Parte da Caltanissetta la campagna contro il bullismo
Si è svolto Venerdì 25 ottobre all’Auditorium del Liceo scientifico “Alessandro Volta” di Caltanissetta il Convegno, promosso dall’Associazione Antiraket “Noi e la Sicilia” di cui è presidente Enzo Russo, per lanciare la campagna anti bullismo “Io ho scelto” rivolto alle scuole. Alla presenza del prefetto Carmine Valente e del provveditore agli studi che hanno dato il loro contributo alla realizzazione del progetto è stata presentata l'associazione antibullismo avviata, in forma sperimentale, in otto scuole della provincia, e cioè il "Galileo Galilei" di cui è e il liceo scientifico "Alessandro Volta" di cui è dirigente nel capoluogo, la scuola media "Paolo Emiliani Giudice" Mario Barba e l'istituto superiore "Virgilio" a Mussomeli, l'istituto "Carlo Maria Carafa" a Mazzarino, la scuola media "Carducci" a Riesi, e gli Istituti comprensivi di Sommatino, Delia e Serradifalco.
L’ Auditorium gremito di studenti (ma anche di magistrati, rappresentanti delle Forze dell'Ordine, dirigenti scolastici e docenti) ha preso atto che, in quasi dieci mesi di attività destinata a sensibilizzare i ragazzi, il progetto ha già raccolto 4.095 adesioni da parte degli studenti delle otto scuole della provincia. L’ iniziativa pare destinata a crescere ulteriormente, tanto che - con le iscrizioni che sono state annunziate dai presidi dagli altri istituti della provincia - già entro la fine dell'anno i promotori si potrebbe raggiungere la quota di ventimila iscritti.
“L'obiettivo della nostra iniziativa - ha detto lo stesso Russo, rivolgendosi agli studenti - dopo anni di insuccessi durante i quali il fenomeno si è sempre più esteso ed è andato peggiorando, consiste nell'affidare ai ragazzi stessi la soluzione del problema. Le otto associazioni antibullismo sorte nelle scuole sono organizzate come una associazione antiracket”.
Gli iscritti, classe per classe, eleggono un rappresentante. Gli eletti (che vengono poi denominati onorevoli) scelgono un presidente il quale interloquisce con il preside o con il professore delegato.
Questa non è una semplice iniziativa, è stato detto, ma una vera e propria rivoluzione che viene realizzata dagli stessi ragazzi, i quali per la prima volta si sentono protagonisti di un movimento di contrasto del fenomeno del bullismo. È la prima volta in Italia che un progetto del genere parte dal basso ed è destinato a crescere, e questo perché sono gli studenti che si sentono coinvolti a tutela dei compagni che non hanno gli strumenti per opporsi ad un imbecille che è più forte di lui. Chi oggi ad un compagno toglie una merendina o fa un abuso che passa inosservato, può pensare che da grande potrà impunemente andare a chiedergli del danaro.
“I ragazzi che hanno scelto di difendere i loro compagni più deboli - ha aggiunto il presidente dell'associazione - sono portatori sani di valori positivi. La loro funzione è quella di prevenire che i bulletti nelle scuole operino a loro piacimento e di intervenire nei casi di bisogno sapendo che sono sostenuti dall'intero apparato scolastico. Cos'è oggi il bullismo? Oggi il fenomeno si potrebbe definire la “mafia che va a scuola” per questo è importante, finché si è in tempo, da un lato stroncarne la nascita e la proliferazione, e dall'altro creare una coscienza civile in chi in questo fenomeno tende ad essere uno spettatore. Chi oggi è spettatore di un atto di bullismo, domani diventerà spettatore o vittima di un atto di mafia”.
Durante la manifestazione è intervenuto il prefetto Carmine Valente che si è pure soffermato sulla riunione svoltasi in prefettura, la settimana scorsa , con la presenza del ministro Angelino Alfano e di tutti i componenti del Comitato nazionale per l'Ordine e la sicurezza: “Alla fine dell'incontro è emerso - ha detto il prefetto - che nella nostra provincia il fuoco covava sotto le ceneri, e questo perché le cosche mafiose, non potendo più estorcere danaro agli imprenditori che denunziano, si sentono in difficoltà: ed è per questo che hanno ripreso a mandare lettere e a fare telefonate intimidatorie a rappresentanti delle istituzioni. Ma la risposta dello Stato anche stavolta è stata puntuale e decisa”.
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