No alla riforma del Codice appalti, solidarietà al sindacalista Massafra
NO alla riforma del codice appalti la proposta di emendamento di sospensione per due anni dell'applicazione del Codice appalti: una scelta sbagliata da rispedire al mittente Stigmatizziamo ed esprimiamo una ferma condanna sull'annuncio della querela da parte del Ministro dell'Interno Matteo Salvini nei confronti del segretario nazionale della Cgil, Giuseppe Massafra, a cui va la nostra responsabile vicinanza e solidarietà.
Come più volte abbiamo avuto modo di denunciare in questi giorni, insieme ai sindacati, il decreto sblocca cantieri desta forte e viva preoccupazione, con il rischio che si ritorni ad un passato che tanti danni ha generato nel nostro Paese. La proposta di emendamento che prevede una sospensione sperimentale delle disposizioni in materia di appalti pubblici è una scelta sbagliata, inaccettabile dalle forze politiche e sociali che considerano le regole come strumenti di tutela, di controllo e di garanzia dei diritti, in primis quelli del lavoro. Una proposta da rispedire al mittente perchè mina di fatto la qualità nella progettazione e realizzazione delle opere pubbliche e indebolisce la lotta all'illegalità e la prevenzione di infiltrazioni della criminalità organizzata. Perchè nel nome di investimenti e cantieri senza freni, si aprono grandi spazi per gli affari delle mafie e della corruzione, precludendo ogni forma di trasparenza e di prevenzione.
Per queste ragioni, insieme alla Cgil e ai sindacati, proseguiremo la mobilitazione nei prossimi giorni e rivolgiamo un forte appello ai parlamentari chiedendogli di fermarsi e di non votare un provvedimento pericoloso per la trasparenza e la legalità nel settore degli appalti e per i diritti dei lavoratori.
Le associazioni Acli, Arci, Avviso Pubblico, Centro Studi Pio La Torre, Gruppo Abele, Legambiente, Libera, Sos Impresa
La proposta leghista
La Lega rilancia, imprimendo una svolta al decreto sblocca cantieri. E’ lo stesso Matteo Salvini che annuncia un nuovo emendamento al testo, proponendo uno stop di due anni ad alcune delle norme chiave del Codice degli appalti. Una «sospensione sperimentale» per dare fiato agli investimenti, si spiega. E’ così che saltano le soglie per i subappalti e vengono rivisti gli importi massimi sotto cui non serve la gara. «Mi auguro che che non ci siano preclusioni politiche né dalle opposizioni né dalla maggioranza a sbloccare i cantieri», dice il vicepremier e ministro dell’Interno mentre torna a dire sì alla Tav. I sindacati non tardano però a reagire. «Stiamo ufficialmente dicendo alla mafia di accomodarsi in ogni appalto», attacca la Cgil.
Le novità avanzate dalla Lega colgono di sorpresa anche molti parlamentari, visto che i termini per gli emendamenti dei gruppi erano scaduti e c'era posto solo per aggiunte concordate dal governo o dai relatori dei due partiti azionisti dell’esecutivo.
Una riformulazione ha però permesso di riaprire i giochi su un decreto che si pensava pressoché chiuso, pronto ad essere licenziato dall’Aula del Senato. Invece, viste le novità sopraggiunte, l’esame a palazzo Madama riprenderà solo martedì.
Il testo della Lega, lungo cinque pagine, riscrive il Codice degli appalti in numerosi e sostanziali passaggi. Innanzitutto salterebbe il tetto del 30% per i subappalti, tornando così alla normativa europea, più elastica. Verrebbero poi modificati le soglie per l’affidamento degli appalti, con la procedura negoziata prevista per somme sopra i 150 mila euro, mentre la procedura ordinaria scatterebbe oltre il milione. Sarebbero inoltre alleggeriti gli obblighi in capo ai comuni non capoluogo in fatto di centralizzazione degli acquisti. Quanto alle commissione aggiudicatrici, non ci sarebbe più il vicolo di pescare dall’albo dell’Anac. Il tutto fino al dicembre del 2020, dopo di che il Parlamento dovrebbe valutare «l'opportunità del mantenimento o meno della sospensione stessa». L’emendamento della Lega punta anche a rivedere il ruolo del Consiglio superiore dei lavori pubblici, velocizzando i tempi delle decisioni ed eliminando i casi soggetti al suo parere obbligatorio. Meno paletti anche per i lavori che consistano esclusivamente in manutenzione. Duro il giudizio delle opposizioni, per Graziano Delrio del Pd, lo stop al Codice degli appalti «è un atto di inaudita gravità. Se dovesse effettivamente essere approvato, il decreto che già conteneva norme ritenute dall’Autorità anti corruzione pericolose e preoccupanti non farebbe che agevolare le infiltrazioni della criminalità». Per Loredana De Petris di Leu si «riscrive di fatto l’intero» provvedimento, in particolare "sbloccando i termovalorizzatori.
In effetti oltre a mettere in standby il Codice degli appalti la Lega mira anche a ritoccare la normativa per dare «efficacia" all’economia circolare. «Ci sono tempi interminabili in capo al ministero dell’Ambiente che stanno comportando l’aumento delle tasse comunali sui rifiuti e un ulteriore onere su un elemento che ovunque nel mondo produce ricchezza: da noi sono un costo e fanno campare mafia, camorra e ndrangheta», rimarca Salvini, sostenendo che «la tutela dell’ambiente comporta che i rifiuti vengano valorizzati e trasformino in ricchezza ed energia, piuttosto che in ecoballe».
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