Mattarella: Pio La Torre esempio per il Paese

Società | 30 aprile 2015
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«Ricordando l'impegno di Pio La Torre contro la mafia e la grande figura, punto di riferimento per il nostro Paese, esprimo l'apprezzamento per il progetto educativo antimafia con cui il Centro Studi 'Pio La Torrè, da molti anni, ne onora la memoria».  Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al Centro Pio La Torre, in occasione del 33esimo anniversario dell'uccisione, a Palermo, di Pio La Torre e Rosario Di Salvo. Riferendosi all'indagine del centro La Torre sula percezione del fenomeno mafioso tra i giovani - «i risultati continua il presidente Mattarella nel messaggio - costituiscono preziosi spunti di riflessione tanto per la classe politica che ha il dovere di interpretare la domanda proveniente dai cittadini più giovani quanto per la scuola che con loro quotidianamente si confronta». «L'indagine - aggiunge - mette purtroppo in evidenza segnali di sfiducia provenienti dalle nuove generazioni nei confronti del mondo della politica».  «Nel contempo le risposte fornite dagli studenti - prosegue il Capo dello Stato - evidenziano una coscienza civica consapevole, capace di cogliere il pericoloso effetto che la corruzione può determinare nella propagazione del fenomeno mafioso. Sarebbe quindi un grave errore da parte delle istituzioni ricondurre il sentimento di sfiducia a un più generale atteggiamento di apatia e qualunquismo da parte dei nostri ragazzi che sono invece, come la ricerca conferma, attivamente impegnati nel mondo dell'associazionismo sociale e del volontariato».  Per Mattarella «la politica ha dunque davanti a sè una sfida, quella di saper conquistare la fiducia dei giovani, la stessa fiducia che i ragazzi intervistati dichiarano nei confronti dei loro insegnanti». «Rimane alla scuola - conclude Mattarella - la responsabilità di continuare a svolgere il ruolo fondamentale che ha sempre ricoperto nella crescita del senso civico delle giovani generazioni e quindi nella costruzione del futuro del nostro Paese».

Andrea Orlando: ripensare l’importanza dei partiti

«A settanta anni dalla guerra di Liberazione e a 33 dalla morte di Pio La Torre non resta che chiederci se non sia stato sbrigativo il modo in cui nella cosiddetta seconda Repubblica sia stata liquidata l'importanza dei partiti quali strumenti attraverso i quali i cittadini si associano per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale», ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando in un messaggio trasmesso al centro Pio La Torre in occasione dell'anniversario dell'omicidio dell'ex segretario del Pci e del suo autista a Palermo. «Ricordare Pio La Torre in maniera non retorica significa - aggiunge il ministro - allora trasmetterne l'esempio e farsi al tempo stesso testimoni di questa necessità fondamentale per la vitalità della democrazia quale spazio pubblico in cui i bisogni, i sogni e le aspirazioni dei più deboli possano trovare non solo ascolto, ma anche voce».

Leoluca Orlando: ucciso da uno Stato con volto mafioso

«Rosario Di Salvo e Pio La Torre sono stati uccisi da uno Stato che aveva il volto mafioso», ha detto il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.  «Quella mafia c'è ancora ma non governa più la città - ha aggiunto Orlando che ha terminato il suo intervento con un auspicio - speriamo che l'elezione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella trasformi la lotta alla mafia in storia e lotta nazionale del nostro Paese».

Camusso: in assenza di regole vince cosa nostra

 «Pio La Torre era innanzitutto un sindacalista e non si è mai dimenticato delle lotte per il lavoro poi portate avanti in Parlamento. Domani a Portella ricorderemo quelle battaglie. Lì si giocava il riscatto sociale ed economico dei lavoratori siciliani. Stare dalla parte del lavoro vuol dire stare dalla parte del riscatto della Sicilia, contro la mafia», ha detto Susanna Camusso, segretario generale Cgil, presente alla cerimonia di commemorazione.  «Oggi denunciamo le infiltrazioni mafiose negli appalti - ha aggiunto Camusso - una questione che riporta alla qualità del lavoro, ai diritti, alle regole contro i nuovi schiavismi perchè in assenza di regole si fanno strada le infiltrazioni mafiose».  «Le confische partite da quell'intuizione moderna e anticipatrice di Pio La Torre - ha concluso Camusso - sono la sfida su cui continuare oggi nella lotta alla mafia». 

