Lu pòpulu d'ù marrùggiu, racconti siciliani

Cultura | 16 gennaio 2015
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“Lu pòpulu d'ù marrùggiu”  al Mondadori Multicentrum di Palermo (via Ruggero Settimo, 18). La cornice dell'incontro di presentazione dell'ultima opera letteraria di Roberto Trapani della Petina è di affettuosa partecipazione. Autore di tanti romanzi, ma soprattutto cultore attento della sicilianità, nel libro pubblicato a cura dell'Istituto superiore per la Difesa delle tradizioni (istituto fondato da Roberto Trapani della Petina nel 1984 con Maria Patrizia Aruta e Geppi Pagano) ci restituisce tutto il suo affettuoso e attento sguardo alla realtà della sua Sicilia.

E nei racconti, quasi delle moderne favole di Esopo, in cui i protagonisti sono visti nella loro quotidianità si coglie il valore del singolo che si fa prototipo di un modo di essere e spesso ci prende alla sprovvista nella conclusione della vicenda e nell'attenzione al momento. Così è il bastardino che si fa protagonista del mare e difensore del suo spazio in contrasto con il “vu' cumprà” da tutti sempre tollerato, quasi come un'invisibile  presenza fino alla catarsi dell'acquazzone estivo, improvviso e inaspettato a risolvere l'impasse che si è creato.

La partecipazione all'incontro della professoressa di antropologia Rita Cedrini, capo delegazione del Fai, del professore Mario Corselli, di Wanda Fabbri, organizzatrice dell'evento, la professoressa Maria Belvedere curatrice della pubblicazione, del console di Tunisia a Palermo Farhat Ben Souissi, di Mario Pacino, già assessore alla cultura di Palazzo Adriano e  poi di Giuditta Perriera e degli attori dell'associazione culturale “Al Fawarah” , del liceo scientifico Basile di Palermo, che hanno letto alcuni dei racconti, ha vivacizzato la  riunione e fatto vibrare il cuore nel ricordo affettuoso.

Diverse le attività messe in moto da Roberto Trapani della Petina, che amava dire: “Io ho le idee, ma sono i miei amici che mi aiutano a realizzarle”. Così Mario Corselli ricorda: “Roberto era uomo di buona volontà civile e culturale 'uomo della Polis'. Interprete della civiltà mediterranea, che ha saputo mettere in moto la diplomazia della solidarietà tra i popoli del Mediterraneo”.

Così sono diversi i paesi  siciliani in cui è andato a istituire biblioteche, con l'apporto di tanti che ne hanno sostenuto l'entusiasmo con donazioni. Nel 2000 ha realizzato il Giardino della Concordia, giardino ideologico con aiuole pensate e dedicate realizzato a Pallavicino su un terreno sequestrato alla mafia, in cui le aiuole accolgono piante simboliche.

 E nel 2009 nasce la Biblioteca internazionale della Concordia che accoglie volumi da oltre venti nazioni diverse, in madre lingua. E a Roberto Trapani della Petina si deve anche la realizzazione e l'apposizione della targa in memoria dell'uccisione di Joe Petrosino, il poliziotto italo statunitense che combatté contro la mafia, in piazza Marina proprio di fronte all'albergo in cui alloggiava.

Le iniziative di Roberto – hanno sottolineato tutti gli interventi  - non verranno dimenticate ma anzi cammineranno sulle gambe – come si dice - di chi ne coglie l'eredità: e così, promette Wanda Fabbri, organizzeremo un concorso tra gli studenti che premi l'elaborazione di un testo sulla base dei racconti di quest'ultimo libro, che assurge quasi a valore di simbolica eredità: dell'attenzione e dell'affetto con cui l'occhio di Roberto guardava  la realtà che lo circondava: “L'importante – ebbe  a dirmi in un ultimo incontro – è  non farsi trascinare dalla disperazione che coglie a vedere quante cose non vanno, quando sembra che tutto sia vanificato non appena messo in opera: ciò che si semina prima o poi germoglierà”, è questa la speranza: che anche “lu pòpulu d'ù marrùggiu” abbia alla fine la sua riscossa.


 di Angela Morgante

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