Le vistose assenze dei parlamentari siciliani a Roma
Solo 13 dei 77 parlamentari siciliani della XVII legislatura hanno un indice di produttività superiore a 200 punti, soglia raggiungibile semplicemente con le presenze ai lavori d’aula. E i dati non sembrano essere tanto più confortanti se si guarda all’intera compagine parlamentare: soltanto il 5,88% dei 950 onorevoli e senatori in carica svolge un ruolo attivo nella produzione legislativa delle due camere. La maggioranza ha, dunque, un peso marginale. Per oltre il 70% dei membri, infatti, l’indice di produttività, per il quale sono presi in considerazione gli interventi in commissione e in aula oltre che le presenze alle votazioni, è al di sotto dei 200 punti.
E, addirittura, il 35% dei parlamentari ha un punteggio inferiore a 100. Stando ai dati contenuti nel minidossier “Indice di produttività parlamentare 2016” dell’associazione Openpolis e aggiornati al 21 novembre u.s., quasi la metà dei parlamentari siciliani ha un indice al di sotto di 100. Gli inquilini siciliani di Montecitorio con punteggi superiori a 200 sono Marco Causi (PD, 649,92), Claudia Mannino (M5S, 412,72), Giulia Grillo (M5S, 341,56), Giovanni Mario Salvino Burtone (PD, 316,69), Marialucia Lorefice (M5S, 226,19), Riccardo Nuti (M5S, 222,05) e Giuseppe Berretta (PD, 215,28). Maglia nera va, invece, a Francantonio Genovese (FI-PdL, 5,13), Carmelo Lo Monte (Misto, 19,02), Antonio Martino (FI-PdL, 24,25), Francesco Saverio Romano (SCCI-MAIE, 48,26) e Daniela Cardinale (PD, 48,5).
A Palazzo Madama, tra i senatori isolani più produttivi vi sono Antonio D'Ali' (FI-PdL, 531,14), Giuseppe Lumia (PD, 305,29), Giuseppe Francesco Maria Marinello (AP, 273,07), Nunzia Catalfo (M5S, 237,63), Francesco Campanella (Misto, 218,56) e Fabrizio Bocchino (Misto, 209,14). I meno virtuosi, invece, sono Renato Giuseppe Schifani (FI-PdL, 28,23), Mario Francesco Ferrara (GAL, 45,23), Bruno Alicata (FI-PdL, 46,43), Francesco Scoma (FI-PdL, 47,45) e Simona Vicari (AP, 51,7). I punteggi superiori a 200 denotano un’attività più incisiva rispetto alla semplice presenza alle votazioni. Come specificato nel minidossier, infatti, alcuni elementi “come le presenze, assicurano una posizione nei due intervalli di punteggio più bassi (fino a 200 punti). Altre, come la relazione su atti di media importanza, possono portare fino alle fasce intermedie. Infine, nelle fasce di punteggio più alte, troviamo i parlamentari che hanno presentato ddl poi diventati legge, o che hanno relazionato atti chiave”.
Anche tra i gruppi parlamentari di entrambi i rami del Parlamento la produttività non è distribuita in maniera uniforme. È Forza Italia, alla Camera, ad essere meno produttiva con l’86% dei membri sotto la media. Seguono Scelta civica – Maie (75%) e Partito democratico (72,09%). Il gruppo più virtuoso a Montecitorio è la Lega Nord, seguito da Si-Sel e dal Movimento 5 stelle. Ed è la Lega Nord ad essere l’unico gruppo a Palazzo Madama ad avere la maggior parte dei membri sopra la media di produttività dell’aula, mentre Grandi autonomie e libertà è quello in cui ben il 92,86% dei componenti ha un punteggio sotto la soglia media di produttività. Seguono, sempre al Senato, Alleanza Liberalpopolare-autonomie (83,33%), Forza Italia (76,19%) e Area popolare (Ncd-Udc, 65,52%). Movimento 5 stelle (57,14%) e PD (56,26%) hanno un dato sotto il trend generale dell’aula. Il dossier puntualizza che un’alta percentuale di presenze non è sufficiente per raggiungere un punteggio elevato. Anzi, spesso, chi è molto presente ha un risultato sotto la media.
Alla Camera, ad esempio, 81 deputati hanno una percentuale di presenze oltre il 90%, ma il 72,84% di essi produce meno della media e solo 7 rientrano tra i primi 100 più produttivi. Il loro indice, messi tutti e 81 insieme, è di 145,18 (meno di quello dell’aula che è di 167,33). A Palazzo Madama, invece, la partecipazione ai lavori d’aula sembra influire un po’ di più sul punteggio totale. Il 40,79% dei più presenti (oltre il 90% di presenze) rientra nella top 100 della produttività del Senato. Si tratta di 76 senatori con una media di produttività superiore al resto dell’aula (209,73 contro 175,08). Nonostante ciò, però, il 44,74% di essi compare nella seconda metà della classifica della produttività. L’indice di produttività, tuttavia, si focalizza sulle attività istituzionali tracciabili, tralasciando aspetti a cui un politico dedica tempo ed energie, come i rapporti con il territorio, il dialogo con gli attori sociali o la vita di partito. A ciò si aggiunga che le valutazioni di Openpolis risultano incomplete per via delle difficoltà di accesso alle informazioni man mano che ci si avvicina ai centri decisionali. Come denuncia Openpolis, infatti, non è possibile avere notizie di ciò che accade nelle commissioni parlamentari, cuore del processo legislativo.
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