Monito del Consiglio d'Europa all'Italia: più trasparenza nei rapporti tra giudici e politica
L’Italia ha fatto passi avanti nella lotta alla corruzione in seno alla magistratura, «mettendo in atto in modo soddisfacente due raccomandazioni ricevute nel 2016» dal Greco, organo anti corruzione del Consiglio d’Europa, concernenti l’una «il rafforzamento dei controlli sulle dichiarazioni finanziarie dei magistrati», e l’altra «le misure per prevenire e individuare i rischi di corruzione e conflitto d’interessi in seno alla magistratura fiscale e migliorarne la formazione sulle questioni concernenti l’integrità». Lo constata il Greco nel suo ultimo rapporto sull'Italia in merito alle misure anti corruzione per i magistrati e i parlamentari, in cui tuttavia si invita il Paese a fare ulteriori sforzi per ottemperare pienamente a quanto richiesto con altre 7 raccomandazioni su cui il governo dovrà comunicare i progressi fatti entro il 31 marzo dell’anno prossimo.
Delle 7 raccomandazioni, di cui solo una resta totalmente non attuata, 6 riguardano i membri del parlamento. «Camera e Senato devono ancora formalizzare i loro rispettivi codici di condotta» nota il Greco, che si inquieta soprattutto per il Senato che «deve ancora impegnarsi per promuovere una forte cultura dell’integrità dei suoi membri», come sta già facendo in una certa misura la Camera, anche se «mancano ancora risultati tangibili».
L’organo di Strasburgo evidenzia che «4 anni dopo aver ricevuto le raccomandazioni, i risultati in questo ambito, nel loro insieme, hanno progredito molto lentamente ed è necessaria un’azione più risoluta per mettere in atto quanto richiesto dal Greco per contrastare la corruzione dei membri del parlamento». Strasburgo si attende infine un’azione più determinata per quanto riguarda l’introduzione di una legge che regoli in maniera stringente la partecipazione dei magistrati in politica.
L’Italia, inoltre, deve regolare il passaggio dei giudici in politica e il loro ritorno in magistratura, perché la «questione, peraltro controversa, resta d’attualità, e questo evidenzia la necessità di agire efficacemente e senza indugi» continua il Greco, nel suo ultimo rapporto sulle misure prese dal Paese per prevenire e lottare contro la corruzione di magistrati e parlamentari. Il Greco afferma di aver ha preso atto del "progetto di legge sulla riforma del sistema giudiziario approvato il 7 agosto 2020 dal Consiglio dei ministri, che deve essere ancora esaminato dal Parlamento», che introduce «tre cambiamenti fondamentali», stabilendo dei limiti più stringenti per quanto riguarda il passaggio dalla magistratura alla politica e viceversa. Il testo prevede il divieto di esercitare contemporaneamente la funzione di magistrato e quella politica, indica che tutti i magistrati che si candidano alle elezioni devono prendere un congedo speciale non remunerato, che sarà prolungato per tutto il mandato in caso di elezione. E infine introduce un rafforzamento delle modalità per il ritorno dei giudici nel sistema giudiziario. L’Italia dovrà rendere conto dei progressi fatti per legiferare sull'incompatibilità tra l’esercizio simultaneo della funzione di magistrato e quella di membro di un ente locale, e per regolamentare il passaggio dalla magistratura alla politica e viceversa entro il 31 marzo 2022.
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