Leggi chiare e burocrazia minimale per rilanciare l'Italia

Società | 21 maggio 2020
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La dolorosa emergenza sanitaria causata dalla pandemia di COVID 19, ha portato con sé anche una gravissima crisi economica per l’intero paese più grave del dopoguerra. Questo periodo storico seppure così duro può diventare un monito per il futuro, aiutandoci a correggere errori che diversamente potrebbero intralciare la ripresa. Andare avanti è un imperativo ma ogni giorno ci si imbatte nella ripetitività e spesso contraddittorietà delle leggi e nel groviglio della burocrazia. Questo è l’appello paradossale causato innanzitutto dal proliferare di normative disordinate e farraginose. Il protrarsi di questa condizione ormai da molti anni rende sicuramente più ostica e lenta la ripresa, rallentando e ritardando eccessivamente l’attività della Pubblica Amministrazione in questo momento indispensabile, oggi ancora più di prima.

La crisi dello Stato è legata anche all’incapacità del legislatore di discernere con chiarezza ciò che potrebbe essere il meglio per i cittadini.

La domanda che gli amministratori devono porsi riguarda l’adeguatezza delle regole ai cambiamenti che la società sta gradualmente subendo.

L’incertezza delle norme da applicare è il nemico peggiore per un paese che deve ritrovare soprattutto fiducia in se stesso.

Da tempo assistiamo ad un vero e proprio ginepraio, una selva di regole. Tante leggi allestite dal parlamento europeo, dal parlamento nazionale, dal parlamento regionale. Tante leggi nuove, altre che si rinnovano, che si integrano o sostituiscono, che si contraddicano intrecciandosi tra loro. Regole che debbono essere calate nella Pubblica Amministrazione; negli enti locali che sono realtà complesse e differenziate nei quali la dialettica politica, già di per sé, porta spesso a comportamenti ondivaghi e non ottimali sul piano dell’efficienza gestionale.

Una legge scritta male, o male interpretata, di difficile decifrazione, comunque non chiara, è causa di stasi nella gestione dei servizi per i cittadini, e questo non è un giudizio ma una evidenza.

Ci auguriamo che in un prossimo futuro si possono leggere regole tutte d’un fiato, senza dover ricorrere ad acrobazie interpretative. Del resto una amministrazione efficace è una amministrazione il più possibile libera da un sovraccarico normativo. Torna sempre di attualità, l’ammonimento degli antichi romani secondo cui la corruzione della res pubblica nasce dalla ressa abnorme del numero delle leggi.

Il cambiamento, oggi vitale, può nascere solamente da leggi chiare e per questo applicabili con certezza.

 di Domenico Tuttolomondo

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