Le ricche Regioni del Nord avviano la spesa europea, il Sud la ignora
Il Gruppo CLAS è un'associazione di 80 professionisti nel campo dello sviluppo territoriale, con sede a Milano, che ha tra i suoi principali esponenti il professor Lanfranco Senn ordinario di Economia regionale e di Economia urbana presso l'Università Bocconi di Milano. Il Gruppo è stato incaricato, lo scorso settembre, di sviluppare il progetto di ruralità mediterranea denominato RADAMES (Rete Aree e Distretti Agro-ambientali per la movimentazione turistica l'Escursionismo e lo Svago) proposto congiuntamente da quattro GAL (Gruppi di azione Locale) della Sicilia Orientale , il GAL Etna, il GAL Eloro, il GAL Kalat, il GAL Terre dell'Etna e dell'Alcantara. Della presenza del Gruppo Clas in Sicilia, che cito a titolo di cronaca ed è di per sé un fatto positivo per gli orizzonti di rapporti nazionali che apre ai GAL che l'hanno scelto, mi sono accorto cercando sul web informazioni a proposito dell'articolo pubblicato sul quotidiani di Confindustria a proposito dei primi dati sulla programmazione 2014-2020 forniti dall'Osservatorio “Il Sole 24 ore- Gruppo Clas”. Il dato che colpisce è relativo, guarda caso, proprio alla quasi totale assenza delle regioni del Mezzogiorno tra quelle “virtuose” che sono riuscite a far partire i bandi del nuovo ciclo di programmazione dei fondi strutturali e di investimento europeo. I tre programmi operativi italiani (sul totale di 50) ai quali la Commissione Europea non ha ancora il via libera sono, non a caso, il FESR Campania e il plurifondo della Calabria tra i POR e, tra i programmi operativi nazionali, quello denominato “Legalità” che riguarderà le cinque regioni del Sud meno sviluppate (337 milioni di euro di finanziamenti, di cui 94 di cofinanziamento nazionale). Dei 47 programmi operativi approvati, 24 non hanno ancora provveduto a pubblicare bandi, mentre gli altri 23 sono già operativi. Il Rapporto ricorda che La Toscana primeggia con 17 avvisi, seguita da Emilia Romagna e Liguria, a pari merito a quota 11, mentre Friuli Venezia Giulia e Lombardia hanno finora pubblicato 10 bandi ciascuna. Ciò è stato reso possibile dal fatto che si tratta di programmi approvati dalla Commissione già la scorsa primavera (come la gran parte dei programmi FSE e molti FESR del Centro-Nord) o addirittura, come nel caso della Toscana, grazie al fatto che l'amministrazione regionale ha anticipato risorse dal proprio bilancio. Nel rapporto dell'Osservatorio si fa cenno anche alla Sicilia, ma esclusivamente per quanto riguarda il FSE. Infatti, otto amministrazioni (Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Toscana, Marche, Lazio, Basilicata e Puglia) hanno avviato tempestivamente sia il Por FESR (Fondo europeo di sviluppo regionale) sia quello FSE (Fondo sociale europeo). Cinque (Friuli Venezia Giulia, Trento, Sardegna, Sicilia e Veneto) hanno puntato sul FSE, mentre 3 (Bolzano, Umbria e Valle d' Aosta) sono partite dal FESR. Com'è noto il programma operativo del fondo sociale siciliano è stato approvato con diversi mesi di anticipo su quello del FESR e sul PSR; tuttavia non risulta ancora avviato alcun bando. Le aree prioritarie scelte per i primi bandi dalle regioni più avanzate privilegiano l'innovazione, l'istruzione sopratutto tecnica superiore, l'occupazione di qualità, lo sviluppo dell PMI nel settore agricolo e della pesca, l'efficienza energetica. A livello complessivo le Regioni del Centro-Nord prevedono di dedicare a questo tema 1,7 miliardi (tra fondi Ue e cofinanziamento nazionale).
Nel Sud la quota prevista è invece pari a 1,5 miliardi, metà dei quali verrà messa sul piatto dalla Puglia. Il dato in comune tra tutte le regioni più avanzate è la grande attenzione posta dai primi bandi al tema dell'intervento sui giovani e sulla creazione di nuove opportunità di lavoro per le nuove generazioni, anche attraverso la valorizzazione degli strumenti per incentivare l'auto-imprenditorialità. In sostanza, le rilevazioni dell'Osservatorio confermano il ritardo con cui le regioni meridionali, e la Sicilia in particolare, si presentano ai nastri di partenza della nuova programmazione. Cos'altro serve per sollecitare una discussione reale sull'utilizzo dei fondi strutturali e di investimento europeo? Oppure ancora una volta dovremo rassegnarci all'elenco delle occasioni perdute? Nel frattempo ad un mese e mezzo dalla scadenza dell'ultima proroga utile per l'utilizzo delle risorse del 2007-2013, nessuno sa esattamente a che punto sta la certificazione della spesa, anzi le notizie giunte da Bruxelles sono preoccupanti e fanno temere il disimpegno di oltre 800 milioni di euro alla fine dell'anno. Nel frattempo, il testo del POR FESR resta ben custodito nei cassetti nell'assoluto silenzio di coloro- governo regionale e alta burocrazia regionale- che dovrebbero metterlo a disposizione delle forze sociali e produttive e dei cittadini siciliani. Davvero un bell'esempio di trasparenza!
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