Oltre 130.000 siciliani soffrono di depressione e ora arriva il Covid
Sono
oltre 130.000 i siciliani che soffrono di depressione maggiore,
stando ai dati Istat. Di questi, circa 9.000 non risponderebbero ai
trattamenti secondo quanto emerge dalla rielaborazione dei dati dello
studio epidemiologico italiano Dory, volto a identificare i pazienti
affetti da depressione resistente. E il numero dei soggetti affetti
da depressione è destinato a crescere per via della pandemia da
Covid-19 ancora in corso che, come indicano gli esperti, “ha
comportato, parallelamente all’emergenza sanitaria, una emergenza
psicopatologica molto ampia e diffusa che ha riportato in primo piano
l’importanza della salute mentale come fattore irrinunciabile per
il benessere complessivo della persona”.
L’isolamento sociale
e gli effetti economici della pandemia da Coronavirus preoccupano
l’OMS, che riconosce la depressione come prima causa di disabilità
a livello mondiale. Tale patologia riguarda circa 3 milioni di
italiani, di cui quasi 1 milione soffre della forma più grave e
invalidante della malattia, ossia la depressione maggiore.
Consapevole di questi dati allarmanti e che la crisi da Covid-19 è
tutt’altro che alle spalle, la Fondazione Onda (Osservatorio
nazionale sulla salute della donna e di genere) ha fatto tappa in
Sicilia con il suo percorso di sensibilizzazione ‘Uscire dall’ombra
della depressione’. Il progetto vanta il patrocinio della Regione
Siciliana, delle società scientifiche SIP - Società Italiana di
Psichiatria e SINPF - Società Italiana di Neuropsicofarmacologia, di
Cittadinanzattiva e Progetto Itaca e il supporto di Janssen Italia,
l’azienda farmaceutica del Gruppo Johnson & Johnson.
Istituzioni e rappresentanti locali a livello medico, assistenziale e
sociale si sono confrontati, in modalità virtuale, su come
affrontare adeguatamente la malattia della depressione, decostruire
il pregiudizio associato a questa patologia, agevolare l’accesso
alla diagnosi e alle cure più adeguate. La tappa siciliana ha
costituito una delle undici tavole rotonde in programma nel percorso
della Fondazione Onda, che ha avuto avvio nel 2019 con la
presentazione alla Camera dei Deputati di “una call to action in
dieci punti che ha raccolto il consenso di un gruppo di Parlamentari
di Senato e Camera - ha spiegato Francesca Merzagora, Presidente
della Fondazione Onda - per mettere in atto azioni concrete sul
fronte della prevenzione e dell’accesso ai percorsi di diagnosi e
cura. Il nostro impegno – ha continuato la Merzagora- si è poi
spostato a livello territoriale con l’organizzazione di undici
tavole rotonde regionali”.
La depressione, e in particolare la depressione maggiore, ha un forte impatto sulla qualità della vita e sui costi sanitari e sociali. “I costi diretti non sono l’unico tassello da tenere in considerazione se si vuole cogliere appieno il peso economico e sociale di questa patologia - osserva Francesco Saverio Mennini, Professore di Economia Sanitaria e Direttore del EEHTA del CEIS dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. I costi indiretti (sociali e previdenziali) la fanno da padrone, rappresentando il 70% del totale dei costi della malattia. Basti pensare ai costi previdenziali legati all’elevato numero di giorni di assenza dal lavoro causato dalla depressione maggiore e alla perdita di produttività legata al presenteismo –specifica il docente dell’università romana. Anche il costo legato agli assegni ordinari di invalidità e alle pensioni di inabilità, che si aggira intorno ai 106 milioni di euro, pari a 9.500 euro annui a beneficiario, rientra tra i costi indiretti della depressione maggiore. In Sicilia, secondo un’analisi dell’EEHTA del CEIS (Economic Evaluation and HTA CEIS) basata su dati del 2015, tali prestazioni di invalidità previdenziale vengono concesse a 1,3 persone con depressione maggiore ogni 100.000 abitanti. Guardando la situazione per provincia, a Messina sono state accolte 2,8 domande di invalidità previdenziale, a cui seguono Siracusa con 2, Enna con 1,8, Agrigento e Ragusa con 1,3, Catania con 1,1, Palermo con 0,9, Trapani con 0,5 e infine Caltanissetta con 0,4 ogni 100.000 abitanti. Il peso economico della depressione è, tuttavia, destinato ad aumentare considerato l’incremento del numero delle persone affette da tale patologia in seguito alla pandemia da Covid-19. “La pandemia da Covid-19 ha comportato, parallelamente all’emergenza sanitaria, un’emergenza psicopatologica molto ampia e diffusa che ha riportato in primo piano l’importanza della salute mentale come fattore irrinunciabile per il benessere complessivo della persona”, spiega Daniele La Barbera, Professore Ordinario di Psichiatria, Dipartimento di Biomedicina, Neuroscienze e Diagnostica avanzata, Università degli Studi di Palermo. “In particolare, il grave incremento di disturbi psichici che stiamo constatando ogni giorno di più ha riguardato in modo netto le sindromi di tipo depressivo, al cui determinismo hanno contribuito numerosi fattori: le preoccupazioni per il contagio, il disagio per i provvedimenti restrittivi e per il confinamento domestico, i problemi di ordine psicosociale legati alle difficoltà economiche e lavorative che diversi milioni di persone stanno oggi affrontando in Italia e che possono rappresentare uno specifico fattore di innesco di gravi condizioni depressive”. Alla tavola rotonda virtuale ha preso parte anche Massimo Scaccabarozzi, Presidente e Amministratore Delegato di Janssen Italia, l’azienda farmaceutica del Gruppo Johnson&Johnson, che ha sostenuto l’iniziativa della Fondazione Onda. Scaccabarozzi ha ricordato l’impegno della sua azienda “sul fronte della ricerca e sviluppo per mettere a disposizione soluzioni farmacologiche sempre più innovative per molte patologie mentali tra cui la depressione”.
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