Madif, la passione per la musica diventa impegno sociale
Una vita dedicata alla musica, è questa la sintesi della
giovane esistenza di Maria Ausilia Di Falco. Canicattinese d’origine, oggi, per
inseguire le emozioni, è un’artista girovaga. Opera prevalentemente in
Piemonte, a Torino, ma va dove la conduce la sua passione, anzi le sue
passioni.
Sì, perché Madif, questo il suo nome d’arte, è una musicista
in continua evoluzione che ha trovato una nuova dimensione coniugando la musica
alla letteratura. Vince premi di poesie e racconti, ha appena dodici anni
quando si aggiudica il primo premio regionale “Nicholas Green” che la porta a
studiare a Londra, a Edimburgo, a Vienna, l’ultimo pochi giorni fa, il Premio
Internazionale di Letteratura all’Istituto Italiano di Cultura di Napoli.
Segue una formazione classica, brillanti studi di pianoforte e
discipline musicali, consegue diversi diplomi di laurea e master, dal
conservatorio di Palermo con cui collabora per i Progetti internazionali a
Bologna, Milano, Roma e Alessandria.
Ma Madif vuole interpretare la musica a suo modo, studia
musicoterapia a Bordeaux, lavora in diversi Atelier a Parigi, in Costa Azzurra
e capisce quanto benefici siano gli effetti della musica sulla psiche. Pienamente
convinta che sia quello il sistema più dolce ed efficace per prevenire stati di
ansia e di depressione, pian piano si svincola dalla formazione classica per
intraprendere strade sperimentali che le si palesano sempre più coinvolgenti ed
affascinanti grazie al percorso fatto a Torino alla Scuola Holden di Baricco
dove si diploma in Storytelling & Performing Arts.
La metamorfosi coinvolge anche i suoi gusti artistici, ai
primitivi amori Bach, Chopin si aggiungono le avanguardie quali Philip Glass, Arvo Pärt, Max Richter, Steve Reich. Ma i suoi confini
interpretativi includono anche la letteratura di cui non sa fare a meno e anche
qui trae ossigeno da scrittori che sente particolarmente vicini: Sciascia, Calvino, Goliarda Sapienza, Camus “Lo straniero” (come me -dice)
Raymond Queneau, Pessoa (l’adorato Libro dell’inquietudine) Philip Roth, Sibilla
Aleramo, Wislawa Szymborska, Chandra Livia Candiani. Un posto speciale
in questo universo spetta ai Maestri Ezio Bosso e Battiato, grazie al quale si avvicina a Borges e poi alla filosofia russa di Gurdjieff e Ouspensky.
Impegnata per anni al Giffoni Film Festival in prima linea in
Sala Truffaut scrive per la rivista
nazionale di musicoterapia, grazie ad Antonella Frontani diventa
redattrice del giornale torinese Ecograffi, insegna pianoforte e musica
entrando di ruolo quest’anno come vincitrice di concorso.
Sempre in divenire, nei mesi scorsi, Maria Ausilia interpreta
un arrangiamento di “Stranizzi d’Amuri”, un toccante omaggio al suo mito Franco
Battiato che le vale importanti riconoscimenti nell’ambiente.
Girovaga per amore della musica Madif porta in giro, anche
oltre gli italici confini, i suoi Reading concerto, dei percorsi multi
artistici coi quali instaura un rapporto bilaterale con il pubblico regalando e
raccogliendo emozioni.
Attualmente, in duo con la pianista di fama internazionale
Gloria Campaner, dà voce al progetto “Reading Chopin”, “un viaggio alla
scoperta dei sentimenti più intimi del famoso poeta del pianoforte. Madif collabora anche con l’Archivio di
Stato, il Circolo dei lettori di Torino, l’Accademia musicale di Pinerolo.
Sentendo forte il dovere morale di divulgare il messaggio
della Legalità alle nuove generazioni, Madif sta preparando uno di questi
Reading nell’ambito delle giornate dedicate alla memoria dei Giudici Rosario
Livatino e Antonino Saetta, insieme all’attrice Serena Bonsangue all’interno di
un Progetto portato avanti dal collettivo Dunaccura formato tra gli altri da Liborio
Sacheli.
Alla domanda se si senta più una pioniera o una
sperimentatrice risponde che le sue ricerche musico-letterarie la inquadrano
più come sperimentatrice ma, affascinata dalla potenza delle innovazioni
comunicative in ambito artistico, auspica un giorno di potersi trasformare in
una pioniera.
“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” e noi non la perderemo di vista per poterne ancora raccontare.
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