santa Maria del Gesù a Ragusa.

Nell'ambito delle attività di Assistenza Tecnica si prevede in particolare il supporto alla progettazione per gli interventi selezionati e il supporto alle stazioni appaltanti (o ai RUP, responsabili unici del procedimento) nelle gestione delle procedure ad evidenza pubblica, oltre che il supporto tecnico alle attività di monitoraggio. Per la Sicilia, queste risorse andranno sommate ad un consistente residuo della precedente programmazione (oltre 150 milioni di euro da spendere entro la fine del 2016) ed alle risorse previste dal POR, che sono notevoli e che, anche su richiesta dell'UE, non potranno continuare ad essere disperse in una miriade di piccoli interventi disseminati nel territorio. Turismo e fruizione dei beni culturali sono due tra le leve più importanti in una strategia di sviluppo dell'isola, anche per le potenzialità di creazione di nuova occupazione qualificata.

Non si può continuare ad occuparsene, come in passato, con la logica della bottega o del campanile. I nuovi assessori assessori regionali ad entrambi i rami hanno fatto mostra di idee interessanti, ma ora urge un salto di qualità, avviando una discussione vera tra le istituzioni locali, l'imprenditoria e i soggetti sociali perché l'occasione non sia sprecata. La partecipazione democratica non è tempo perso, ma condizione essenziale per la trasparenza dell'amministrazione, l'efficienza delle procedure l'efficace realizzazione dei risultati attesi.

 di Franco Garufi

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