Musei e collezioni d’Ateneo in mostra

Cultura | 14 maggio 2015
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Il Sistema museale dell’Università di Palermo (SiMuA) presenta “Dal cielo, dalla terra macchinerie, collezioni”, una selezione di reperti e strumenti presenti nelle sue diverse strutture. La mostra si inaugura venerdì 15 maggio 2015, alle 11.30, nella Sala delle Armi (Palazzo Steri) e resta aperta sino al 7 giugno (dalle 10 alle 18 ingresso congiunto con le visite allo Steri). A Palermo per l’occasione saranno presenti i responsabili dei Sistemi museali universitari di tutta Italia, riuniti per parlare di “Potenzialità, criticità e prospettive”. Si potranno ammirare il telescopio del bisnonno di Tomasi di Lampedusa, il principe Giulio Fabrizio che scrutava il cielo da Villa Lampedusa; il ritratto ottocentesco dell’astronomo Giuseppe Piazzi scopritore di Cerere (olio su tela, Scuola del Velasco); il calco dell’elefante nano vissuto nel Pleistocene in Sicilia (proveniente dalla Grotta dei Puntali di Carini, risale a 200 mila anni fa); il plastico di legno del Gymnasium dell’Orto Botanico e l’ampolla con il campione di cotone delle coltivazioni sperimentali. Il viaggio tra storia e scienza prosegue attraverso una selezione del ricco patrimonio artistico, scientifico, naturalistico dell’Ateneo che comprende anche una testa di ceroplastica della metà del XIX secolo realizzata da Gaetano Giulio Zumbo (siracusano del XII secolo che ebbe molteplici epigoni in Italia e in Francia). Il primo giorno sarà possibile fruire dell’ingresso gratuito al complesso monumentale dello Steri, al museo di zoologia Doderlein, al Museo geologico Gemmellaro, al Museo storico dei motori e dei meccanismi (quest’ultimo su prenotazione 091/2389726). Il rettore Roberto Lagalla sottolinea che tale patrimonio, messo in rete solo di recente, “continua a crescere grazie ai lavori di imminente realizzazione, come il restauro del soffitto della Sala Magna, il recupero della Sala delle Verifiche allo Steri già in corso, la riqualificazione dell’ex convento della Martorana in via Maqueda”. La valorizzazione di queste risorse, oltre che attraverso festival ed eventi, avverrà mediante il nuovo sito web del SiMuA che guida i visitatori anche all’interno di tour virtuali. Le storie degli oggetti conservati e dei loro proprietari sono ricostruite accostando ritratti, panorami, vedute della città, testi che consentono di immergersi nell’atmosfera del tempo facendola rivivere allo spettatore. Si passa dalle collezioni del Museo della Specola, ai disegni conservati nel dipartimento di Architettura, come quelli di Salvatore Caronia Roberti (Palermo 1887-1970) che raffigurano il fronte del padiglione d’ingresso principale sul foro Umberto della Prima Mostra Nazionale di Agrumicoltura a Villa Giulia (1932-33) e una veduta prospettica del Palazzo del Banco di Sicilia in via Roma. Accanto ai reperti storici l’ateneo presenta, inoltre, i risultati di ricerche scientifiche ad essi connesse. Il museo di Zoologia Doderlein, ad esempio, espone due preziosi esemplari di animali ormai scomparsi: il lupo e il gufo reale. Il primo, presente fino alla fine del 1800 su buona parte dei boschi e delle montagne dell'Isola, si sarebbe estinto negli anni Trenta del secolo scorso. Alcune fonti sostengono che l'ultimo esemplare in Sicilia sia stato abbattuto nel 1923, altre ne ritardano l’estinzione al 1937, o addirittura al 1959 su alcune montagne dell'interno (Sicani). Il gufo reale, invece, si sarebbe estinto nell’Isola nel 1987. In evidenza anche uno studio del 2010 sullo squalo bianco, temibile predatore presente nel mar Mediterraneo. Dalle ricerche effettuate sul patrimonio genetico di squali bianchi mediterranei si ipotizza il loro arrivo dall'Australia 450 mila anni fa attraverso lo Stretto di Gibilterra dove per errore nel seguire le correnti marine rimasero imprigionati. Tra gli altri espositori che il SiMuA ha connesso saranno presenti anche il Museo di Mineralogia, la Collezione di Entomologia agraria, la Collezione di Fisiologia umana, la Collezione di strumenti di psicotecnica, la Collezione di apparecchiature elettriche elettroniche e informatiche, la Collezione di Anatomia umana, la Collezione storica degli strumenti di Fisica. Oltre ai calchi il museo Gemmellaro esibisce un’ammonite del Giurassico proveniente da Erice e una madrepora dell’Oceano indiano. Il percorso interdisciplinare prosegue con il Museo storico dei Motori e dei Meccanismi di Viale delle Scienze che espone il prototipo del motore aeronautico Moto Guzzi V50 (fine anni Sessanta – inizio anni Settanta del secolo scorso), realizzato dall’ingegnere Lino Tonti e mai messo in produzione. E ancora con il raro Museo della Radiologia, uno dei pochissimi musei al mondo, che porta l’uovo elettrico del fisico ginevrino Auguste De la Rive che risale alla fine del XIX secolo e quello delle Officine Galileo di Firenze. L’uovo elettrico permette di studiare e osservare il comportamento di una scarica elettrica in un gas rarefatto al variare della pressione e della natura del gas. Dalle collezioni del Museo della Chimica viene messa in mostra l’antica bilancia utilizzata da Stanislao Cannizzaro e dai suoi allievi per gli esperimenti realizzati tra gli anni Sessanta e Settanta dell’Ottocento. L’itinerario che si dipana nel tempo e nello spazio illustra, infine, la storta, o alambicco, uno strumento caratteristico della tradizione alchemica, e successivamente di quella chimica, che risale all’alchimista arabo Abu Musa Jabir ibn Hayyan, noto col nome latino di Geber (ca 760 - ca 815 d.C.).
 di Marilena Macaluso

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