Le mani delle mafie sui soldi del Pnrr
«La criminalità organizzata continua a rappresentare una minaccia per le nostre imprese, per le istituzioni e la nostra economia. I gruppi del crimine organizzato usano i poteri illegali per infiltrarsi nei vari settori dell’economia, addirittura all’interno delle istituzioni pubbliche, intaccando la sicurezza dei cittadini e la loro fiducia nelle autorità. Contrastare le mafie deve essere una priorità dell’agenda europea». Lo ha detto il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, in un videomessaggio rivolto ai partecipanti della seconda conferenza organizzata nell’ambito della Rete operativa antimafia (@ON) su 'Il contrasto alle organizzazioni criminali di alto livello e «mafia-style - Sfide per le forze di polizia e le autorità giudiziariè, che si apre oggi a Palermo. «Nella sua strategia sulla sicurezza l’Unione ha ribadito la necessità di cooperazione tra i vari Stati - ha proseguito - e in questo contesto la cooperazione giudiziaria e l’assistenza operativa sono fondamentali». In questi mesi l’Europol ha avvertito che «la pandemia ha rappresentato un’occasione d’oro per la criminalità che è riuscita a infiltrarsi in vari settori. Queste minacce transazionali richiedono una risposta ordinata e mirata e se è vero che le autorità nazionali sono in prima linea contro le associazioni criminali, non dobbiamo dimenticare che le azioni a livello europeo di partenariato ormai sono fondamentali per garantire una cooperazione efficace». «Per questo, il Parlamento europeo desidera proporre un aggiornamento delle definizioni dei reati penali per sottolineare il carattere transfrontaliero delle organizzazioni criminali - ha concluso Sassoli - e promuovere una maggiore cooperazione necessaria per affrontare questa importante sfida transazionale».
La Dia fa parte di un grande disegno pensato da Giovanni Falcone
«Questo incontro si tiene nell’aula bunker, un luogo simbolico, dove tutto è cominciato. La Dia fa parte di un grande disegno pensato da Giovanni Falcone, la prima concretizzazione di quella visione che adesso è stata espressa nella risoluzione Falcone adottata dalle Nazioni Unite, come la lotta alla criminalità organizzata come lotta di tutti i cittadini. In questo contesto Falcone persegui, attraverso la Dna e Dia, il disegno di fronteggiare la criminalità organizzata attraverso una nuova organizzazione delle indagini», ha detto il presidente del Tribunale di Palermo, Antonio Balsamo, nel suo intervento. «La Dia è diventata poi - ha ripreso Balsamo - un grande modello a livello internazionale. Alla base dell’idea di corpi specializzati nell’attuazione della legge, contenuta nell’articolo 36 sulla corruzione, oggi si tende a parlare a livello internazionale di corruzione organizzata . Ed è anche alla base della della rete @on, di cui si parla con particolare attenzione nella strategia della comunità europea di contrasto alla criminalità organizzata. Uno dei punti cardini strategia Ue è incoraggiare tutti gli stati membri ad aderire alla rete @On, al momento sono 16. Ma obiettivo è di rinforzarla».
«L'incontro di oggi interviene in un momento particolarmente delicato. La crisi economica seguita a quella sanitaria ha determinato condizioni di bisogno, delineando opportunità di profitto per le organizzazioni mafiose, non più orientate soltanto alla vessazione parassitaria dell’economia legale, ma riorganizzate per essere, esse stesse, impresa, condizionando la libera concorrenza, anche oltre i confini nazionali. Di conseguenza, la cooperazione internazionale si conferma lo strumento privilegiato per contrastare lo sviluppo di modelli criminali che guardano con visione globale ai propri interessi», ha sottolineato il generale Teo Luzi, comandante generale dell’Arma dei carabinieri.