Musumeci: «Proseguire  contro i patrimoni mafiosi»

«Oggi, come ogni anno, ricordiamo la tragica uccisione di Pio La Torre per mano mafiosa. La storia della Sicilia ha conosciuto la politica collusa e ha pianto politici, di ogni colore, uccisi dalla mafia perchè incorruttibili», ha dichiarato il presidente della commissione antimafia dell'Assemblea regionale siciliana, Nello Musumeci. «La storia personale di Pio La Torre, avversario leale della parte politica in cui ho sempre militato, è quella di un leader politico che comprese come agli interessi mafiosi fosse connaturata l'esigenza delle consorterie di fare cassa ha aggiunto -. Ed è quella consapevolezza che portò alla legge Rognoni-La Torre. Quella intuizione si è fatta strada ed ha portato, oggi, alle misure pesantissime cui sono soggetti i patrimoni mafiosi». Secondo Musumeci, «oggi, anche in omaggio a personalità come La Torre, la politica ha il dovere di fare un ulteriore salto di qualità: liberare gli Enti locali e ripulire le procedure elettorali dai condizionamenti, pesanti, che ancora esistono. C'è un solo modo, sincero e non retorico, per onorare i martiri della mafia: proseguire l'opera da loro intrapresa».

 Crocetta: punto di riferimento per la Sicilia e il Paese

  «Commemorare Pio La Torre vuol dire ricordare un politico che ancora oggi deve essere punto di riferimento per tutti coloro che vogliono fare politica, in Sicilia e nel Paese. La lotta politica infatti per Pio non era separabile dalla questione morale e dalla lotta contro il malaffare e la mafia», afferma il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta.  «La riflessione su Pio La Torre - aggiunge - non può che essere un monito alla coerenza che ci deve sempre essere tra teoria e pratica, la difesa dei deboli, dei più poveri, come scelta di campo per una giustizia non soltanto formale ma anche sostanziale. Una giustizia che rimuova le cause di tutte le disuguaglianze».

Lo Monaco: i giovani credono nel futuro

«Dal sondaggio di quest'anno - ha detto il presidente del centro, Vito Lo Monaco - emerge una grande sfiducia dei ragazzi nei confronti della classe dirigente, ma anche una forte fiducia nella scuola e negli insegnanti. Inoltre, nelle prime indagini realizzate dal centro La Torre, il ripudio della mafia da parte degli studenti non appariva così forte, oggi invece c'è la consapevolezza che la corruzione è la madre di tutte le mafie e che le mafie condizionano negativamente il futuro dei giovani».

 

Lumia: un politico profeta

«Pio La Torre è stato un politico profeta. Ha anticipato i tempi, scoperchiando quel sistema di potere perverso fatto di malapolitica e mafia», scrive il senatore del Pd Giuseppe Lumia sul suo blog, www.giuseppelumia.it, ricordando il politico siciliano ucciso dalla mafia il 30 aprile del 1982 insieme al suo amico e autista Rosario Di Salvo. «Aveva capito per primo - aggiunge - che la via maestra nella lotta alla mafia era l'istituzione di un reato specifico e l'aggressione ai patrimoni dei mafiosi». «L'insegnamento di Pio La Torre - conclude Lumia - è tutt'oggi valido. Ecco perchè bisogna fare memoria viva, rinnovando l'impegno per riorganizzare una moderna antimafia che abbia solide basi e che sappia rilanciare una sfida ancora aperta, ancora da vincere».



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