Naro, pascoli abusivi nei terreni confiscati ai mafiosi
I pastori ed il gregge di ovini di oltre 1.200 capi per il momento restano all’interno dell’ovile di contrada Gibbesi a Naro anche dopo il blitz dei carabinieri effettuato nei giorni scorsi per ripristinare la legalità e soprattutto tutelare i diritti della cooperativa sociale “Rosario Livatino – Libera Terra” che gestisce le centinaia di ettari di terreno confiscati alle famiglie mafiose locali. Solo per il momento. Il tempo necessario alla Procura della Repubblica di Agrigento per valutare gli atti che i militari dell’Arma hanno trasmesso contenenti il risultato degli accertamenti condotti in contrada Gibbesi nei terreni ormai confiscati alla mafia ed affidati alla cooperativa che porta il nome del magistrato che avviò il procedimento per il sequestro e la successiva confisca. Siamo negli anni ‘80.
Il controllo è stato lungo e certosino da parte dei carabinieri che hanno agito “di iniziativa”. Il terreno confiscato alla mafia ed affidato alla cooperativa sociale "Rosario Livatino - Libera Terra" è stato "liberato" almeno sulla carta dall'occupazione illegale di un gregge di oltre 1.200 capi dai carabinieri del comando provinciale di Agrigento in collaborazione con i colleghi della compagnia di Licata e della stazione di Naro nonché del Centro Anticrimine Natura e del personale dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento . L'operazione è stata definita dai vertici dell'Arma "un segnale importante al contrasto alla illegalità a favore della comunità per mettere fine ad un "torto immorale" ai danni di tanti volontari della cooperativa agricola "le terre di Rosario Livatino - Libera Terra". Sono passati anni da quando i soci della cooperativa si sono visti assegnare dei terreni definiti liberi ma che liberi di fatto non erano.
La circostanza è confermata dall'operazione dei carabinieri e dalle numerose denunce negli anni, rimaste inascoltate, dai soci della cooperativa sia alle forze dell'ordine che alla magistratura che nel pomeriggio di ieri si sono sentiti in dovere di “ringraziare l’Arma dei Carabinieri e la Procura della Repubblica per la vicinanza e sensibilità dimostrata nel tempo anche con assoluta discrezione e riservatezza rifuggendo il clamore ed i riflettori”. Sui terreni e nei caseggiati confiscati alla mafia era custodito indisturbato ed abusivamente un intero gregge di oltre 1.200 capi. I carabinieri hanno denunciato in stato di libertà G.F. ed A.F., padre e figlio di 51 e 28 anni residenti nei vicini comuni di Campobello di Licata e Ravanusa. I due sono ritenuti pastori "furbetti" responsabili in concorso di invasione di terreni ed edifici e di furto aggravato di energia elettrica. I tecnici della società Enel Distribuzione hanno accertato infatti che in maniera illegale gli impianti erano riforniti di energia elettrica. Il gregge é stato posto sotto sequestro per verificare se gli ovini sono in possesso dei requisiti sanitari e veterinari.
Adesso dovrà essere l’autorità giudiziaria a decidere sulla sorte dei pastori e del relativo gregge nonché sui tempi per liberare dalle invadenti presenze illegali le centinaia di ettari di terreni confiscati ed affidati alla cooperativa “Rosario Livatino – Libera Terra” che negli ultimi anni ha subito numerosi danneggiamenti e furti.
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