Mattarella: proseguiamo la battaglia di Falcone e Borsellino

Società | 23 maggio 2015
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Nel giorno della XXIII commemorazione della strage di Capaci e nel ricordo di quella di via D’Amelio, il messaggio che le istituzioni hanno lanciato ha riguardato l’importanza dell’educazione alla legalità nelle scuole. Nel richiamo alla memoria di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e Paolo Borsellino nonché degli agenti delle loro scorte Rocco Dicillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli e Agostino Catalano, gli studenti italiani, a conclusione di un iter educativo e grazie all’apporto dei loro docenti, sono stati i protagonisti di una staffetta di celebrazioni che ha unito l’intero Paese.

La cerimonia istituzionale si è tenuta presso l’Aula Bunker del carcere Ucciardone di Palermo, quella del maxiprocesso alla mafia, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del Presidente del Senato Pietro Grasso, del Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, del Ministro della Giustizia Andrea Orlando, del Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti, della Presidente della Commissione Antimafia Rosi Bindi, del Presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri, del vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Giovanni Legnini, del Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Rodolfo Maria Sabelli, del Presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia Carlo Smuraglia e della professoressa Maria Falcone.

In collegamento con l’Aula Bunker, grazie alla collaborazione della Rai, c’erano gli studenti riuniti in altre sei piazze d’Italia: Milano, Gattatico, Firenze, Napoli, Rosarno e Corleone. “L’obiettivo- ha detto Maria Falcone, Presidente della Fondazione Giovanni e Francesca Falcone - è quello di fare ‘rete’, di portare testimonianza di una cittadinanza attiva e unita contro il sopruso e l’illegalità in tutta le piazze d’Italia. Abbiamo cominciato con sei città, ma non ci fermeremo. Sono tali e tante le richieste da parte delle scuole italiane di partecipare ai nostri protocolli di educazione alla legalità da farci ormai considerare il 23 maggio una giornata nazionale, un manifesto trasversale che unisce l’Italia nella lotta civile e culturale per la legalità”.

L’esordio del presidente della Repubblica dinanzi agli studenti è stato con un messaggio di speranza rivolto proprio a loro. Ha spiegato infatti ai presenti che fare memoria non è soltanto un omaggio doveroso a donne e uomini di grande valore; la memoria di Falcone e di Borsellino comprende la ribellione civile all’oppressione mafiosa che, da quei drammatici giorni, da Palermo e dalla Sicilia, ha avuto un enorme sviluppo. "Siamo qui - ha detto Mattarella- per rinnovare una promessa: batteremo la mafia, la elimineremo dal corpo sociale perché è incompatibile con la libertà e l’umana convivenza.

E perché l’azione predatoria delle varie mafie ostacola lo sviluppo, impoverisce i territori, costituisce una zavorra non solo per il Sud, ma per tutta l’Italia”. Il Capo dello Stato ha così esortato i giovani all’impegno: “Dobbiamo guardare sempre con spirito di verità alla realtà che ci circonda- ha ribadito-, anche quando la realtà è sgradevole. Ciò a cui non possiamo rinunciare è la riscossa civile. Non possiamo rinunciare, non potete rinunciare ad essere costruttori di una società migliore, la quale inevitabilmente passa per la partecipazione larga del nostro popolo, per la possibilità che le sue molteplici energie, solidali e democratiche, si possono esprimere con libertà effettiva”. Poi un auspicio: “Sconfiggere per sempre le mafie è un’impresa alla nostra portata, ma, per raggiungere questo traguardo, è necessario un salto in avanti che dobbiamo compiere come collettività”. Infine una stoccata agli scandali del mondo del calcio per far un riferimento alla realtà istituzionale.

