Le reti sociali al tempo di internet

Società | 6 marzo 2015
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Le reti sociali, che collegano persone con interessi e valori comuni, sono strutture relazionali da sempre esistite. Lo sviluppo di internet le ha potenziate e ha creato le condizioni per la loro diffusione a livello globale, grazie all’abbattimento delle barriere geografiche. In particolare, il web 2.0 - quello delle comunicazioni in  tempo reale - ha reso possibile l’estensione dei principi delle reti sociali reali agli ambienti virtuali della rete così come, d’altro canto, ha modificato la nostra vita reale nei suoi aspetti relazionali, comunicativi, nelle abitudini, ecc ... Questo costante rimando tra reale e virtuale dà a ciascun individuo  un potente strumento per creare e modificare la propria esperienza sociale. Per analizzare più da vicino i mutamenti prodotti dai social media/network, abbiamo chiesto il supporto di Antonio La Spina, sociologo presso la LUISS di Roma.

1) La comunicazione nei social network è priva degli elementi extralinguistici tipici delle situazioni  face to face. Considerato che tra l’esperienza sociale reale e quella virtuale vi è un costante processo di ibridazione,  quali mutamenti hanno prodotto i SN nelle modalità di comunicazione e nel linguaggio? 

Non direi che sia priva di elementi extralinguistici (se con extralinguistici si intende non verbali). Se una persona mette su Facebook o Whatsapp un'immagine, una fotografia o un filmato, è comunicazione non verbale. I SN hanno prodotto e stanno producendo molti mutamenti, nelle cerchie di persone che li usano e un po' anche in coloro che non li usano. Il linguaggio scritto, che in genere era più attento e meditato - scripta manent - diviene sempre più sincopato, emotivo e impulsivo (oltre che sgrammaticato). L'anonimato di cui molti si avvalgono può favorire, in assenza dell'interiorizzazione di regole di buona condotta e buona educazione, l'aggressività, l'insulto, la mistificazione, l'opportunismo. Si crede che tutti debbano essere sempre reperibili, con corrispondenti limitazioni e violazioni della sfera privata.

 

2) Tra le caratteristiche della rete, oltre al rafforzamento dei ‘legami deboli’, vi sono l’inclusività - l’accesso è consentito a chiunque - e l’uguaglianza - si dà per presupposto che tutti siano sullo stesso piano. Tenuto conto degli elementi propri degli ambienti virtuali, quali cambiamenti hanno apportato i SN nelle relazioni interpersonali?

Si possono certo rafforzare o meglio facilitare i 'legami deboli' (intesi come quelli tra persone che si conoscono poco, e non sulla base di radici familiari o rapporti consolidati di interesse). Ma non solo quelli. L'inclusività, poi, può essere graduata, e anche molto, a seconda del medium. Si può decidere di riservare certe comunicazioni solo ad alcuni, o di non rivelare a chi le si sta mandando, e così via. Anche l'eguaglianza vale in linea di principio, ma in concreto non sempre, com'è naturale. Ad esempio, se Tizio interagisce con la pagina Facebook di un noto scrittore o cantante, in teoria vi è eguaglianza, in pratica no. Ciò avviene, ancor più nettamente, con Twitter e con i followers.

 

3) Si è sviluppato un nuovo modo di concepire l’informazione su internet: non legata esclusivamente ad un portale più o meno istituzionale, ma facente leva sugli utenti, quindi sulla condivisione, sul passaparola. Quali implicazioni ha la ‘disintermediazione’ delle testate sulla qualità dell’informazione – c’è un rischio di overload informativo? – e sulle potenzialità di partecipazione in senso lato?

Il giornalismo su internet e il citizen journalism (giornalismo partecipativo), che a seconda di come lo definiamo non coincide con il primo, hanno pregi e difetti. La testata cartacea che ha anche una versione on line, ovvero la testata che compare soltanto on line, hanno comportato per le routine di produzione delle notizie notevoli cambiamenti. Il quotidiano che usciva una volta al giorno veniva battuto dai telegiornali. Adesso i tg possono essere battuti dalle testate on line. Il giornalismo partecipativo è dato dall'interazione continua tra le testate on line e i loro lettori, che fanno commenti, integrano informazioni, dicono la loro. Ma potrebbe anche riferirsi al sorgere di siti che hanno un intento più o meno giornalistico (informazione/commento) senza però avere, spesso, la professionalità e l'apparato produttivo che ci si attende da una vera testata. Ciò può essere un arricchimento, quanto a numerosità e pluralismo degli organi di informazione. Ma può esservi anche il rischio che alcuni di tali siti mettano in circolazione informazioni false o interessate, manipolate, diffamatorie, intimidatorie e così via. Ciò avviene anche nelle testate giornalistiche, ma in questo caso sono astrattamente previsti meccanismi sanzionatori (civili, penali, disciplinari) specificamente rivolti a prevenire tali condotte illecite.

 

4)Tenuto conto che il grado di coinvolgimento degli utenti con i SN è vario - qualcuno li usa solo per curiosare, altri, all’opposto, interpretano la vita virtuale come reale - potrebbe delineare dei profili di utenti?

Il ragionamento dovrebbe essere molto articolato. In sintesi, si potrebbero distinguere gli utenti che usano i SN per lavoro, ovvero come un mezzo di comunicazione (analogo al telefono o all'email), oppure come luogo di intrattenimento e gratificazione. Ma i tre aspetti tendono a confondersi tra loro. Il giovane disoccupato, il manager indaffarato,  l'intellettuale talora stanno ore e ore incollati al pc, al tablet o allo smartphone mescolando i tre livelli e facendosi risucchiare nella rete.                                                                                                                               

                                                                                                                                                            

 

 

 

 di Alida Federico

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