Mafia, esecutivi in tutta Europa sequestri e confische

Economia | 17 gennaio 2021
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Dal 19 dicembre 2020 è diventato operativo il regolamento Ue 2018/180 sul riconoscimento reciproco dei provvedimenti di congelamento e confisca. La portata del nuovo regolamento Ue è significativa. Introduce per i sequestri e le confische il principio del mutuo riconoscimento tra gli stati dell’Unione. Intende così superare le difficoltà o l’impossibilità di cooperazione antimafia finora giustificate dai diversi modelli di confisca nei Paesi membri. Una novità in grado di mettere a rischio riciclaggio e investimenti mafiosi all’estero. Quelli che danno meno nell’occhio, le legislazioni straniere non hanno le norme antimafia italiane mentre le armi più micidiali, sequestri e confische, all’estero sono rimaste finora spuntate.

La direzione centrale Anticrimine del dipartimento di Pubblica sicurezza, guidato da Franco Gabrielli, ha appena inviato a tutti i questori una circolare stringata ma dalla portata operativa rivoluzionaria. Scrive il prefetto Francesco Messina, direttore centrale: «L’esigenza di contrastare con misure più efficaci e incisive la proiezione internazionale di fenomeni criminali “lucrogenetici” ha determinato un rafforzamento, in ambito europeo, degli strumenti di cooperazione tra gli Stati». Il nuovo regolamento Ue si applica «a tutti i provvedimenti di congelamento e tutti i provvedimenti di confisca emessi nel quadro di un provedimento penale». Sono compresi sequestri e confische preventive, fondati comunque sulla «pericolosità sociale» dei soggetti colpiti. "Un importante passo avanti nella cooperazione fra Stati membri dell’Ue che darà ancora più efficacia alla lotta alle mafie», sottolinea il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra. 

In pratica l’autorità «di emissione» - il pubblico ministero o il giudice - della confisca o congelamento dei beni trasmette il provvedimento a quella di esecuzione, situata nello stato straniero dove si trova il bene mafioso. Quest’ultima deve procedere «senza ritardo» dice il regolamento dell’Unione. Per l’Italia, ricorda il prefetto Messina, «il Ministero della Giustizia è stato designato quale autorità centrale responsabile della trasmissione e ricezione amministrativa dei certificati di congelamento e confisca». I questori dovranno così informare le loro divisioni anticrimimine «in collaborazione con le autorità giudiziarie» non appena ci sarà una «esecuzione in territorio estero di provvedimenti di sequestro e confisca».

La portata del nuovo regolamento Ue è significativa. Introduce per i sequestri e le confische il principio del mutuo riconoscimento tra gli stati dell’Unione. Intende così superare le difficoltà o l’impossibilità di cooperazione antimafia finora giustificate dai diversi modelli di confisca nei Paesi membri. Ed è un altro passo in avanti nel consolidamento europeo di una legge italiana visionaria e illuminata, la Rognoni-La Torre del 1982, pilastro della nostra normativa antimafia. La nuova normativa europea coinvolge le procure, compresa quella Nazionale Antimafia, i tribunali e le forze dell’ordine - Arma dei Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza - con la delega di polizia giudiziaria; ma anche gli stessi uffici giudiziari, i questori e la Dia per le misure di prevenzione. Sul piano operativo, si rafforza il collegamento tra questori e direzione Anticrimine e si intensifica il ruolo dello Sca (servizio centrale anticrime) ricordato nella circolare. “Finalmente l'Europa si appresta a colpire con una visione unitaria i patrimoni accumulati dalla criminalità organizzata grazie a investimenti apparentemente leciti, ma fatti riciclando i soldi sporchi», sottolinea il presidente del Centro Pio La Torre, Vito Lo Monaco. “Una strategia che chiediamo da anni, insieme alle altre associazioni antimafia che operano nei territori, e che ci auguriamo venga ora concretizzata anche nei Paesi dove la criminalità organizzata sinora ha riciclato il denaro sporco impunentemente, spesso, con la complicità di amministratori pubblici”. 

«L'entrata in vigore del regolamento europeo sui beni confiscati è una bellissima notizia - afferma il senatore Franco Mirabelli, vice presidente dei senatori del Pd e capogruppo dem in commissione Antimafia -. Una norma europea che davvero farà male alle mafie. Fino ad oggi i provvedimenti di confisca decisi dalle procure italiane non potevano essere eseguiti negli altri paesi europei. Per questo, per evitare i sequestri le mafie hanno investito in questi anni molti soldi in beni immobili, e non, in altri paesi. Da domani ogni paese europeo dovrà eseguire immediatamente la confisca disposta da un altro paese. È una innovazione storica che rafforza le misure di prevenzione e la lotta alle mafie. L'Europa così assume un ruolo importante nella lotta alle mafie che non hanno più confini e che vanno combattute a livello internazionale da tutte le istituzioni».


 di Angelo Meli

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