Mariza D’Anna guida Salvare Erice: "Hanno prevalso le ragioni del cuore"

Cultura | 12 aprile 2022
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“Piegando la mia proverbiale ritrazione ho accettato per amore dei miei luoghi del cuore”. Commenta così Mariza D’Anna, dopo essere stata eletta presidente dell’associazione “Salvare Erice”. L’incarico è stato conferito dall’assemblea dell’organizzazione che, da decenni, promuove e salvaguarda l’antico borgo medievale ericino. Mariza D’Anna, scrittrice e giornalista professionista, dirige la redazione di Trapani del quotidiano “La Sicilia”.
“Ho accettato questo incarico come tributo alla fascinazione che mi lega a Erice – ci tiene a ribadire il neopresidente – Questo è il luogo del mio riscontro, custodisce il rimando antico ai miei nonni che costruirono in cima alla rocca la nostra casa di famiglia. Sono i luoghi del mio immaginario visivo infantile. Sarà proprio questa la cifra caratteristica del mio nuovo impegno. Restituire dunque l’incantamento fatato legato ai racconti della mia infanzia. Per questo ringrazio il presidente uscente Luigi Giannitrapani e i componenti del direttivo. Senza scadere nelle frasi di circostanza, spero solo di essere all’altezza del ruolo che mi è stato assegnato”.
Il consiglio dell’associazione risulta composta da Noemi Genovese, vicepresidente. Luigi De Vincenzi, tesoriere. Maria Scuderi, segretaria. Angela Grammatico, Paola Fonte e Francesca Scalisi, consiglieri. Presidente onorario sarà l’ingegnere Giannitrapani, che ha retto le sorti dell’Associazione per oltre tre anni. L’avvocato Eugenio D’Angelo, ex presidente e Chicchi La Porta, anima del sodalizio sin dalla sua istituzioni, saranno consiglieri onorari. Compito dell’associazione è quello di promuovere e valorizzare il patrimonio artistico, architettonico e culturale del borgo medievale, uno dei luoghi più suggestivi e affascinanti dell’Isola. Erice è ammantata da leggende epiche, financo nella radice stressa del toponimo. Un continuo rimando mitologico che muove dalla fondazione ad opera di esuli troiani, continua con il racconto di un epico approdo di Enea e rimanda al mito del gigante Eryx, figlio di Afrodite e vittima di un duello mortale contro Eracle. Una rocca che è luogo di devozioni misteriche, testimoniate da santuari e conventi. Un borgo cinto entro mura ciclopiche, ornato da torri e palazzi nobiliari, intramato da bagli e vanelle.
“La narrazione sarà la cifra caratteristica di questa nuova stagione - sottolinea ancora Mariza D’Anna – Il racconto declinato in tutte le sue forme. Stiamo programmando una serie di incontri con gli autori che faranno da corollario al nostro tradizionale premio letterario. Protagoniste saranno le case editrici indipendenti potendo contare su una giuria di grande prestigio capitanata dalla francesista Daria Galateria. Previsto anche un premio giornalistico legato ai temi dell’ambiente e della salvaguardia del territorio. Daremo il via anche a una stagione teatrale. La narrazione evocata è un rimando immediato al ruolo che da anni riveste Mariza D’Anna, autrice di due romanzi “Il ricordo che se ne ha” e “La casa di Shara Band Ong”. Libri che tratteggiano un affresco narrativo che muove proprio da Erice e raccontano l’epopea degli italiani in Libia.
“Spero di poter coniugare questo nuovo incarico con il mio immaginario letterario – puntualizza ancora D’Anna – Il racconto della mia infanzia risuona ancora tra le antiche pietre della casa che il mio bisnonno edificò a Erice. In questa direzione andrà anche la rivalutazione dei fondi storici degli antichi casati. Riproporremo la manifestazione “Cortili fioriti” nell’intento di valorizzare e far conoscere gli spazi più reconditi avvalendoci dell’apporto di esperti botanici e studiosi di chiara fama. Tutte queste manifestazioni potranno contare su moltiplicatori naturale come il castello di Venere o il giardino di Balio. Allo studio che una mostra fotografica organizzata in collaborazione con l’università di Cambridge e interessanti esposizioni pittoriche.
Erice dunque come luogo di incantamenti e stupori. Senza dimenticare le eccellenze della gastronomia e, in particolar modo, quelli della trazione dei conventi, antichi ricettari che tratteggiano il trionfo della pasta reale e la sua anima di marmellata di cedro al liquore. Con un must simbolico, una montagnola della consistenza di pastafrolla, sormontata dallo zucchero a velo che intabarra uno scrigno di ricotta, la genovese di Erice, simbolo potente quanto il gigante Eryx.
 di Concetto Prestifilippo

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