Montenegro: canali umanitari per i migranti

Europa | 24 marzo 2015
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«Le migrazioni sono oggi, per l'Europa, la grande sfida umana». Lo ha detto il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente della Fondazione Migrantes e della Commissione Cei per le Migrazioni, intervenendo al Consiglio d'Europa di Strasburgo in occasione del congresso su «Risposte locali alle sfide dei diritti umani. La migrazione, la discriminazione, l'inclusione sociale». Montenegro, riferisce l'Osservatore Romano, ha sottolineato che «la Santa Sede auspica che gli Stati membri europei possano condividere efficaci misure comuni per affrontare questioni di prioritaria importanza, come l'assistenza di emergenza ai richiedenti asilo e la creazione di canali umanitari per facilitare le procedure burocratiche e ridurre i centri di detenzione, la protezione dei minori non accompagnati, il ricongiungimento familiare e il contrasto alla migrazione irregolare per vincere la battaglia contro il contrabbando e il traffico di esseri umani». Un fenomeno, quest'ultimo, «che il Santo Padre Francesco ha definito 'piaga vergognosa del nostro tempò». «Le misure normative, che l'Unione europea è chiamata oggi ad assumere in campo migratorio, possono diventare un modello per altre aree del mondo, se non dimenticano la storia di grande esperienza umanitaria del continente europeo e le sue radici nel rispetto della dignità di ogni persona», ha affermato Montenegro. Inoltre, «siamo tutti consapevoli che non si può abbassare la guardia sulle nuove fragilità e sulla povertà degli immigrati». «La precarietà e l'irregolarità lavorativa - ha spiegato il porporato - esigono che si affronti il tema dell'incontro tra domanda e offerta di lavoro, dentro un quadro di regolamentazione dei flussi». È una prospettiva nuova, ha aggiunto Montenegro, «che richiede un cambiamento legislativo, ma soprattutto chiede la consapevolezza che non possono esistere situazioni riconosciute di illegalità e di sfruttamento lavorativo, che non permettono la cittadinanza e la tutela, o alimentano mafie, corruzione e sfruttamento a danno del Paese ospitante, oltre che degli stessi immigrati». 


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