Lo Monaco: la politica si impegni per sostenere i più fragili
“Di fronte alla drammatica situazione sociale ed economica che la pandemia ha accentuato non si può essere né neutrali né indifferenti né ridurre tutto all’autoreferenzialità politica che non tiene in alcun conto del bene comune presente e futuro”. E' stato chiaro il presidente del Centro Pio La Torre, Vito Lo Monaco, agli Stati generali della Sicilia democratica celebrati ai Cantieri culturali di Palermo. Lo Monaco ha sottolineato le priorità da affrontare tra cui organizzare dal basso la partecipazione democratica delle persone sui diritti del lavoro, sociali e civili; contrastare la povertà, la disuguaglianza, l’ingiustizia sociale; cancellare il disagio sociale con un nuovo modello di sviluppo finalizzando le risorse regionali, nazionali, europee del Pnrr e dei fondi strutturali, al superamento del modello neoliberista causa della crisi economica e sociale su cui ha gravato la pandemia; rigenerare le rappresentanze politiche in sintonia con tali obiettivi di crescita e di democrazia probabilmente non ripetibili.
Alla kermesse giovani e anziani si sono dati la mano nel segno dell'impegno. Come dice Claudio Reale su Repubblica, le Acli e il Pride erano seduti uno accanto all’altro, con il diciassettenne Francesco Gitto vicino a Carlo Vizzini, ministro della Repubblica oltre vent’anni prima che lui nascesse. Anchee i partiti erano presenti, ma in seconda e terza fila: il segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo dice alla fine di aver « sentito molte pietre miliari del nostro percorso » , il leader dei Centopassi Claudio Fava invita a «non limitarsi a fare la somma delle singole proposte » , il deputato grillino Luigi Sunseri chiede «incontri tematici territoriali » per costruire il resto del percorso, ma in primo piano ci sono soprattutto il mondo delle associazioni e dei movimenti. E l’applauso più lungo arriva all’intervento molto critico di Luigi Carollo del Palermo Pride: « O stai con le organizzazioni non governative o stai con la guardia costiera libica e rifinanzi le missioni – sbuffa – Non dobbiamo arrenderci all’egemonia culturale della destra: magari la facciamo perdere, ma portiamo quel pezzo di cultura dentro di noi».
«Adesso – rivendica Nino Tilotta del comitato organizzatore – è necessario rispetto. Spesso, a sinistra, abbiamo rispettato quello che ci sta accanto meno del nostro avversario » . « Nelle nostre analisi – riflette Mariangela Di Gangi del Laboratorio Zen Insieme – dimentichiamo sempre l’inclusione. Anzi: adesso il tema diventa l’espulsione di amplissime parti della città. Ci manca il punto di vista del 90 per cento della gente». La preside dello Sperone Antonella Di Bartolo tiene le fila del dibattito che si conclude a tarda sera con l’intervento di Salvo Lipari dell’Arci, che parla della costruzione di un progetto che «parte da Palermo e ha ambizioni regionali. Proveremo a riconnettere i vari pezzi, dalla società civile organizzata agli amministratori». E Maria Terranova, la sindaca che a Termini Imerese ha dimostrato che una vittoria giallorossa è possibile anche in Sicilia, prende la parola fra i primi e invita tutti alla concretezza dicendo che « i Comuni vivono una situazione disastrosa. Non possiamo partecipare ai bandi perché non abbiamo i soldi per progettare. Il Pnrr, al momento, resta solo una bella sigla scritta lì», taglia corto. Segue il sindaco di Siracusa Francesco Italia: « Il problema – commenta - è proprio a chi si rivolge la politica. Il confronto è di fondamentale importanza». «Gli amministratori – prosegue il primo cittadino che sta cercando di rifondare Troina, Fabio Venezia – hanno bisogno di essere coinvolti. Bisogna riconnettere le classi dirigenti » .
Poi parla Cleo Li Calzi, responsabile del dipartimento Sviluppo economico per il Partito democratico di Palermo: «Le questioni dell’occupazione femminile e giovanile – sillaba – non devono essere trattate al ministero delle Pari opportunità, devono essere trattate al ministero dell’Economia » . « Qui – si compiace Barbagallo – si va verso la costruzione di un centrosinistra allargato. Ad esempio sono contento che ci siano molti esponenti del Movimento 5 Stelle qui. Adesso bisogna centrare il dibattito sulle idee». E coinvolgere i giovani responsabilmente, da protagonisti. « Non parlate al posto nostro » , ammonisce Carmen Buglisi, 19 anni, neo- diplomata all’Umberto, rappresentate degli studenti medi, a una platea dove i giovani sono ancora pochi. Ma dove quelli che ci sono vogliono far sentire la propria voce. Giorgio Pace di anni ne ha 21 e quando sente qualcuno dire che se la sinistra non si dà una smossa regalerà l’Isola alla destra, si arrabbia: «Ma è possibile che l’obiettivo sia solo questo e non quello di costruire qualcosa? » . Pace è una Sardina e con una dozzina di coetanei ha fondato un’associazione, Amunì, che parla di sogni e di futuro nelle scuole di Settecannoli. Lui è nato e cresciuto allo Sperone e sogna di fare il magistrato: «C’è uno scollamento tra la politica e le persone; tra il centro e le periferie; tra la narrazione della città e i problemi reali». Ribatte Elvira Vernengo, Sardina anche lei, 52 anni, commerciante e ambientalista: è il brutto a generare bruttezza: «In corso dei Mille hanno abbattuto i ficus e le persone sono contente perché possono vedere la strada: è questo quello che stiamo costruendo».
Roberta Bellia, 20 anni, in politica ci ha messo la faccia: si è candidata con una lista civica legata a Claudio Fava alle amministrative della sua cittadina, Carini, ed è stata eletta in Consiglio comunale. « Non è vero che ai ragazzi non interessa la cosa pubblica: ma devi raccontargliela, fargli capire che riguarda anche loro ». Lei ha cominciato a scuola, con la consulta giovanile, sogna di lavorare nella cooperazione internazionale « ma poi mi viene voglia di lottare per la disuguaglianza sociale che vedo nella piazza di Carini». E consigliera comunale è anche Antonella Russo che a Messina sta provando a ricostruire un Pd in pezzi, commissariato per anni. «Dobbiamo cambiare rotta, ricominciare a parlare a chi vive il disagio nelle strade, nei quartieri». Giuseppe Lipari, 23 anni, a Palermo rappresenta l’associazione Global student Forum che mette in rete studenti di tutto il mondo. Si arrabbia «perchè non possiamo accettare che in piena estate per andare da Palermo a Catania ci vogliano quattro ore di viaggio: inaccettabile». Francesco Gitto, 17 anni, arrivato da Milazzo «per ascoltare » , è il più giovane in platea. Pure Giuseppe Barresi è arrivato da Messina. Coordinatore degli studenti medi, dice che senza i ragazzi non si costruisce il domani: «Stateci a sentire», ammonisce.
Ultimi articoli
- Natale, un po' di rabbia
e tanta speranza
nella cesta degli auguri - Lotte e sconfitte
nelle campagne siciliane
al tempo di Ovazza / 1 - La legge bavaglio imbriglia l'informazione
- Perché l’Occidente si autorinnega
- Ovazza, storia di un tecnico
prestato alla politica - Si smantella l’antimafia
e si indebolisce lo Stato - C’era una volta l’alleanza progressista
- Vito Giacalone, un secolo
di lotte sociali e politiche - Violenza sulle donne, come fermare
l’ondata di sangue - Ovazza, l'ingegnere ebreo comunista
padre della riforma agraria