Non solo Grecia, nuove elezioni allarmano Bruxelles
Oggi Atene, a maggio Londra e a fine anno Madrid.
Bruxelles guarda con il fiato sospeso al calendario dei principali appuntamenti elettorali del 2015, dopo la vittoria alle elezioni greche di Syriza. Alexis Tsipras, leader del partito della sinistra anti-austerità, fiero oppositore delle politiche volute da Angela Merkel, ha già avvertito che non rispetterà gli impegni con la Troika Ue-Bce-Fmi, allarmando l'Europa. La vittoria di Syriza genera preoccupazione tra i fautori del rigore, preoccupati dal fatto che la sinistra greca possa mandare Atene al fallimento e farla uscire dall'Eurozona. Ipotesi smentita dallo stesso Tsipras, che pensa che si possa arrivare ad un accordo anche senza l'odiato Memorandum, dopo l'apertura mostrata dalla Bce per un acquisto 'condizionatò dei titoli greci.
Dopo Atene l'Unione europea sarà di nuovo sulle montagne russe il 7 maggio, con le elezioni generali in Gran Bretagna. Sebbene il risultato elettorale si annunci «imprevedibile», come sottolineano da più parti numerosi osservatori, il partito euroscettico guidato da Nigel Farage, che ha fatto di immigrazione e uscita dall'Unione il suo cavallo di battaglia, punta a fare man bassa di seggi, marciando alla conquista di Westminster. Una presenza massiccia di rappresentanti dell'Ukip in Parlamento potrebbe accelerare, o comunque dare un segnale sulla cosiddetta «Brexit», ovvero l'uscita della Gran Bretagna dell'Unione europea, ipotesi che il premier conservatore David Cameron ha promesso comunque di verificare con un referendum nel 2017, in caso di rielezione.
A dicembre, a tenere col fiato sospeso, saranno infine le elezioni in Spagna, dove i sondaggi vedono in testa gli 'indignatì del ciclone Podemos, guidati da Pablo Iglesias, che vogliono spazzar via l'alternativa socialisti-popolari. Il partito che si sta già affermando come principale alternativa al governo conservatore di Mariano Rajoy (e anche ai socialisti), si è rafforzato dopo l'esplosione di alcuni casi di corruzione che hanno visto coinvolti, come in passato i socialisti, diversi esponenti del Partido popular. Come Syriza, Podemos fa parte del Gruppo della Sinistra unitaria europea (Gue-Ngl) al Parlamento di Strasburgo, e si contrappone all'ordine liberale che forma l'ossatura dell'Unione europea, così come l'abbiamo conosciuta fino ad oggi. Il partito di Iglesias, che idealmente forma già un asse con quello di Tsipras, è infatti favorevole a nazionalizzare i settori strategici dell'economia, contro la liberalizzazione del mercato del lavoro fatta in Spagna sia tanto dal socialista Zapatero quanto dal popolare Rajoy.
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