Mistero buffo e Sorelle materassi, al Bellini torna Il flauto magico

Cultura | 24 gennaio 2019
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Mistero buffo di Dario Fo, al “Centro Zo”. “Stregato” dalla spumeggiante e variopinta rappresentazione dello scorso anno al teatro del “Canovaccio” di Catania, dove si è esibito ne “Il mercante di monologhi”, il pubblico etneo ha nuovamente colmato gli spalti (questa volta del “Centro Zo”) per assistere divertito alla nuova, funambolica, dissacrante, talentuosa performance dell’urbinate Matthias Martelli, in trasferta a Catania dove ha anche tenuto il seminario “Recitare all’improvviso”, sull’arte dell’improvvisazione. Investito dall’imprimatur dell’inarrivabile maestro della satira Dario Fo, Martelli ha portato in scena - per la 7.a stagione teatrale di “Palco off” diretto da Francesca Vitale - l’ormai celeberrimo “Mistero Buffo”, strepitoso cavallo di battaglia del nostro acclamato Premio Nobel per la letteratura (1997), cimentandosi nell’irriverente giullarata medievale, con cui gli istrioneschi artisti di strada del passato canzonavano il potere, rendendo “dignità al mondo degli oppressi”. Mantenendo una chiave recitativa fedele all’originale, per <>, l’eclettico Martelli sfugge tuttavia alla trappola stucchevole dell’imitazione, non soltanto richiamando all’attualità la crudeltà di Papa Bonifacio VIII o l’ubriacatura collettiva delle Nozze di Cana o il primo miracolo d’un cattivissimo Gesù Bambino (i tre “misteri buffi” rappresentati), ma altresì rendendo all’irresistibile grammelot (fatto di parole inventate, suoni, onomatopee…) gestualità e sonorità più confacenti alla propria, debordante e prismatica, personalità artistica.

Sorelle Materassi di Aldo Palazzeschi, al “Teatro Stabile” di Catania (fino a domenica 27 gennaio). Ombre proiettate su un grande tendone che copre la scena. Due delle tre sorelle (Lucia Poli e Milena Vukotic, tanto pettegola una, quanto rattenuta l’altra) in udienza dal Papa, aprono la riduzione teatrale (a cura di Ugo Chiti) del più famoso romanzo di Aldo Palazzeschi. Racconto gerontofilo, crepuscolare, pervaso da ironia mortifera, da chiari rimandi ad una sessualità repressa, a vite possibili nessuna delle quali mai realizzata, condito da un’aura di disfacimento appena ravvivata dalla presenza d’un nipote cinico e profittatore, al limite del sadismo. Tutto questo (e molto altro) è “Sorelle Materassi”, due delle quali, poveri esseri appena sporti alla finestra del mondo - che restituisce soltanto un opaco riflesso d’esistenze altrui - credono di vivere vita autonoma, mentre la terza (Marilù Prati) inutilmente continuerà ad invocarne il “risveglio”, finché stremata e vinta non potrà che abbandonare la casa avita, dove le donne rimaste (già economicamente rovinate) si consoleranno guardando le foto in costume adamitico dell’apollineo nipote. Scarnificato all’essenziale dalla riduzione di Chiti, con la regia di Geppi Gleijeses che ne esalta la squallore esistenziale fino “all’impossibilità del dramma” e alla malinconica conclusione, “Sorelle Materassi” rivive nella magistrale interpretazione del terzetto Poli-Vukotic-Prati, ottimamente sostenuto da Sandra Garuglieri, disperatamente innamorata fantesca del crudelmente “affettuoso” nipote (Gian Luca Mandarini), infine sposo dell’evanescente americana Peggy (Roberta Lucca).

Il flauto magico” di Wolfgang Amadeus Mozart, al “Teatro Massimo Bellini” di Catania (fino a domenica 27 gennaio). Nuovo allestimento di Pierluigi Pizzi, per l’opera più nota del più grande genio musicale mai vissuto, dalla presa immediata e “popolare” , l’immortale, amatissimo “Flauto magico”, assente da Catania dal 1999, finalmente “rientrato” con grande soddisfazione del pubblico etneo, affidato alla bacchetta di Gianluigi Gelmetti. Tra l’essenziale scenografia, i “rivoluzionari” costumi moderni (la stravaganza di sentire adorare Iside e Osiride, dei dell’antico Egitto, da contemporanei è perdonata dalla chiara metafora che sottende le “prove” dell’uomo Tamino, proteso verso la divinità, e del “semiuomo” Papageno) e la commistione tra giovani talenti e già note celebrità, quest’ultima sembra essere la nota più originale e più apprezzabile, che per la perfetta osmosi dell’esecuzione canora dell’intero cast artistico rendono questa apertura della stagione lirica del “Massimo Bellini” particolarmente indovinata e gradevole.

Il Flauto Magico (Die Zauberflöte, K 620) Opera tedesca in due atti Libretto di Emanuel Schikaneder Musica di Wolfgang Amadeus Mozart

Personaggi e interpreti Sarastro Karl Huml Tamino Giovanni Sala Klodjan Kaçani (22, 24, 26 gennaio) Sprecher (Oratore) Oliver Pürckhauer Erster Priester (Primo sacerdote) Oliver Pürckhauer Zweiter Priester (Secondo sacerdote) Riccardo Palazzo Königin der Nacht (La regina della notte) Christina Poulitsi Eleonora Bellocci (22, 24, 26 gennaio) Pamina Elena Galitskaya Maria Sardaryan (22, 24, 26 gennaio) Erste Dame (Prima dama) Pilar Tejero
Zweite Dame (Seconda dama) Katarzyna Medlarska Dritte Dame (Terza dama) Veta Pilipenko Erster Knake (Primo fanciullo) Giulia Leone Isabella Fabbri (22, 24, 26 gennaio)
Zweiter Knabe (Secondo fanciullo) Gabriella Torre Maria Lucia Mangiameli (22, 24, 26 gennaio) Dritter Knabe (Terzo fanciullo) Giuliana Ciancio Arianna La Rosa (22, 24, 26 gennaio) Ein altes Weib (Papagena) (Una vecchia) Sofia Folli Papageno Andrea Concetti
William Hernandez (22, 24 gennaio)
Monostatos Andrea Giovannini Erster geharnischter Mann (Primo armigero) Riccardo Palazzo Zweiter geharnischter Mann (Secondo armigero) Oliver Pürckhauer

Orchestra e Coro del Teatro Massimo Bellini Direttore Gianluigi Gelmetti; Maurizio Dones (25, 26, 27 gennaio) Maestro del coro Luigi Petrozziello Regia, scene e costumi Pierluigi Pizzi Assistente alla regia Massimo Gasparon Nuovo allestimento scenico Con sopratitoli in italiano e in inglese a cura di Prescott Studio, Firenze, con Inserra Chair (Montclair State University) e ICAMus, USA Durata 3 ore (con un intervallo)

 di Franco La Magna

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