Nel mirino i paradisi normativi e non solo quelli fiscali
«Giovanni Falcone per primo ho sollevato il problema della comunicazione tra le procure e le forze di polizia. Devono muoversi sullo stesso canale, con lo stesso impegno e operatività condivisa perchè la disarmonia dei sistemi normativi è fonte di gravissime anomalie operative che favoriscono la criminalità organizzata», ha auspicato il procuratore Antimafia e Antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho. «Per questo, oggi, è sempre più necessario occuparsi dei paradisi normativi e non solo di quelli fiscali - ha proseguito de Raho - di solito le mafie transnazionali usano sistemi sempre più raffinati per infiltrarsi nell’economia e reinvestire i proventi della loro attività sfuggendo ai controlli. Ma la dimensione economica del crimine organizzato e il sistema della corruzione non potranno essere contrastati senza che vengano ampliate le forme di collaborazione di polizia e cooperazione giudiziaria». Secondo il procuratore Antimafia, l’uso strategico delle indagini bancarie, societarie e patrimoniali «sono uno dei pilastri del contrasto alle mafie soprattutto di quelle attuali. Ma per questo serve l’uniformità dei sistemi di prevenzione e contrasto e una collaborazione effettiva. Il crimine organizzato mafioso si proietta oltre i confini del paese origine. Le forze di polizia quindi devono condividere tempestivamente le informazioni con gli altri paesi - ha concluso - superando i rigidi formalismi e arrivando a una condivisione effettiva: i percorsi dei flussi finanziari non possono trovare un ostacolo nell’anonimato».
Contro la criminalità strategia comune dell'Unione europea
«Dal 4 giugno abbiamo registrato più di 1.700 casi criminali rientrati nella nostra competenza e abbiamo avviato 300 indagini per una danno stimato all’Ue di circa quattro miliardi di euro. Abbiamo inoltre confiscato più di dieci milioni di euro perchè provento di attività criminali e indagato su frodi. Riteniamo che ogni anno vengano persi più di cinquanta miliardi di euro nel bilancio dell’Ue per questo tipo di frodi» ja spiegato la dalla procuratrice capo dell’Ue (Eppo) Laura Codruta Kovesi. «Per contrastare le frodi nazionali - ha proseguito - dobbiamo incrociare i percorsi insieme con una strategia a livello europeo. Un approccio nazionale non ha più nessun senso. Devono essere rafforzati forti relazioni con tutti i corpi investigativi. Vogliamo stabilire un rapporto stretto con tutte le procure degli stati membri per creare un coordinamento efficace delle indagini. Questo stretto rapporto apre scenari senza precedenti sul riciclaggio di denaro sporco e le frodi transnazionali. Stimiamo che sono ogni anno 50 miliardi le frodi nel bilancio europeo. Noi come procura europea vogliamo lavorare a stretto contatto con gli stati membri. Noi abbiamo accesso dei registri degli stati membri. Abbiamo anche la possibilità procedimento transnazionali». «Noi siamo qui - ha concluso - per dare una mano anche non esitare a utilizzare le nostre capacità per contrastare i gruppi criminali che oggi sono più smart e vanno affrontati con la massima collaborazione tra gli stati».
«Il giro di affari delle organizzazioni criminali che operano nei Paesi membri dell’Unione Europea ammonta a 110 miliardi di euro, e di questi soltanto il 2 per cento è oggetto di confisca. Da qui l’importanza di concentrarsi sui proventi della criminalità organizzata». A dirlo Jari Liukku capo del dipartimento ESOCC di Europol. «La criminalità organizzata ha raggiunto un livello massimo nell’Unione Europea - ha proseguito -, e questo sta avendo un impatto enorme sulla società: il 70 per cento delle organizzazioni criminali usa la corruzione come mezzo di sostentamento, l’80 per cento punta anche alle infrastrutture legali per infiltrarsi nelle attività e il 60 per cento fa ricorso al riciclaggio del denaro». Di conseguenza, secondo Liukku, «è importante assicurare, anche grazie a Europol, le informazioni ricorrendo ai database che consentano uno scambio di dati tra le forze di polizia», ha concluso.
