Multa milionaria all'Italia delle discariche

2 dicembre 2014
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 Multa record per l'Italia condannata a pagare una sanzione forfettaria di 40 milioni e una penalità di 42,8 mln per ogni semestre di ritardo nel mettersi in regola, rispetto alla sentenza del 2007 sui rifiuti. È quanto prevede la condanna inflitta dalla Corte Ue nei confronti del nostro Paese per non essersi ancora adeguata alla direttiva sulle discariche. 
 Una stangata milionaria respinta con vigore dal ministro per l'Ambiente, Gian Luca
Galletti, che annuncia che non verrà pagato «nemmeno un euro», ricordando che il
governo ormai da tempo ha voltato pagina.
 La sanzione, sottolinea il ministro, è «riferita al passato.
Le discariche abusive in Italia sono già in sicurezza. Andremo in Europa - prosegue
Galletti - con la forza delle cose fatte per chiudere i conti con la vecchia e pericolosa
gestione» e «per non pagare nemmeno un euro di quella multa». «Siamo passati - spiega
il ministro - da 4866 discariche abusive contestate a 218, nell'aprile 2013. Una cifra che a
oggi si è ulteriormente ridotta a 45 discariche. Con la legge di stabilità 2014 sono stati
stanziati 60 milioni di euro per un programma straordinario che consentirà di bonificare 30
delle 45 discariche rimaste, anche attraverso accordi di programma sottoscritti in questi
giorni con Abruzzo, Veneto, Puglia e Sicilia». Mentre «le restanti 15 discariche abusive
saranno bonificate con un ulteriore impegno di 60 milioni di euro».
Anche Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera, trova
«inaccettabile» la punizione all'Italia sul fronte dei rifiuti. Tuttavia, ritiene che «sia giusto far
pesare le multe sulle amministrazioni inadempienti». 
 Parole che non convincono la Commissione europea. «Ci sono stati chiaramente alcuni
miglioramenti da parte dell'Italia ma non abbastanza» in quanto «non sono state adottate
tutte le misure necessarie per adeguarsi alle norme Ue», spiega il portavoce della
Commissione Ue per l'Ambiente Enrico Brivio.
L'Italia, ribadisce Brivio, dovrà pagare i 40 mln, mentre per la penalità di 42,8 mln ogni sei
mesi «potrebbe diminuire se l'Italia dimostra la conformità» con la sentenza e le norme
Ue.
 Durissimo contro Galletti, il movimento Cinque Stelle. «Oggi dice che non pagheremo un
euro. Non sappiamo come faccia ad affermarlo. Forse - attaccano i deputati pentastellati
della Commissione Ambiente - vive in un mondo magico, senza discariche abusive nè
illegali. Con bonifiche realizzate a norma. Poi però si sveglierà e prenderà atto della realtà.
Peccato che nel frattempo a pagare saremo tutti noi cittadini». Per i Cinque Stelle la
condanna «era purtroppo annunciata. Abbiamo più volte, con atti di indirizzo e
interrogazioni, chiesto al governo di affrontare la questione ma evidentemente c'erano
sempre altre cose più importanti». Critico anche il co-portavoce dei Verdi Angelo Bonelli:
«Le politiche del ministro Galletti sui rifiuti porteranno ad altre inflazioni europee, perchè si
sta puntando tutto su inceneritori e discariche». 



ALLA SICILIA IL RECORD DELLE INFRAZIONI
L'Italia usa ancora troppo la discarica per smaltire i propri rifiuti. Ce ne sono troppe e al
ritmo attuale saranno piene entro i prossimi due anni. Questa la fotografia scattata dal
report dedicato all'industria dei rifiuti, il Was annual report, da cui emerge che la gestione
della spazzatura nel nostro Paese è «ancora troppo sbilanciata sulle discariche»: in alcune
aree, specie al sud con situazioni «critiche» in Sicilia e Calabria, vengono usate per oltre il
90%, con la media nazionale che è al 37%. Mentre per l'Isituto superiore per la protezione
e la ricerca ambientale (Ispra) «nel 2013 ancora il 42% dei rifiuti urbani» finisce in
discarica «senza alcuna forma di trattamento preliminare», nonostante il divieto.
 A proposito della sentenza della Corte Ue all'Italia sulle discariche, il ministro
dell'Ambiente Gian Luca Galletti ha anche fatto presente che «siamo passati da 4866
discariche abusive contestate a 218 nell'aprile 2013»; e che oggi siamo «a 45 discariche:
30 saranno bonificate con 60 milioni stanziati nella Legge di Stabilità 2014; per le altre 15
ci saranno altri 60 milioni per la bonifica».
 Nel 2013, spiega ancora l'Ispra nell'ultimo rapporto sui rifiuti, sono 180 le discariche per
rifiuti non pericolosi che hanno accolto spazzatura; 9 in meno rispetto al 2012. Nel 2003
erano operative 466 discariche destinate per lo smaltimento dei rifiuti urbani, 286
discariche in più rispetto a quelle operative nel 2013: il 78% era localizzato al sud, il 16% al
nord, il 6% al centro. I rifiuti urbani smaltiti in discarica nel 2013 arrivano a quasi 11 milioni
di tonnellate, con una riduzione rispetto al 2012 di circa il 7%, pari a quasi 800 mila
tonnellate di rifiuti. Al centro in particolare la riduzione maggiore è da attribuire alla chiusura
della discarica di Malagrotta ad ottobre 2013. L'Ispra mette in evidenza anche che viene
stabilito come lo smaltimento debba avvenire «a livello di ambito territoriale ottimale»,
anche se «in realtà questi rifiuti» dopo il trattamento meccanico biologico «vengono avviati
in regioni diverse da quelle in cui sono stati prodotti». Sono 6,3 milioni le tonnellate di rifiuti
urbani 'trattatì che vanno in discarica, pari al 58% del totale: ciò significa che «nel 2013
ancora il 42%» non subisce forme di trattamento preliminare. La situazione a livello
regionale dell'uso della discarica mostra che Puglia e Molise ricevono «notevoli quantità di
rifiuti prodotti fuori regione». La Campania ne manda molti extra-regione, così come il
Lazio post-Malagrotta e l'Abruzzo. In Sicilia «la quasi totalità dei rifiuti, il 93%», finisce in
discarica. 


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