“Nella partita tra Stato e anti-Stato - ha ribadito Mattarella- va sempre messo in chiaro che lo Stato alla fine deve vincere. Senza eccezioni”. "Con le ultime leggi - ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso- abbiamo dato a magistrati e forze dell'ordine gli strumenti per contrastare le mafie". Poi una rievocazione personale legata al maxiprocesso, spiegando ai presenti che l’aula che ospitava il dibattito istituzionale è stata costruita in soli sei mesi. Parlando di Falcone e Borsellino ha ribadito che entrambi non erano degli eroi bensì delle persone normali che facevano il loro dovere. Uomini che hanno insegnato agli addetti ai lavori un metodo per il contrasto alle organizzazioni criminali.

Grasso ha fatto così appello al rinnovamento, alla cultura e alla legalità ribadendo che è con quest'ultima che le istituzioni possono sentirsi legittimate agli occhi dei cittadini. "Dopo l'approvazione della legge sugli ecoreati e sull’anticorruzione- ha detto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando-, credo che nell'arco dei prossimi tre-quattro mesi possiamo portare a casa una legge che ci consenta di rafforzare la capacità di aggredire i beni mafiosi e di aumentare le tutele delle vittime della criminalità organizzata". Parlando dell’iniziativa #PalermoChiamaItalia il ministro della Pubblica istruzione, Stefania Giannini, ha parlato dei docenti: “Il loro compito è molto difficile - ha detto- e a loro voglio dire che tra i loro bambini ci saranno i futuri Falcone e Borsellino e questa è una possibilità straordinaria”.

Nel corso del suo intervento il ministro ha poi ribadito che agli studenti deve essere data la certezza di andare oltre il ricordo, e di avere il coraggio che deve andare oltre la paura. Rosi Bindi ha invece spiegato agli studenti in che cosa consiste il ruolo della Commissione Parlamentare Antimafia. “In questo ultimo anno- ha detto- abbiamo prodotto una proposta di legge organica per una nuova capacità di sequestrare i beni ai mafiosi ed una nuova capacità di utilizzarli per il nostro paese”. Ha così ribadito la necessità che la lotta alla mafia debba trovare l’unità politica. "Da quest'aula -ha invece detto durante il suo intervento il Procuratore Nazionale Antimafia, Francesco Roberti che ha altresì ricordato l'importanza dell'insegnamento della cultura della legalità nelle scuole- è partito il riscatto dello Stato nella lotta alla mafia e da allora sono stati moltissimi i passi avanti fatti: abbiamo arrestato tutti i boss più importanti e sequestrato e confiscato ingentissimi patrimoni mettendo in pratica la ricetta indicata da Falcone, quella della necessità di seguire i flussi di denaro sporco". Nel corso della commemorazione all’aula bunker il Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Giovanni Legnini e la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, hanno siglato la “Carta d’intenti” per diffondere la cultura della legalità nelle scuole. Il protocollo d'intesa MIUR-CSM, già oggetto di approvazione unanime da parte del Plenum del Consiglio, ha come finalità la promozione della cultura della legalità e della giustizia nelle scuole e la conoscenza del lavoro quotidiano della magistratura, attraverso un programma pluriennale di attività e di percorsi educativi da sviluppare con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. "Un accordo di grande valore- ha detto il vice Presidente Legnini- perché, come diceva Antonio Caponetto, la mafia teme di più la scuola della giustizia. Figuriamoci se scuola e giustizia si mettono assieme". L'innovazione contenuta nella carta d'intenti MIUR-CSM, consiste nel rendere permanente e strutturato l'impegno dei magistrati con le scuole italiane, autorizzando gli stessi a programmare le attività con i dirigenti scolastici, sulla base degli indirizzi che saranno definiti da un apposito Comitato.

Gli studenti hanno ricordato così le vittime delle stragi del ‘92 Sono passati 23 anni da quel fatidico 23 maggio del 1992.

