Le disfunzioni del sistema capitalistico e del democratico

Politica | 14 novembre 2016
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L’esito delle recenti elezioni americane ha sorpreso gran parte degli opinionisti e dei sondaggisti oltre che degli osservatori, sia per la dura contrapposizione dei candidati, sia per l’esito finale. Si chiede perché tanta battaglia e se qualcosa non ha funzionato nelle tecniche di rilevazione, nelle dichiarazioni degli intervistati o nella interpretazione degli umori della società.

In attesa che ciò si chiarisca la lettura che molti fanno dell’esito del voto in America, suffragato anche da quello per la brexit, è la protesta e la paura perla caduta di un sistema, quello economico occidentale, che non riesce più a risolvere i problemi materiali delle popolazioni e dare fiducia e speranza alle nuove generazioni.

Grande imputata è la globalizzazione che con i processi di delocalizzazione ed i connessi processi di ristrutturazione ha creato molta disoccupazione e comunque un clima d’incertezza ma si riconosce che un ruolo importante ha avuto pure la crisi dei prodotti subprime che ha fatto cadere due miti : quello della solvibilità delle banche, ormai messo in discussione da esse medesime, e quello della solvibilità degli Stati. .

Secondo la tesi predetta, che oggi viene utilizzata per spiegare le difficoltà di paesi come l’Italia, la crisi scatenata dai prodotti subprime ha messo in evidenza i rischi finanziari della globalizzazione, la percezione di questi rischi ha generato incertezza non solo economica, l’incertezza ha creato paura, la paura ha prodotto la depressione psicologica (si pensi al posto di lavoro perduto, al posto di lavoro mai avuto, alla chiusura delle aziende nazionali per la concorrenza cinese), la depressione psicologica ha ridotto la propensione agli investimenti degli operatori economici, la riduzione degli investimenti ha creato la disoccupazione e quindi la riduzione della domanda di beni e servizi Il rallentamento dell’attività economica che ne è seguito, secondo i fautori di questa tesi, ha provocato la riduzione delle entrate degli Stati che pertanto si sono trovati e si trovano nell’impossibilità di sostenere la ripresa, di venire incontro a coloro che si trovano in difficoltà, imprese e famiglie, anche perché oberati da consistenti debiti pubblici.

Senza volere sottovalutare l’effetto della crisi scatenata dai prodotti subprime, che certamente c’è stato, bisogna dire che non tutto è dipeso dalla crisi predetta, ad esempio fenomeni epocali come quello dell’immigrazione hanno avuto ed hanno un peso notevole.

Personalmente penso che un ruolo importante nella decadenza dell’occidente abbia avuto la pochezza dell’attuale classe politica, l’egoismo dominante, anche a livello istituzionale, corroborato da una filosofia, quella capitalistica, che cosi come è stata realizzata ha in qualche modo viziato le popolazioni occidentali e spinte più ai piaceri che ai sacrifici, più ai consumi che agli investimenti, più ai beni che alle persone, più alla solitudine che alle relazioni umane, più al tornaconto individuale che alla solidarietà, più ai problemi dell’immediato che a quelli del futuro, più alla ricchezza che alle regole, più alle esigenze degli adulti che a quelle dei giovani. .

Fare questa diagnosi non vuol dire disconoscere i meriti della democrazia e quelli del capitalismo: la democrazia , pur con i suoi limiti , rimane la meno imperfetta forma di governo ed il capitalismo, pur con i suoi pericoli, costituisce il modo migliore di produrre. Si vuole solo dire che se il sistema democratico occidentale nelle sue articolazioni politiche (governo e parlamento) e formative (la scuola, l’università) avesse retto, se la Chiesa, altra importantissima agenzia educativa, almeno nei paesi in cui ha avuto una notevole influenza, in nome dell’anticomunismo non fosse a volte anch’essa caduta vittima delle suggestioni di un capitalismo spesso realizzato senza regole, se invece queste fossero state introdotte come per altro raccomandato dai fondatori della scienza economica, forse la situazione dell’occidente sarebbe diversa, la gente avrebbe meno problemi economici e probabilmente sarebbe meno infelice.

 di Diego Lana

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