Partono i Patti per il Sud ma non in Sicilia

Economia | 8 gennaio 2017
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La Regione non ha indicato alcun target di spesa sulle risorse del Fondo sviluppo e coesione per il 2017 assegnate con il patto per la Sicilia. Lo si scopre leggendo la “Ricognizione ed aggiornamento sull'andamento dei patti per il Sud” aggiornata al 13 dicembre 2016 pubblicato dal DIPE (Dipartimento per la programmazione economica) della presidenza del Consiglio dei ministri. Gli obiettivi di spesa dei 15 patti per l'anno in corso sono quantificati in 2.038.740.000 di euro per un totale di 1564 interventi. Gli interventi sono suddivisi tra “fase di avvio”, “completamento della fase di progettazione esecutiva”, “completamento intervento”, “altro” in cui sono inclusi gli interventi già in corso. Il Sole 24 ore del 7 gennaio ha suddiviso gli interventi dei 15 patti per aree tematiche: il 33,4% pari a 681 milioni riguarda l'ambiente, il 20,4% pari a 420 milioni le infrastrutture in particolare strade e ferrovie, il 19,6% lo sviluppo per una spesa di poco più di 400 milioni di euro, seguono a distanza turismo e cultura e welfare, il quale però è presente soprattutto nei programmi operativi dei fondi strutturali.

 I patti si confermano perciò come un'operazione di accelerazione di spesa su progetti già esistenti, certamente utile ma che non attenua il carattere sostitutivo di interventi ordinari. Siamo ancora ben lontani, insomma, dalla ripresa organica e decisa di interventi economici e sociali per lo sviluppo del Mezzogiorno atti ad affrontare il crescente disagio occupazionale, sociale ed economico che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha auspicato nel suo discorso di fine anno. Sul Mezzogiorno, che spesso si intreccia col nodo drammatico della diffusione della povertà, il governo Gentiloni è chiamato a dare risposte meno deboli e contraddittorie di chi lo ha preceduto. Colpisce ed incuriosisce nel rapporto del DIPE la situazione siciliana. Il patto regionale comprende in tutto 793 interventi, di cui 61 del primo tipo, 25 del secondo, 220 in completamento di intervento e ben 487 sotto la voce “altro”: si tratta di un'evidente anomalia rispetto agli altri patti in cui la voce “altro” si riferisce ad un numero assai piccolo di interventi. 

Per fare un paragone con una regione simile alla nostra per popolazione e caratteristiche socio-economiche, nel patto per la Campania gli interventi previsti alla voce “altro” sono 44 su 93. Si evince dai dati (consultabili nella tabella di pagina 14 della Ricognizione) che la Sicilia ha frammentato oltre misura il numero degli interventi: 793 a fronte dei 93 previsti dalla Campania, dei 53 previsti dalla Sardegna, dei 148 inseriti nel patto di Reggio Calabria. Tale caratteristica si riscontra anche nel patto di Messina dove alla voce “altro” rispondono ben 79 interventi su 91 e in quello di Palermo dove sono 10 su 13. La moltiplicazione delle azioni non si riscontra nei patti metropolitani che prevedono 13 interventi per Palermo ,25 per Catania. (nella media se si pensa ai 23 progetti inseriti nel patto di Napoli e ai 25 di quello di Bari; tuttavia sono ben 91 per Messina. Quanto alle caratteristiche degli interventi, a Catania 22 interventi sono “in fase di avvio”, a Palermo invece 10 su 13 si collocano nella voce “altro”, che raggiunge l'acme a Messina con ben 79 interventi su 91. I patti di Catania, Messina e Palermo individuano per l'anno appena iniziato un obiettivo di spesa pari a 61 milioni di euro per ciascuna area metropolitane.  

Che significa e quali conseguenze avrà che nel patto per la Sicilia non vengano indicati target per il 2017? Dato che non può trattarsi di un mero errore, le spiegazioni possibili potrebbero essere o l'incapacità degli uffici della Giunta regionale di inviare previsioni credibili oppure, peggio, la difficile prevedibilità dell'attuazione degli interventi selezionati per le loro caratteristiche qualitative e per l'eccesso di frammentarietà. Nel primo caso non sarebbe difficile provvedere in tempi rapidi; il secondo- che mi preoccupa assai di più- con fermerebbe invece i tanti dubbi espressi, anche da chi scrive, sul modo in cui è stato concepito e strutturato il patto per la Sicilia . Il patto, come si ricorderà, fu firmato ad Agrigento tra squilli di trombe e sventolare di bandiere e ad esso sono affidate una parte delle speranze che la Sicilia cominci finalmente a risalire la china di una crisi devastante che è durata quasi un decennio. 

Non amo lanciare allarmi, ma credo sia dovere dell'informazione dar conto di notizie che possono avere un'influenza diretta su quanto ci aspetta- dal punto di viste dell'occupazione – nelle prossime settimane. Perciò mi auguro che le gravi preoccupazioni per l'operatività del patto per la Sicilia che derivano dalla “Ricognizione” della DIPE siano rapidamente smentite dal presidente della Regione. Al quale auguro che le dichiarazioni che- bontà sua- vorrà fare sull'oggetto presente non facciano la stessa fine del suo messaggio di Capodanno smentito dal Servizio Statistica della Regione siciliana.

 di Franco Garufi

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