Molti degli studenti che hanno raccolto il testimone della memoria non erano ancora nati, eppure, grazie all’impegno delle scuole, hanno raccolto l’amarezza del frutto sbocciato dal seme di quei “fattacci scellerati” e l’hanno trasformata in impegno. Civile e civico. Nella giornata della commemorazione delle vittime della strage di Capaci, la Fondazione ‘Giovanni e Francesca Falcone’, in collaborazione con la Direzione Generale per lo Studente del Ministero dell’Istruzione ha organizzato una manifestazione dal titolo “Palermo chiama Italia” chiamando a raccolta gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado. Quest’anno non sono sbarcate al porto di Palermo le navi della legalità, ma le iniziative di commemorazione, oltre che nel capoluogo siciliano, si sono svolte anche in diverse piazze italiane.

La città di Palermo è stata infatti collegata con sei piazze di altrettante città: Milano, Gattatico, Firenze, Napoli, Rosarno, Corleone. Nel capoluogo siciliano gli studenti hanno preso parte a diverse iniziative -spettacoli teatrali, letture, seminari, mostre, concerti- in Piazza Politeama e nell’omonimo Teatro, nonché al Teatro Massimo. All’interno di quest’ultimo lo spettacolo "Dieci storie proprio così", ha provato a trasformare il dolore di dieci familiari di vittime di mafia in testimonianza di un impegno presente, con un progetto triennale a cura di Giulia Minoli che si articola in un percorso formativo tra teatri, istituti penitenziari, scuole e società civile. Al teatro Politeama, invece, si sono alternati la visione di video su Giovanni Falcone, esibizioni degli studenti portate avanti con l'associazione Amici della Musica, e dibattiti sulla pervasività delle organizzazioni criminali.

Fuori, invece, gli studenti si sono cimentati in “variopinte” attività. Sul palco a lato della piazza, il comico Sasá Salvaggio ha fatto da anfitrione a interventi di magistrati e gruppi musicali, mentre sul prato antistante i ragazzi dalle scuole primarie alle superiori hanno colorato centinaia di magliette e realizzato striscioni che hanno fatto sfilare lungo il corteo pomeridiano. Tantissimi poi gli stand delle associazioni e delle forze dell'ordine che li hanno accolti: da quello del Centro Studi Borsellino, con l'iniziativa "Una cartolina per Paolo”- dove ragazzi di ogni nazionalità hanno scritto un pensiero indirizzato al giudice ucciso in via D'Amelio sul retro della celebre foto di Falcone e Borsellino scattata da Tony Gentile-, al gioco dell'albero del corpo Forestale dello Stato, una sorta di gioco dell'oca pensato per sensibilizzare i più piccoli al rispetto dell'ambiente.

 E poi Libera, Addiopizzo, il Centro Studi Pio La Torre, la Fondazione Rocco Chinnici, la Sartoria Sociale e tante altre associazioni e forze dell'ordine che hanno donato il loro contributo. In provincia di Palermo, esattamente a Partinico, Caccamo e Capaci, sono state organizzate delle iniziative parallele: cortei, dibattiti, spettacoli e attività che hanno visto la partecipazione attiva degli studenti e dei cittadini. Contemporaneamente, in sei città d’Italia si sono tenuti incontri e iniziative con le testimonianze di familiari di vittime della mafia e rappresentanti delle associazioni. A Milano, al Teatro Parenti, ci sono stati Nando Dalla Chiesa, figlio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso il 3 settembre 1982, e Franco La Torre, figlio di Pio La Torre, assassinato il 30 aprile dello stesso anno; a Gattatico (Reggio Emilia), alla Casa Cervi, era presente Margherita Asta, familiare delle vittime della strage di Pizzolungo del 2 aprile 1985; a Firenze, allo Stadio Ridolfi, è intervenuta Betta Caponnetto, vedova del giudice Caponnetto che guidò il Pool Antimafia in cui operarono, tra gli altri, i giudici Falcone e Borsellino; a Napoli, in piazza del Municipio, dove nel 1997 è stato piantato un Albero Falcone, ci sono stati Paolo Siani, fratello di Giancarlo Siani, il giornalista assassinato dalla camorra il 23 settembre 1985, il magistrato Federico Cafiero de Raho e il Coro giovanile del San Carlo; a Rosarno, presso l’Istituto di Istruzione Superiore Piria, c’è stata la testimonianza di Adriana Musella, familiare di Gennaro Musella, ucciso dalla ‘ndrangheta il 3 maggio 1982; a Corleone, infine, è intervenuto il presidente di ‘Addiopizzo’ Daniele Marannano.

