Lagioia vince il Premio Strega e lo dedica alla moglie
Cultura | 3 luglio 2015
Nicola
Lagioia sbaraglia tutti e stravince il Premio Strega 2015 con 145 voti per il suo romanzo 'La
ferocià (Einaudi) e dedica il premio alla moglie Chiara, che chiama con lui sul palco dando un
tocco di romanticismo al Ninfeo di Villa Giulia nella serata finale.
«Dedico a Chiara, mia moglie, la vittoria e questo libro.
Senza di lei 'La ferocià non sarebbe stato possibile», ha detto Lagioia tenendo in mano la
bottiglia del liquore Strega che ha fatto bere anche alla moglie. Il vincitore ha fatto anche
riferimento alla situazione greca spiegando che: «La ferocia, come il titolo del libro, è quello
che sta accadendo ora ad Atene. Siamo sulla stessa barca, se fallisce la Grecia fallisce
anche la Germania».
Dopo di lui Mauro Covacich con 'La sposà (Bompiani), 89 voti, e terza la misteriosa
scrittrice Elena Ferrante con 'Storia della bambina perdutà (E/o), data in primo tempo per
vincente e su cui ha puntato fino all'ultimo Francesco Piccolo, vincitore del Premio Strega
2014 e presidente della giuria, dichiarando pubblicamente il suo voto per l'autrice fantasma
con un tweet. «Lo Strega dovrebbe migliorare sulla limpidezza del voto, ma in fondo lo amo
con i suoi pregi e difetti. Anche quest'ultima serata è un baraccone che un pò ci
rappresenta», ha detto Piccolo.
In una serata molto più ordinata e composta del solito, con per la prima volta al Ninfeo di
Villa Giulia circa 500 ospiti in meno e tutti gli invitati seduti ai tavoli, anche la proclamazione
del vincitore - trasmessa in diretta su Rai Tre con la conduzione di Concita De Gregorio dalle
23,15 - è avvenuta senza la consueta arena di pubblico, giornalisti e fotografi sotto il palco e
sono mancate anche le stravaganti mise delle signore della nobiltà romana.
Un'altra novità nel Premio Strega, che quest'anno ha rivoluzionato le sue regole con
l'espressione non più di un voto ma di tre per la cinquina, è stata la scenografia con una
pedana di plexiglass e lettere colorate rosse al centro del Ninfeo dove l'attrice Paola
Minaccioni, inviata per un giorno, ha parlato di un premio che «è un pò come la Notte degli
Oscar». Mentre la De Gregorio, in abito lungo su toni del verde, ha voluto ricordare la
situazione greca dicendo: «Salutiamo la Grecia, speriamo bene».
Ai tavoli il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini, che
nell'ultimo Premio Strega prima della probabile fusione del gruppo Mondadori-Rcs, la
cosiddetta 'Mondazzolì, ha sottolineato: «Comunque vada la vicenda il Premio resterà lo
stesso. I problemi sono altri, trust, eccetera, non lo Strega». Tra i big dell'editoria Paolo
Mieli, Gian Arturo Ferrari e, seduti ai tavoli, Stefano Rodotà, Luigi Abete, Dacia Maraini,
Melania Mazzucco, Sandro Veronesi, Maria Rita Parsi, Geppi Cucciari e anche Roberto
D'Agostino.
Assente il sindaco di Roma Ignazio Marino e il governatore della Regione Lazio Nicola
Zingaretti.
Allegro e sereno per tutta la serata Nicola Lagioia, che nel suo romanzo complesso ma
amato, che è nello stesso tempo un noir, una storia gotica e un racconto familiare, non
pensava di poter «incontrare un pubblico tanto ampio». Piuttosto tranquillo anche Fabio
Genovesi, che con 'Chi manda le ondè (Mondadori), già vincitore del Premio Strega giovani,
porta al gruppo di Segrate una doppia vittoria. Arrivato quarto a pari merito con Marco
Santagata e il suo 'Come donna innamoratà (Guanda), con 37 voti, Genovesi ha sottolineato:
«Sono qui come un turista».
Mentre Covacich aveva spiegato: «Mi lusinga il fatto che Elisabetta Sgarbi abbia voluto
investire nel mio libro di racconti, un genere sul quale non si investe», parlando del suo
romanzo 'La sposà.
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