Palermo, rivolta contro l'ipotesi di aumentare le tasse sui beni confiscati
La proposta di azzeramento delle agevolazioni fiscali sui beni confiscati a Palermo è “inaccettabile e preoccupante”, scrivono tante delle associazioni che gestiscono beni confiscati in una nota congiunta. Preoccupa che al rischio di dissesto finanziario del Comune di Palermo “si risponda con proposte che vorrebbero far cassa alle spese di chi andrebbe piuttosto sostenuto”, affermano.
Le mozioni che prevedono l'azzeramento delle agevolazioni Tari oggi applicate agli enti che gestiscono beni confiscati e ai commercianti vittime di racket, così come a soggetti vittime di marginalità sociale, dimostrano ancora una volta come, invece di colpire i grandi patrimoni, si preferisca gravare su chi è più fragile o chi sia adopera per il bene pubblico, non riconoscendone l'impegno di utilità collettiva, per di più allo scopo di racimolare una cifra non determinante, continua la nota. La gestione di un bene confiscato è un impegno che associazioni e enti del terzo settore portano avanti con responsabilità, consapevoli di come dal riuso sociale di ciò che ha rappresentato la roccaforte del potere mafioso si costruiscano occasioni di riscatto e sviluppo per il nostro territorio. Ma è allo stesso tempo un impegno spesso gravoso e ricco di ostacoli che andrebbe supportato da adeguate politiche di sostegno e rilancio, non di certo affossato da passi indietro che colpiscano le, poche e già deboli, misure di sostegno esistenti, conclude la nota firmata da Addiopizzo, Agesci Conca D'oro, Al Reves società cooperativa sociale , Arci Palermo, Centro Impastato, Centro Paolo e Rita Borsellino , Centro Pio La Torre, Ciss, Emmaus, Fablab Palermo Aps, Fondazione Costa, Fondazione Falcone, Hryo, Legacoop Sicilia, Libera Palermo, Lega navale, Le Onde Onlus, No mafia memorial, Solidaria cooperativa sociale.
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