Mafia: ora i killer pregano per le loro vittime

Società | 22 settembre 2018
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Domenico Pace fa deporre i fiori sulla tomba del giudice Rosario Livatino, Gaspare Spatuzza prega per don Pino Puglisi. A suo tempo due efferati killer della mafia, ora pentiti per quello che hanno fatto pregano per le vittime, scrivono  oggi Paolo Picone e Alessandra Turrisi sulle colonne del  Giornale di Sicilia. 


I fiori di Domenico Pace per il giudice Rosario Livatino

Ieri la figura del giudice Rosario Livatino è stata ricordata  in occasione del 28esimo anniversario dell'omicidio. Una messa è stata celebrata nella chiesa di San Domenico a Canicattì alla presenza delle massime autorità: il prefetto Dario Caputo, il procuratore Luigi Patronaggio ed il presidente del Tribunale Pietro Maria Falcone. Poi la deposizione di una corona di fiori sul luogo dell’agguato e la la sopresa al cimitero di Canicattì. Una composizione floreale “estranea” è stata trovata dietro al cancello della cappella dove sono custodite le spoglie del giudice Livatino. Ad inviarla è stato Domenico Pace, uno dei «ragazzi terribili» di Palma di Montechiaro, in carcere proprio per aver fatto parte del commando che uccise il «Giudice ragazzino». A Sulmona sta scontando l’ergastolo. Da 15 anni Domenico Pace chiede ai suoi familiari di ricordarsi di Livatino. E lo ha fatto anche quest’anno in occasione del 28esimo anniversario dell’agguato. Ha scritto alla cognata, che è anche la sua tutrice, una lettera per ricordarle di non far mancare il suo mazzo di fiori. «Domenico – dice la tutrice – si è raccomandato di fare questo. E noi abbiamo esaudito il suo desiderio».

La celebrazione eucaristica è stata celebrata per iniziativa delle associazioni «Tecnopolis», «Amici del Giudice Rosario Angelo Livatino» e della Postulazione per la canonizzazione del servo di Dio nella chiesa di San Domenico gremita di studenti, cittadini, autorità e magistrati tra cui diversi colleghi degli anni '80 e '90. A concelebrare il postulatore don Giuseppe Livatino, omonimo del magistrato, ed il parroco don Salvatore Casà. «I killer quel 21 settembre - ha detto don Giuseppe- pensavano di spegnere una fiammella ed invece hanno acceso un candelabro. A distanza di tanto tempo Rosario Livatino è sempre più conosciuto e parla a tutti come mai aveva fatto in vita».  Alla fine della messa l’officiante ha detto che «il prossimo 3 ottobre nella chiesa di S. Alfonso ad Agrigento si chiuderà in maniera pubblica la fase diocesana del processo di Canonizzazione e quindi tutti gli atti passeranno in Vaticano per l’ulteriore verifica ed istruttoria». Il Tribunale della Congregazione per la causa dei Santi dovrà leggere oltre 4mila pagine di testimonianze e documenti. A mezzogiorno sul luogo dell’agguato vi è stata la deposizione di una corona di fiori con un intervento di Paolo Scriscuoli neo componente togato del Csm e Giuseppe Miceli della sottosezione Anm di Agrigento. Oggi pomeriggio nell’ambito della manifestazione «Settimana della Legalità Giudici Saetta Livatino» si svolgerà un convegno sulla Legalità con ospiti il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho, ed il vice presidente di «Libera» Enza Rando. Lunedì mattina altro convegno con Maria Grazia Vagliasindi, presidente della Corte d’Assise d’Appello, e Giuseppe Antoci ex Commissario del Parco dei Nebrodi. Il 25 settembre sarà ricordato l’omicidio del Presidente della corte d’appello di Palermo, Antonino Saetta (originario di Canicattì) e del figlio Stefano uccisi il 25 settembre 1988 sulla statale Agrigento-Caltanissetta.



Gaspare Spatuzza prega per don Pino Puglisi


A Palermo scena analoga. Il killer ha pregato per la sua vittima, che ormai è anche un beato martire, a 25 anni dal delitto. L’assassino è Gaspare Spatuzza («u Tignusu»), uno dei più sanguinari boss di Cosa nostra, da dieci anni collaboratore di giustizia; la vittima è padre Pino Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993, sulle cui orme ha camminato papa Francesco nei giorni scorsi. «Spatuzza si è fatto vivo qualche giorno prima del 25° anniversario, per far sapere ai familiari di don Pino che, il 15 settembre, lui avrebbe trascorso la giornata a pregare per padre Puglisi e per la sua famiglia», rivela Maurizio Artale, presidente del Centro Padre Nostro. Poche parole, che assumono un significato particolare in considerazione del cammino di collaborazione e conversione che, come attestato da più parti ormai da anni, il pluriergastolano Gaspare Spatuzza sta compiendo, e alla luce delle parole di papa Francesco a Palermo. «Convertitevi al vero Dio di Gesù Cristo, cari fratelli e sorelle! Io dico a voi, mafiosi: se non fate questo, la vostra stessa vita andrà persa e sarà la peggiore delle sconfitte» è il forte appello. Spatuzza, affiliato alla cosca di Brancaccio guidata dai fratelli Filippo e Giuseppe Graviano (mandanti dell’omicidio di padre Puglisi) è un personaggio controverso, passato ai raggi X da inquirenti e giudici, analizzato da sociologi e storici del fenomeno mafioso. Assieme a Salvatore Grigoli, fa parte del commando incaricato di uccidere il parroco. Spatuzza inscena la rapina, strappa il borsello a don Puglisi, ma incrocia il suo sguardo e il sorriso con cui dice «Me l’aspettavo». Spatuzza è anche l’uomo-chiave della svolta nelle indagini sulle stragi del 1992. Svela i depistaggi dell’inchiesta sulla strage di via D’Amelio, in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti di scorta, scagionando alcuni ergastolani e facendo riaprire le indagini, che hanno dato vita al Borsellino-quater. Della sua vera conversione sono convinti i cappellani che, nelle carceri di mezza Italia, lo hanno accompagnato in questo cammino, come racconta nel dettaglio il libro della sociologa Alessandra Dino («A colloquio con Gaspare Spatuzza»). Di «pentimento nel senso cristiano» parla il presidente del Centro Padre Nostro nella sua tesi di teologia, dedicata agli scritti del sacerdote martire. E riporta la lunga lettera scritta da Spatuzza nel giugno 2014, indirizzata ai fratelli Puglisi e a quanti ne continuano l’opera, chiedendo perdono.   

 di Angelo Meli

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