Mattarella: contrastare crimine, malaffare e corruzione

Società | 6 agosto 2015
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Onorare la memoria delle vittime della mafia come Gaetano Costa, Antonino Cassarà e Roberto Antiochia «richiede l'impegno di tutti nel contrastare, rifiutare e denunciare ogni forma di infiltrazione e di ricatto criminale, di malaffare e di corruzione». È quanto afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una dichiarazione. Questo il testo della dichiarazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «Il 6 agosto richiama alla memoria gli attentati mafiosi in cui persero la vita trentacinque fa il procuratore Gaetano Costa e trent'anni or sono il vice questore Antonino Cassarà e l'agente della Polizia di Stato Roberto Antiochia. È un anniversario che interpella le coscienze di quanti hanno a cuore la difesa della nostra convivenza civile. Il procuratore Costa era un magistrato di alta preparazione professionale, di riconosciuta indipendenza e di grande equilibrio, tenacemente impegnato nella sfida contro il sistema mafioso, contro i suoi metodi di intimidazione e di condizionamento ed i suoi pervasivi interessi economico-finanziari. Con la medesima determinazione e tensione morale, e lo stessso coraggio, si opponeva alla violenza mafiosa il vice questore Antonino Cassarà, investigatore di eccezionali capacità, e con lui l'agente Roberto Antiochia, entrambi barbaramente uccisi qualche giorno dopo il vile assassinio del commissario Giuseppe Montana. servitori dello Stato che, consapevoli dell'altissimo rischio cui si esponevano, hanno tuttavia compiuto fino in fondo il loro dovere portando avanti un'intensa azione investigativa contro le cosche. Onorare nel modo più concreto la memoria loro e dei tanti magistrati, appartenenti alle forze dell'ordine e singoli cittadini che hanno perso la vita per assicurare l'affermazione dei diritti e il rispetto delle regole, richiede l'impegno di tutti nel contrastare, rifiutare e denunciare ogni forma di infiltrazione e di ricatto criminale, di malaffare e di corruzione. Nell'agire quotidiano ciascuno deve saper rinnovare la propria ferma adesione ai principi di giustizia e di legalità, quale condizione essenziale per garantire la vita della nostra comunità e costruire un avvenire di libertà e di progresso. Con questo spirito, desidero far giungere ai familiari delle vittime la mia partecipe vicinanza e il mio affettuoso saluto».

 Salvemini: un esempio per tutti 

«La figura di Ninni Cassarà, trucidato dalla mafia insieme al suo agente di scorta Roberto Antiochia, e quella di Beppe Montana, assassinato solo 9 giorni prima in quella terribile estate che sconvolse Palermo, sono un esempio per noi funzionari di polizia». Lo dice Luca Salvemini, segretario provinciale dell'Associazione Nazionale Funzionari di Polizia. Il commissario capo Beppe Montana è stato ucciso da Cosa Nostra il 28 luglio 1985 a Palermo. Il vice questore Ninni Cassarà e l'agente Roberto Antiochia furono invece assassinati il 6 agosto dello stesso anno, sempre nel capoluogo siciliano. Cinque anni prima, il 6 agosto del 1980, invece, in via Cavour, veniva ucciso il procuratore di Palermo, Gaetano Costa. «Il loro spirito di sacrificio rafforza l'impegno di ogni giorno nella lotta al crimine, al malaffare ed alla corruzione per rendere più sicuri non solo i palermitani ma l'intero Paese, poichè ben conosciamo la capacità della mafia di infiltrarsi in tutto il territorio nazionale - aggiunge Salvemini -. Sconfiggere ed assicurare alla giustizia gli uomini del crimine organizzato è la nostra priorità quotidiana».


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