Miss Yishai-Levi e le sue donne non amate

Cultura | 28 marzo 2016
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Chi l’ha detto che la letteratura israeliana contemporanea si regga solo su alcuni nomi affermati (Oz, Nevo, Kaniuk, Kenaz, Meir Shalev, Grossman, Keret, Yehoshua), rigorosamente maschili? Ci sono scrittrici in Israele spesso sottovalutate e un po’ bistrattate (Shifra Horn, Lizzie Doron, Avirama Golan, Zeruya Shalev, Sara Shilo) e c’è una nuova voce al femminile che sarà il caso di tenere d’occhio. Il suo nome è Sarit Yishai-Levi. “Miss Jerusalem” (491 pagine, 19 euro), suo piacevolissimo romanzo d’esordio, è una saga familiare di grande successo in patria, pubblicata in Italia da Sonzogno, grazie alla traduzione di Ofra Bannet e Raffaella Scardi.

Negli anni Settanta Gabriela, giovane in fuga da Gerusalemme, approdata a Londra, ricostruisce le radici del proprio albero genealogico, con attenzione particolare per i destini segnati delle donne della sua famiglia sefardita, per la maledizione di donne mai amate dai rispettivi mariti e che non amano le primogenite, condanna eterna di generazione in generazione. Scorrono – sullo sfondo della storia novecentesca della Palestina e di Israele, a cominciare dalla dominazione inglese – le vite infelici della bisnonna Merkada, della nonna Rosa, orfana da giovanissima, e del suo matrimonio combinato col mercante Gabriel, della bellissima madre Luna – la miss Jerusalem del titolo – ragazza dalla pelle candida, dagli occhi verdi e dai capelli fulvi, che sogna Hollywood, denaro, amore, sogni e spensieratezze (in questo così lontana dalle più “impegnate” sorelle Rachelika e Beki), ma è costretta a sposare un uomo che non la ama: il lettore la “incontrerà” subito, nell’ultima stagione della sua vita, malata e lontana da splendori, frivolezze e aspirazioni della gioventù.

Sarit Yishai-Levi racconta (in gran parte con un narratore onnisciente) il turbine di vicissitudini della famiglia Hermosa con semplicità e un filo di ironia, con un tocco di melodramma e un’alternanza di punti di vista, lavora sulla pagina con personaggi ben caratterizzati – senza tralasciare, fra questi anche la città di Gerusalemme – qualche frase da sottolineare, e riesce ad appassionare. Di questi tempi non è poco…

 di Salvatore Lo Iacono

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