Le opportunità perdute dalla Sicilia

Economia | 13 gennaio 2016
Condividi su WhatsApp Twitter

Siamo ormai a gennaio inoltrato 2016, ma si continua a parlare della travagliata coda del ciclo di programmazione 2007-2013. Come d’abitudine, i siciliani non ci facciamo mancare niente: dai toni catastrofici del giornalista che annuncia scatafasci (la Sicilia perderebbe un miliardo e mezzo di euro, bontà sua!) all’altrettanto ingiustificato “tutto va bene madama la marchesa” che è diventato il refrain  del nostro benemerito presidente della regione. A fare chiarezza aiuta, ancora una volta, il monitoraggio dell’osservatorio Il Sole 24 ore- Gruppo Clas che ha elaborato gli ultimi dati  della ragioneria di Stato, aggiornati al 31 ottobre , sulla spesa dei fondi UE. Per il FSE la regione più virtuosa è l’Emilia Romagna che ha superato del 5,4% l’obiettivo assegnatole. Per il FESR si mette in buona evidenza la Puglia che guida la classifica del fondo per lo sviluppo regionale con una performance superiore del 7,7% rispetto al target prefissato. Inoltre questa regione, con il 96,9% vanta la migliore quota di spesa certificata per il programma. Per i PON, i programmi nazionali gestiti dai ministeri, il migliore è stato quello “Istruzione e ambienti per l’apprendimento” che ha superato del 10% il target, mentre quello dedicato alle reti e infrastrutture ha registrato una spesa certificata inferiore del 38% rispetto alle attese.  In generale, i dati alimentano qualche preoccupazione: la fine del 2015 ha rappresentato il termine ultimo entro il quale andavano effettuati i pagamenti che la Commissione Europea dovrà rendicontare entro il 31 marzo di quest’anno, cioè tra poco più di settanta giorni.    Siamo, quindi, al redde rationem. La situazione a fine ottobre è nel complesso preoccupante: solo sette programmi su cinquantadue hanno raggiunto e superato la soglia del 100%. Alla fine di ottobre doveva essere ancora eseguito il 14,7% dei pagamenti pari a 6,8 miliardi di euro. Di questi la quota maggiore riguarda i programmi cofinanziati dal FESR nelle regioni del Sud pari a 6,8 miliardi di euro.   Ripeto: il monitoraggio risale alla fine di ottobre:.  Secondo i dati Dell’Osservatorio la spesa certificata alla fine di ottobre ha raggiunto la quota di 35,8 miliardi pari al 77% degli importi disponibili contro l’89% previsto dal Governo.  Il monitoraggio registra quindi, a quella data, un ritardo significativo, ma solo dai dati relativi alla spesa certificata al 31 dicembre 2015 sarà possibile capire quale è il rischio effettivo di disimpegno che correranno l’Italia nel suo complesso ed i singoli programmi.  E’ normale che, nel momento in cui i tempi vanno a stringere e le operazioni di chiusura dei programmi devono sottostare alla complessità (a volte decimante farraginosità) delle procedure previste dalla Commissione, il monitoraggio operato tre mesi or sono rischi di non fornire oggi un dato ancora realistico. Anche da ciò derivano gli allarmi, che trovo francamente esagerati, che l?Italia posso esser costretta a disimpegnare sette miliardi, di cui ben uno e mezzo in Sicilia.  Persistono, senza dubbio alcuni rischi connessi all’ingolfamento che si può creare tra chiusura della vecchia programmazione ed avvio della nuova , così come alla mancanza di liquidità che, per quanto riguarda la Sicilia, angustia le casse della Regione. E’ prevedibile che l’Italia non riuscirà ad evitare del tutto i disimpegni, ma  raccomanderei prudenza nelle valutazioni, perché solo alla scadenza del 31 marzo disporremo di cifre reali. Attualmente si tratta  solo di valutazioni, influenzate, tra l’altro, dalle mutevoli esigenze della polemica politica.

Come stava la Sicilia al 31, ottobre, in base alle valutazioni del monitoraggio Sole 24 Ore- Clas? Decisamente male, ed è gravissimo, per quanto riguarda  il FSE dove la regione è distante ben il 20% dal target  e deve ancora certificare un quarto della spesa, cioè oltre 200 milioni di euro. Va un po’ meglio con il FESR grazie all’uso massiccio dei progetti retrospettivi, il meccanismo che consente l’inserimento nella spesa da certificare di progetti già finanziati grazie ad altre fonti di spesa. Un meccanismo sul quale sussiste un caveat della Corte dei Conti siciliana; ma sarebbe davvero incredibile se un tale marchingegno non fosse stato preventivamente concordato con gli uffici di Bruxelles. Il monitoraggio non comprende il PSR, per il quale però notizie di fonte regionale danno la spesa certificata al 100%.  Ci auguriamo sia vero. Comunque, avremo modo di verificare la situazione reale quando saranno pubblicati i dati al 31 dicembre che forniranno una proiezione più dettagliata.  In attesa, non ci resta che incrociare le dita…


 di Franco Garufi

Ultimi articoli

« Articoli precedenti