Le stragi nazifasciste di gente povera e inerme e la giustizia negata in Sicilia

Cultura | 28 ottobre 2022
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Tutto cominciò in Sicilia con eccidi di gente povera e inerme. Qui le truppe nazifasciste

inaugurarono la pratica delle stragi delle popolazioni civili

proseguita al Nord e anche all’estero: una vergogna che per anni

è stata sepolta tra i 695 fascicoli di un armadio chiuso e

dimenticato. «Questo è un caso doloroso di giustizia negata», ha

detto il procuratore generale della corte d’appello militare di

Roma, Marco De Paolis, che a quelle storie ha dedicato 18 anni

della propria vita professionale, promuovendo processi e

ottenendo 17 ergastoli. Ora ne ha ricavato una mostra a palazzo

Sclafani a Palermo con il sostegno della Fondazione Federico II

e del comando militare Esercito Sicilia. «È una installazione

che ci fa diventare testimoni di quei fatti e protagonisti di

una operazione di memoria destinata soprattutto ai giovani», ha

detto la direttrice della Federico II, Patrizia Monterosso.

La mostra, che resterà aperta fino al 5 gennaio 2023, è

composta da pannelli, foto, filmati, narrazioni orali, oggetti,

documenti e schede storiche: raccontano le tappe del percorso

doloroso della costruzione della Repubblica. Il titolo

dell’esposizione, «Nonostante il lungo tempo percorso..."

riprende, rovesciandone il senso, un brano del provvedimento con

cui nel 1960 il procuratore generale militare del tempo archiviò

tutti i fascicoli sulle stragi nazifasciste. «Queste parole -

scrive De Paolis - noi le abbiamo interpretate come il recupero

dei valori sui quali è costruita oggi la nostra nazione».

Quella storia terribile è raccontata anche attraverso i

numeri: 70 mila vittime militari in Europa in quasi cento

episodi, quasi 25 mila vittime civili in Italia in 5872 episodi.

Sul fronte giudiziario sono 24 i processi celebrati in Italia

dopo la scoperta dell’armadio della vergogna. Ma non si tratta

solo, ha sottolineato De Paolis, di atti giudiziari. Quelle

carte hanno soprattutto un valore storico di grande importanza.

La mostra, che dopo l’inaugurazione al Vittoriano è diventata

itinerante, nasce dal progetto di De Paolis di costituire un

centro permanente di documentazione dei crimini di guerra e dei

processi. Quell'idea ha cominciato a prendere la forma iniziale

della mostra su proposta del capo di Stato maggiore, Enzo

Vecciarelli, e dell’ex ministro della difesa, Lorenzo Guerini. 

Il pannello sulle stragi in Sicilia riassume 17 episodi con

60 vittime. Il primo eccidio venne compiuto a Canicattì il 12

luglio: furono uccise sei persone che facevano festa a soldati

tedeschi in ritirata scambiati per americani. Più grave la

strage di Castiglione di Sicilia del 3 agosto: 16 civili

rinchiusi in una chiesa e poi fucilati in strada.

Era l’inizio di una lunga e impressionante catena di orrori.



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