Passa dalla qualità la "renovatio" del teatro Stabile catanese

Cultura | 19 gennaio 2019
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Melior de cinere surgo”. Così, a quanto dicono i numeri, come la martoriata Catania risorge dopo i tanti cataclismi, anche il Teatro Stabile del capoluogo etneo, dopo la “catastrofe” degli anni passati che ne hanno fatto addirittura temere la chiusura, risorge a nuova vita. Tre anni fa, come si ricorderà, il gravissimo deficit finanziario ne aveva paralizzato l’attività, ma un pubblico affezionato, il “sacrificio” delle maestranze, l’intervento delle istituzioni ne hanno impedito il tracollo e una nuova gestione. Sicché il miracolo del risanamento avviato dal nuovo C.d.A., che ha altresì intrapreso la via d’un ambizioso “new deal” , sembra oggi realtà. Il pubblico ritorna nella storica sala “Verga”, mentre allo Stabile parte una campagna di risanamento cominciando dal territorio, dalla scuola, dall’Università, dal tessuto imprenditoriale, dalle istituzioni. «Il Teatro Stabile è vivo - annuncia il presidente Carlo Saggio - una vitalità che riteniamo sia sotto gli occhi di tutti, rinvigorita giorno dopo giorno dalla consapevolezza dei problemi che bisogna affrontare, e soprattutto risolvere, per andare avanti. E nel farlo abbiamo impiegato il senso di responsabilità che impone agli amministratori di agire come il buon padre di famiglia: una conduzione virtuosa che porta frutti nel microcosmo individuale come nelle più articolate realtà della società civile. I dati parlano di una ripresa che è andata ben oltre le previsioni. Ne siamo orgogliosi. Perché lo Stabile vuole essere elemento attivo della vita della comunità e del territorio». Gli fa eco la vicepresidente Lina Scalisi: «Lavorare per il rilancio del Teatro Stabile è stata ed è una sfida importante e, al tempo, un’esperienza di grande valore umano e sociale. Un valore che va al di là della sua grande storia culturale e dell’alta qualità delle sue maestranze, e che attiene, piuttosto, al suo essere creatore di cittadinanza, di sviluppo e di integrazione sociale. La risposta poi che la città ha dato all’impegno di questi mesi, è stata straordinaria con un pubblico interessato e partecipe, oltreché generazionalmente variegato. Ovviamente, questo entusiasma e responsabilizza in egual misura, e ci indica che la strada è quella giusta.» Laura Sicignano, “pasionaria” neo direttrice giunta armi e bagagli lo scorso anno da Genova, incalza inorgoglita da tanta “renovatio”, picchiando sul recupero della funzione originaria della scena teatrale: «Nel dopoguerra, in un'Italia interamente da ricostruire, al teatro venne dato il compito di ricostruire la coscienza civica degli italiani. Nascono così e per questa ragione i tre teatri stabili più antichi: a Milano, Genova, Catania. Crediamo che oggi il nostro teatro stabile debba tornare a incarnare questa missione in chiave contemporanea, far riflettere sul senso della comunità a cui appartiene. Ragionamento tanto più valido qui e adesso, nel difficile periodo che attraversa non solo la città ma lo scenario globale: il teatro può e dev’essere il luogo in cui la polis si riunisce e riflette su stessa, per elaborare i propri conflitti e le proprie ferite. È questo il progetto che anima tutte le iniziative organizzate dallo Stabile, per innescare un sistema virtuoso in cui tutti i soggetti positivi possano aumentare il benessere di tutti.» Questi i dati, prendendo come riferimento le ultime quattro stagioni, ossia 2015/16, 2016/17, 2017/18 e 2018/19: biglietti venduti, rispettivamente 15.483, 13.694, 23.295, 8.450 (dato, quest’ultimo, limitato al trimestre ottobre-dicembre 2018); abbonamenti: nel 2015/16 2965 al Verga e 150 al Musco, poi 2662 e 2756, quindi risalita al dato odierno di 3259. Incremento anche degli incassi e degli abbonamenti riservati ai giovani; tasso di occupazione della sala, oggi all’80%, indicativo perciò dell’ottimizzazione della programmazione delle rappresentazioni. Funzionano le formula degli “Incontri con gli artisti”, intervistati da studenti e dal pubblico; gli “aperitivi”, organizzati dopo gli incontri con gli artisti; gli accordi di co-marketing per aumentare il benessere del nostro territorio; la sponsorship con Fondazione Sicilia, che sostiene economicamente gli Incontri con gli artisti e i laboratori teatrali; i rapporti con l’Università. E parimenti funzionano i laboratori, condotti da grandi professionisti ma anche da artisti siciliani di riconosciuta professionalità come Silvio Laviano, Simone Luglio, Nicola Alberto Orofino. Regge ottimamente l’alternanza scuola lavoro (tre progetti, “Piccoli critici crescono”, “Le professioni del teatro” e “Scrittura creativa”); gli spettacoli dedicati interamente alle associazioni locali con un biglietto cortesia di 5 euro, per rendere il teatro "democratico", consentendo alle categorie meno abbienti di usufruirne. Novità anche per gli abbonamenti: quello riservato ai giovani costa meno che andare al cinema: 5 spettacoli a 45 euro e se interviene il rinnovo della convenzione, metà del prezzo è pagato dall’Ersu, ossia 22, 50. Gli studenti hanno altresì la possibilità di svolgere stage e tirocini in teatro con il riconoscimento di crediti formativi. In arrivo nuove formule: dopo il successo della Christmas Card, è adesso in vendita un nuovo abbonamento libero a 4 spettacoli a 60 euro; inoltre, nella settimana di San Valentino sarà attivo “A teatro con amore” un abbonamento libero a 4 spettacoli al prezzo ridotto di 50 euro, dedicato a coloro che si amano e amano la drammaturgia. A fine stagione, dunque, bilancio conclusivo, ma visto l’andazzo parziale il moderato entusiasmo con cui in conferenza stampa sono stati illustrati questi primi traguardi rischia di trasformarsi in tripudio. Auguri.

 di Franco La Magna

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