«Oggi più che mai è necessario un impegno comune nell’azione di prevenzione e contrasto alle mafie ben consapevoli che solo una risposta globale può essere una risposta efficace contro il fenomeno della criminalità transnazionale», ha ribadito il capo della polizia, direttore generale della pubblica sicurezza, Lamberto Giannini. «In questo contesto gli strumenti di cooperazione hanno assunto un ruolo sempre più importante e si rende necessaria la condivisione attraverso ogni canale, soprattutto quelli internazionali - ha aggiunto - la rete Onnet, nata nel 2014, ha consentito infatti di rafforzare la collaborazione e la cooperazione tra le forze di polizia nel contrasto alle mafie e ha permesso di migliorare la lotta al crimine mafioso».
Le mani delle mafie sui soldi del Pnrr
«In ragione della perdurante contingenza pandemica, si è reso necessario procedere a un adeguamento delle proiezioni operative della Guardia di finanza. In tale contesto emergenziale, il corpo ha focalizzato maggiormente l’attenzione su ogni possibile strumentalizzazione criminale dell’attuale congiuntura socio-economica la quale - per la fragilità di talune filiere e l’appetibilità di altre - risulta particolarmente permeabile rispetto a fenomeni di riciclaggio e pratiche usurarie, amplificando, al contempo, il rischio di condotte corruttive o collusive. In particolare, l’impegno operativo è ora indirizzato a monitorare anche gli aiuti e le erogazioni relative al «piano nazionale di ripresa e resilienza» che potrebbe attrarre gli interessi illeciti delle mafie aprendo nuovi scenari e sfide in ambito europeo», ha ribadito o il generale Giuseppe Zafarana, comandante generale della Guardia di Finanza. «L'obiettivo è quello di impedire che le risorse stanziate a sostegno del reddito, delle famiglie e delle imprese, in ragione della pandemia, siano oggetto di indebita percezione, frode e malversazione a beneficio della criminalità organizzata che, in tal modo, accentuerebbe la sua attitudine all’infiltrazione nel tessuto economico e imprenditoriale, il tutto in pregiudizio dell’intera collettività», ha proseguito Zafarana. Il comandante delle Fiamme Gialle ha inoltre sottolineato le proiezioni internazionali che le mafie hanno assunto negli ultimi anni. «Le organizzazioni criminali oggi sono in grado di sfruttare le diverse opportunità di investimento offerte dai mercati esteri, acquisendo beni - ha detto ancora - o esercitando attività economiche e finanziarie, al fine di estendere i lori interessi e nel tentativo di ostacolare l’esecuzione di sequestri e confische. Ciò avviene sfruttando anche le disomogeneità tra le legislazioni dei vari stati e privilegiando, conseguentemente, quei mercati che risultano essere più attrattivi, in quanto offrono maggiori opportunità di riciclaggio e minori rischi nell’occultare e mimetizzare l’origine dei patrimoni illeciti. Pur tuttavia, sono stati ottenuti importanti risultati grazie all’utilizzo dei diversi strumenti e network di cooperazione internazionale messi a disposizione da Interpol, Europol e dai vari uffici di asset recovery e sfruttando ogni opportunità derivante dallo scambio informativo tra law enforcement. Per tale motivo, il corpo ha aderito con convinzione al progetto Onnet che supporta la rete operativa antimafia coordinata da Europol, che si propone di rafforzare la cooperazione e la comunicazione tra le autorità di polizia dei paesi aderenti, attraverso lo scambio di informazioni e buone prassi e il finanziamento degli oneri connessi all’attività investigativa», ha concluso.
"Aver scelto Palermo per questa importantissima iniziativa internazionale – afferma il sindaco Leoluca Orlando - è un onore e do il benvenuto a tutte le cariche istituzionali presenti. Il contrasto al crimine organizzato che ha segnato la vita della nostra città ha trovato un momento significativo con la firma proprio a Palermo nel dicembre 2000 della Convenzione ONU per il contrasto al crimine organizzato transnazionale fortemente voluta dal giudice Giovanni Falcone. A 20 anni dalla Convenzione di Palermo si può confermare che la città, ancora oggi, si pone come riferimento di normative ed azioni in tema di lotta alle mafie ormai internazionalmente recepite". La conferenza si inserisce nel quadro delle attività della Rete Operativa Antimafia "@ON": ad oggi sono 22 gli Stati rappresentati per complessive 27 forze di polizia.
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