Oltre 200 film in 8 giorni al Torino Film Fest
Sino al 26 novembre la grande kermesse piemontese:158 lungometraggi (di cui 46 opere prime e seconde), 17 mediometraggi, 38 cortometraggi; 43 anteprime mondiali, 28 anteprime internazionali, 8 anteprime europee, 73 anteprime italiane, questi i numeri finali della defatigante selezione compiuta tra più di 4000 film visionati dalle varie giurie. Apertura il 18 novembre, all’Auditorium “Giovanni Agnelli”, con la commedia drammatica americana “Between us” (2016) di Rafael Palacio Illingworth (con un cameo di Bogdanovich), improvvisa deflagrazione d’una coppia nel giorno delle nozze; chiusura il 26, al mutiplex “Reposi”, con il cruento inglese “Free Fire” (2016) di Ben Wheatley, uno dei più dotati cineasti britannici contemporanei, ambientato nella Boston del 1978, scontro a fuoco tra una delegazione dell’IRA e un gruppo di trafficanti d’armi. Così alza e cala il sipario la 34° edizione del Torino Film Festival (Torino 18-26 novembre), che con i suoi numeri da capogiro, l’impianto sempre rigorosamente cinefilo e antiglamour, la qualità degli ospiti e le rigorose selezioni, si configura uno degli appuntamenti più attesi tra i maggiori Festival cinematografici europei. 15 i lungometraggi della sezione competitiva (premio Miglior Film 15 mila euro), provenienti da tutto il mondo, con un solo italiano in concorso (“I figli della notte” di Andrea De Sica), mentre nella ricchissima proposta di “Festa Mobile” - che il direttore artistico Emanuela Martini presenta come “i film raccolti durante l’anno per portare al TFF le opere più attese o che ci sono piaciute di più tra la produzione mondiale inedita in Italia” - fanno spicco gli italiani “La felicità umana” di Maurizio Zaccaro, “La lingua dei furfanti” di Elisabetta Sgarbi, “Nessuno mi può giudicare” di Steve della Casa, “Nome di battaglia di donna” di Daniele Segre, “Roberto Bolle. L’arte della danza” di Francesca Pedroni, “Slam. Tutto per una ragazza” di Andrea Molaioli, “Sono Guido e non Guido” di Alessandro Maria Buonomo. Tra le opere della “Festa Vintage” da rivedere il celeberrimo “Intollerance” (1916) di Griffith, “Giuseppe Verdi” e “La nave delle donne maledette” di Gallone e “Palombella rossa” di Moretti, insieme ad altri corti e medio metraggi. . “After House” (18 film), sezione eccentrica del Festival, spazia dall’horror al mockumentary, dal bizzarro all’erotico, dalla metafora sofisticata alla commedia demenziale. Il “TFF/doc” quest’anno è dedicato all’amore (11 titoli per “Internazionale.doc” e 18 per “Italiana.doc”, premio 5.000€ per i vincitori), un vero e proprio tunnel of love. 13 sono i titoli di “Italiana Corti” (premio 2.000€) e 18, di vario metraggio, quelli di “Onde”, sezione attenta alla ricerca linguistica che interroga problematicamente il tempo presente. Secondo anno per la retrospettiva “Cose che verranno”, raffigurazioni distopiche-catastrofiche-apocalittiche con cui il cinema ha immaginato la Terra del futuro (19 film del passato, di vario metraggio). 7 proiezioni sono dedicate al fenomeno del “punk”, di cui in questi giorni la Gran Bretagna celebra il 40° anniversario (data di riferimento il 1976, primo singolo dei Sex Pistol). Infine sono 14 le proposte del “Torino Film Lab” che sostiene i filmmaker emergenti da tutto il mondo. “Gran Premio Torino” a Christofher Doyle, uno dei più grandi direttori della fotografia e “Premio Langhe-Roero e Monferrato” a Paolo Sorrentino. Due gli incontri con Gabriele Salvatores (Guest director, che ha selezionato “cinque pezzi facili”, 5 vecchi film tra quelli “che gli hanno impedito di fare l’avvocato”): “Il cinema e la poetica del territorio”, condotto da Enrico Magrelli; e “Cinema e Musica” condotto da Alberto Barbera. La grande kermesse piemontese apre il sipario. Proiezioni ai Multisala “Massimo”, “Reposi” e ”Lux” e al cinema “Classico” (quelle riservate alla stampa). Le repliche dei film vincitori si svolgeranno il 27 novembre. Due i libri stampati: il Catalogo generale, edito dal Museo Nazionale del Cinema (scaricabile dal sito ufficiale) e “Pecore elettriche. La terra vista dal cinema”, a cura di Emanuela Martini, editrice Il Castoro. Sei le Giurie principali e cinque le collaterali. 8 i film che concorrono al Premio “Cipputi”
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