Ogni città si è collegata con l’Aula Bunker dove era in corso la cerimonia istituzionale, alla presenza tra gli altri del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che è stata trasmessa in diretta su Rai Uno. Sulla scia dei cento passi di Peppino Impastato anche quest’anno, nel pomeriggio, si sono mossi due cortei, uno da Via D’Amelio e l’altro dall’Aula Bunker, per raggiungere entrambi l’Albero Falcone in Via Notarbartolo. Alle 17.58, ora in cui deflagrò a Capaci il 23 maggio 1992 la bomba, la Polizia di Stato ha suonato il ‘Silenzio’. Poi poesie recitate dai bambini e canzoni contro la mafia con il supporto tra gli altri del ComitatoAdiiopizzo Junior e Young.

Tra gli artisti che hanno voluto donare alla città di Palermo il loro contributo Salvo Ficarra e Valentino Picone che hanno letto un loro testo contro l'omertà. "Volevamo esserci ad ogni costo" hanno detto appena saliti sul palco. "Le parole sono importanti e mi sono sempre chiesto dove vanno a finire le parole? - hanno detto nel loro sketch - Il silenzio invece è una cosa rara e possibile, c'è il silenzio buono e quello cattivo, quello cattivo lo sapete di cosa stiamo parlando. Ma il silenzio che ci preoccupa di più è quello di chi sta dimenticando. Eppure c'eravamo tutti, eppure c'è ancora qualcuno seduto in poltrona che deve pagare. Come facciamo a raccontarvi del silenzio di tutti quelli che stanno dimenticando? Non si può spiegare con parole, al massimo si può disegnare con un albero con tante foglie e maestoso, solo che quell'albero è spoglio e senza bigliettini, questo è il silenzio che non ci piace”. Sono stati oltre 40.000 i giovani di tutto il Paese coinvolti nella manifestazione.

A Palermo, erano presenti anche alcuni studenti, di età compresa tra i 13 e i 18 anni, che frequentano il Columbus Height Educational Campus di Washington DC giunti in città con l’aereo della legalità, oltre a 50 ragazzi provenienti da 10 paesi dell’Unione Europea (Albania, Bulgaria, Croazia, Estonia, Grecia, Italia, Macedonia, Portogallo, Repubblica Ceca e Romania) nell’ambito del progetto WAVES OF CITIZENSHIP, WAVES OF LEGALITY, promosso dalla Fondazione Giovanni e Francesca Falcone e finanziato dall’EACEA (The Education, Audiovisual and Culture Executive Agency). La giornata di commemorazione è stata anche social. Il Miur, attraverso il suo canale @MiurSocial, infatti, ha chiamato a raccolta tutti gli studenti e i cittadini d’Italia affinché raccontassero le iniziative in corso con gli hashtag #23maggio e #PalermoChiamaItalia.

È stato anche attivato il profilo @23maggioitalia. La Rai Cultura per il XXIII anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio ha inoltre realizzato dei video e degli speciali sono stati disponibili sui portali di Rai Storia, Rai Scuola e Rai Letteratura. Per dare massimo risalto alla Giornata della Legalità 2015 tutti gli account social (Facebook e Twitter) di Rai Cultura hanno cambiato il loro logo e le loro cover, promuovendo l’iniziativa “Palermo chiama Italia”. Anche l’Agenzia di stampa Ansa ha supportato il racconto della giornata attraverso il portale Legalità.

 di Melania Federico

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