Lo Stato invia gli aiuti Covid ma la Sicilia non spende: servizi negati ai disabili

Società | 22 aprile 2022
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La sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei Conti ha esaminato, nella Delibera n.5/2022/G, il corretto adempimento delle misure di emergenza per far fronte al forte incremento della domanda di protezione sociale diffusa e di tutela delle persone fragili assunte nel corso della pandemia. In particolare è stato verificato l'utilizzo del “Fondo di sostegno per le strutture semiresidenziali per persone con disabilità”, istituito dall’art. 104, comma 3, del decreto-legge 19 maggio 2020 n. 34 (c.d. decreto Rilancio), e l’utilizzazione delle relative risorse stanziate sul territorio nazionale, attraverso i dati della rendicontazione che le Regioni erano tenute a presentare alla Presidenza del consiglio dei ministri. L’integrazione delle risorse è stata prevista, per il Fondo per le non autosufficienze, al fine di potenziare l’assistenza, i servizi e i progetti di vita indipendente per le persone con disabilità e non auto sufficienti e per il sostegno di coloro che se ne prendono cura e, per il Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare, al fine di potenziare i percorsi di accompagnamento per l’uscita dal nucleo familiare di origine ovvero per la deistituzionalizzazione, gli interventi di supporto alla domiciliare e i programmi di accrescimento della consapevolezza, di abilitazione e di sviluppo delle competenze per la gestione della vita quotidiana e per il raggiungimento del maggior livello di autonomia possibile.
Secondo i dati pubblicati, dei circa 40 milioni di euro trasferiti alle regioni, soltanto poco più di 17 sono stati erogati alle strutture. Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia non hanno dimostrato l'erogazione ai centri semiresidenziali delle risorse acquisite, le altre hanno utilizzato i fondi assegnati in una percentuale variabile da un minimo dell'1% fino al !00% delle più virtuose.
Alla Sicilia è toccato l'8,6% del fondo pari a 3.440.000 euro; tuttavia, come si evince dalla tabelle pubblicate alle pagine 25 e 27 della Relazione, alla data dell'analisi della Corte nessuna risorsa risultava ancora erogata alle strutture. Gli uffici dell'amministrazione regionale, pur avendo acquisito nel bilancio la liquidità corrispondente alle risorse trasferite dal governo nazionale, si sono limitati a comunicare di aver avviato le procedure per l’attribuzione delle indennità agli enti gestori. Poiché si tratta di interventi rilevanti, di per sé capaci di modificare in positivo la condizione esistenziale dei soggetti più fragili, appare necessario ed urgente che le competenti amministrazioni regionali chiariscano se, quando e in che misura le risorse ricevute sono state trasferite alle strutture destinatarie. Oppure, qualora ciò non si sia ancora verificato, quando intendono farlo.
 di Franco Garufi

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