Le stragi nazifasciste di gente povera e inerme e la giustizia negata in Sicilia
Tutto cominciò in Sicilia con eccidi di gente povera e inerme. Qui le truppe nazifasciste
inaugurarono la pratica delle stragi delle popolazioni civili
proseguita al Nord e anche all’estero: una vergogna che per anni
è stata sepolta tra i 695 fascicoli di un armadio chiuso e
dimenticato. «Questo è un caso doloroso di giustizia negata», ha
detto il procuratore generale della corte d’appello militare di
Roma, Marco De Paolis, che a quelle storie ha dedicato 18 anni
della propria vita professionale, promuovendo processi e
ottenendo 17 ergastoli. Ora ne ha ricavato una mostra a palazzo
Sclafani a Palermo con il sostegno della Fondazione Federico II
e del comando militare Esercito Sicilia. «È una installazione
che ci fa diventare testimoni di quei fatti e protagonisti di
una operazione di memoria destinata soprattutto ai giovani», ha
detto la direttrice della Federico II, Patrizia Monterosso.
La mostra, che resterà aperta fino al 5 gennaio 2023, è
composta da pannelli, foto, filmati, narrazioni orali, oggetti,
documenti e schede storiche: raccontano le tappe del percorso
doloroso della costruzione della Repubblica. Il titolo
dell’esposizione, «Nonostante il lungo tempo percorso..."
riprende, rovesciandone il senso, un brano del provvedimento con
cui nel 1960 il procuratore generale militare del tempo archiviò
tutti i fascicoli sulle stragi nazifasciste. «Queste parole -
scrive De Paolis - noi le abbiamo interpretate come il recupero
dei valori sui quali è costruita oggi la nostra nazione».
Quella storia terribile è raccontata anche attraverso i
numeri: 70 mila vittime militari in Europa in quasi cento
episodi, quasi 25 mila vittime civili in Italia in 5872 episodi.
Sul fronte giudiziario sono 24 i processi celebrati in Italia
dopo la scoperta dell’armadio della vergogna. Ma non si tratta
solo, ha sottolineato De Paolis, di atti giudiziari. Quelle
carte hanno soprattutto un valore storico di grande importanza.
La mostra, che dopo l’inaugurazione al Vittoriano è diventata
itinerante, nasce dal progetto di De Paolis di costituire un
centro permanente di documentazione dei crimini di guerra e dei
processi. Quell'idea ha cominciato a prendere la forma iniziale
della mostra su proposta del capo di Stato maggiore, Enzo
Vecciarelli, e dell’ex ministro della difesa, Lorenzo Guerini.
Il pannello sulle stragi in Sicilia riassume 17 episodi con
60 vittime. Il primo eccidio venne compiuto a Canicattì il 12
luglio: furono uccise sei persone che facevano festa a soldati
tedeschi in ritirata scambiati per americani. Più grave la
strage di Castiglione di Sicilia del 3 agosto: 16 civili
rinchiusi in una chiesa e poi fucilati in strada.
Era l’inizio di una lunga e impressionante catena di orrori.
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