Lupo: diffidare dei magistrati con folla plaudente

Cultura | 11 novembre 2015
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"C'è una confusa e crescente domanda di moralità che non necessariamente imbarca soggetti morali in grado di combattere la mafia. Ne sono stati esempi, finora, l'onorevole Salvatore Cuffaro, ancora in carcere con l'accusa di avere favorito l'organizzazione mafiosa e che ha vinto la sua campagna elettorale al grido "la mafia fa schifo", o i magistrati che hanno provato a costruirsi una carriera, anche politica, con le inchieste sulla mafia". Cos lo storico Salvatore Lupo è intervenuto a gamba tesa sulle recenti polemiche in seno all'antimafia durante la conferenza "Le mafie e l’antimafia ieri e oggi. L’evoluzione di Cosa nostra e dell’Ndrangheta" organizzata dal centro studi Pio La Torre al cinema "Rouge et Noir" di Palermo.

"Altri esempi di questa contraddizione provengono dalla ricerca della fondazione Res coordinata da Rocco Sciarrone - ha aggiunto Lupo - dalla quale emerge che le ditte palermitane più colluse con cosa nostra hanno fatto parte di associazioni antiracket. Questo dimostra che non basta definirsi antimafia per essere al livello delle necessità di pulizia della nostra società. A 25 anni dalle stragi bisogna restituire la dialettica dei poteri reali, non esistono intoccabili".

All'incontro sono intervenuti anche l'economista Franco Garufi e lo storico Enzo Ciconte.

L'iniziativa rientra nell'ambito del progetto "Giovani cittadini consapevoli, attivi e responsabili" realizzato dal centro Pio La Torre con il sostegno del dipartimento della Gioventù e del servizio civile nazionale della Presidenza del Consiglio dei ministri. Il progetto si rivolge a circa 400 studenti tra i 16 e i 21 anni di 14 scuole siciliane e ad alcuni giovani dell'area penale esterna del centro diurno Malaspina di Palermo.

"Oggi la 'Ndrangheta è l'unica organizzazione mafiosa che ha la capacità di eleggere consiglieri regionali e comunali al Nord - ha detto Ciconte - e quindi di interloquire con soggetti istituzionali di altre regioni, questo a conferma del fatto che il radicamento delle 'Ndrine lontano dalla Calabria è di lungo corso e non può essere spiegato solo dalla legge, a mio avviso sbagliata, del soggiorno obbligato".

"Se le imprese della nostra regione sono così colluse con la mafia, allora trovare imprenditori puliti non è facile – ha aggiunto Lupo - E un patrimonio confiscato reso disponibile a persone che sono tecnici e magistrati crea una situazione da socialismo reale, per cui facilmente le imprese confiscate vanno in rovina e facilmente c'è chi se ne approfitta. Serviranno delle leggi rigide moralmente ed efficaci economicamente, e questo francamente non è facile". Diverse le domande lanciate dai ragazzi agli storici dalla sala e in videoconferenza. C'è chi, come un alunno di Sant'Agata di Militello (Me), chiede come distinguere l'antimafia “buona” da quella “cattiva”. “Bisogna diffidare - ha detto Lupo rispondendo alla platea di studenti - di chi troppo insiste sul tasto retorico e dei magistrati che si circondano di folla plaudente. La folla plaudente non è il luogo dei magistrati". All'incontro sono intervenuti anche l'economista Franco Garufi e lo storico Enzo Ciconte, che ha contestato la scelta di Reggio Calabria come sede centrale dell'Agenzia nazionale dei beni confiscati "fatta per ragioni politiche durante le elezioni", ha detto. Ancora una volta, poi, i ragazzi si sono cimentati nel questionario on line che ciascuno, in tempo reale, ha fatto durante un momento della videoconferenza dal proprio smartphone, su temi affrontanti nell'incontro. Uno strumento di consapevolezza e sensibilizzazione ulteriore, che si aggiunge alla mostra che da domani farà conoscere ai più giovani la vita e l'esempio di Pio La Torre. L'esposizione itinerante per un mese sarà ospitata a turno da 14 istituti scolastici siciliani e dal centro diurno Malaspina, come previsto dal progetto "Giovani cittadini consapevoli, attivi e responsabili". Le prime 5 scuole che ospiteranno la mostra sono: l'istituto Don Giovanni Colletto di Corleone (Pa), il liceo scientifico Enrico Fermi di Sant'Agata di Militello (Me), il liceo classico Vittorio Emanuele II di Palermo, e due istituti di Bagheria (Pa), il liceo artistico Renato Guttuso e il liceo scientifico D'Alessandro.

Il progetto "Giovani cittadini consapevoli, attivi e responsabili" si rivolge a circa 400 studenti tra i 16 e i 21 anni di 14 scuole siciliane e ad alcuni giovani dell'area penale esterna del centro diurno Malaspina di Palermo. La mostra è composta da 32 pannelli che a rotazione saranno ospitati per un mese in ciascuna scuola e al centro diurno Malaspina. Scopo del progetto è prevenire le diverse forme di illegalità, soprattutto tra i ragazzi a rischio, ma anche mostrare esempi di democrazia compiuta e modelli di riferimento, facendo conoscere meglio la figura di Pio La Torre e il suo impegno antimafia come sindacalista, esponente politico e rappresentante delle istituzioni.

“Costruire una coscienza critica antimafiosa vuol dire fare una scelta nel nome dei diritti – ha detto Vito Lo Monaco, presidente del centro studi Pio La Torre - per questo ci sentiamo distanti da chi parla di santini ed eroismo: la responsabilità è individuale, ma la mobilitazione deve essere collettiva. Pio La Torre si batteva per il rispetto della democrazia e della convivenza civile. Per sconfiggere la mafia occorre formare criticamente i giovani cittadini, e il centro studi da anni cerca di sensibilizzare i ragazzi contro ogni forma di illegalità e collusione con la mafia”. 
 di Antonella Lombardi

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