Leggerezza e accettazione antibiotici per l’esistenza, Bonolis in libertà

Cultura | 7 ottobre 2019
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Riflessioni ad alta voce diventate appunti scritti, quelli che ora aprono i diciotto capitoli di 'Perché parlavo da solò (pp.336, euro 19), il libro in cui Paolo Bonolis svela per la prima volta il suo mondo oltre lo schermo. Un diario intimo e ironico alla ricerca del senso della vita che arriva in libreria il 1 ottobre per Rizzoli in cui Bonolis si interroga sul mondo, sulla felicità, sulla televisione, sullo stupore, sull'amore e la famiglia, sulla tecnologia che non rispetta i ritmi della biologia, sullo sport che è passione e su Roma. Un libro da consegnare ai suoi figli e a tutti quelli che nel tempo l’hanno apprezzato o anche criticato che sarà presentato in un tour nei teatri italiani: il primo appuntamento è al Teatro Manzoni di Milano con Bonolis in dialogo con Mario Calabresi mentre a Roma sarà il 29 ottobre al Teatro Eliseo con Walter Veltroni. «Viaggia veloce il fiume del tempo, molto più di quanto scorreva in passato. 

E scava sempre più profondo il canyon che attraversa» scrive Bonolis. "I miei figli sono dall’altra parte e potrebbero partire prima che possa raggiungerli» scrive. «Gli vorrei consegnare quello che ho conservato. Non c'è molto tempo e, senza il mio bagaglio, ho paura che il loro viaggio possa essere più faticoso di quello che intrapresi io. Ho 58 anni adesso che scrivo e, il mio viaggio, l’ho iniziato che ero ragazzo. A quei tempi anche mio padre mi consegnò il suo bagaglio, ma gli bastò allungare un braccio per passarmelo» dice Bonolis, nato a Roma nel 1961, che negli ultimi quarant'anni ha condotto sia per la Rai sia per Mediaset importanti trasmissioni tra cui il Festival di Sanremo ed è stato ideatore, autore e anima di programmi innovativi di straordinario successo che hanno segnato la storia dell’intrattenimento in tv. 

Da sempre Bonolis, come racconta lui stesso, parla da solo per tornare sui suoi pensieri, elaborarli, rivoltarli. E’ nato così questo flusso appassionato e coinvolgente di riflessioni, ricco di ricordi di personaggi ed episodi, in cui Bonolis sorprende i lettori con le sue domande ora poetiche ora al vetriolo: leggerezza e accettazione sono antibiotici per l’esistenza? Un amore è un dato oggettivo o un fiume di farfalle?



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