Quanto vale il buon sindaco per realizzare una città vivibile

Politica | 5 settembre 2019
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Al momento delle elezioni comunali si attribuisce giustamente molta importanza al sindaco, alle sue qualità non solo morali. Si trascura spesso che il sindaco, per quanto capace ed onesto, è condizionato dalla struttura personale e reale che trova nell’ente, dalla qualità e dalla qualità dei collaboratori, dalla loro professionalità, dalle loro abitudini d i lavoro, dai mezzi di cui dispongono, oltre che dalla situazione finanziaria del comune, in particolare dalle possibilità di riscossione dei “residui attivi”, dalla consistenza dei “debiti fuori bilancio”, dai mutui contratti.

Se un sindaco appena eletto trova un personale dequalificato e non motivato, una struttura digitale assente o inefficiente, una situazione debitoria consistente, tanti crediti insoluti, per quanto abile ed onesto, non può fare miracoli. Perciò può dirsi che è certamente importante puntare su un buon sindaco ma questa scelta deve considerarsi , rispetto alla soluzione dei problemi, una condizione necessaria ma da sola non sufficiente come dimostra la realtà attuale di molti comuni .

Naturalmente ciò vale per i cittadini che votano ma è importante anche per chi si vuole candidare nel senso che se si tiene alla propria immagine , prima di decidere la candidatura, è utile accertare che esistano al comune che si intende amministrare le condizioni per una buona gestione considerando anche che il cittadino medio non distingue tra la responsabilità personale del sindaco e quella della struttura nella quale si inserisce.

Si può aggiungere che le considerazioni precedenti non sono teoriche: nascono dalla osservazione di molte realtà, soprattutto meridionali, dove molti sindaci deludono a volte non perché inadeguati al compito ma spesso per il peso di strutture inefficienti e con scarse risorse.

Certo un sindaco che trova una situazione di questo tipo può intraprendere un’azione di risanamento e di potenziamento della struttura ma ciò richiede spesso tempi lunghi e risorse straordinarie , comunque tali da scoraggiare tali iniziative . Pertanto è compito dello Stato, o meglio della Regione, evitare il moltiplicarsi di situazioni precarie nei vari comuni sia predisponendo adeguati finanziamenti per il miglioramento del loro sistema operativo, sia favorendo con adeguati stimoli la formazione e l’aggiornamento del loro personale, sia verificando l’applicazione del sistema dei controlli interni degli enti locali cosi come è stato riformato dal D.L n. 174 del 2012.

Bisogna partire dal presupposto che non basta prescrivere l’obbligo della legittimità, della regolarità e della correttezza dell’azione amministrativa, il controllo della qualità dei servizi erogati, il controllo strategico, il controllo di gestione, il controllo degli equilibri finanziari, ecc. Bisogna verificarne l’applicazione creando le premesse strutturali, rimuovendo eventuali ostacoli e vincendo eventuali resistenze. I comuni nel nostro ordinamento costituiscono la base del vivere civile. Come tali vanno curati ed organizzati.

 di Diego Lana

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