La strage di migranti nel mondo comincia dalla Sicilia
Alla vigilia della giornata del migrante, sono stati 534 le persone tratte in salvo nella giornata di oggi, nel corso di 9 distinte operazioni di soccorso coordinate dalla Centrale Operativa della Guardia Costiera. I migranti soccorsi nel canale di Sicilia si trovavano a bordo di 4 gommoni ed 5 barchini. Alle operazioni hanno preso parte una unità del dispositivo EUNAVFORMED, unità delle Organizzazioni Non Governative Medici senza Frontiere, Moas, Save the Children e un unità mercantile.
Il giorno della memoria
Il 3 ottobre 2013 si è consumata una delle tragedie più gravi del Canale di Sicilia. Tre anni fa una imbarcazione libica utilizzata per il trasporto di migranti è naufragata a poche miglia del porto dell’isola di Lampedusa. Le vittime di quel naufragio furono 386 (366 morti accertati e 20 dispersi), numeri che fanno di questa tragedia una delle più gravi catastrofi marittime nel Mediterraneo dal dopoguerra.
Furono portate in salvo da quel barcone 155 persone, di cui 41 minori.
L’imbarcazione era un peschereccio lungo circa 20 metri ed era salpata dal porto libico di Misurata il 1/o ottobre 2013, con a bordo migranti di origine africana provenienti soprattutto dall’Eritrea. Quando il barcone carico di profughi giunse a circa mezzo miglio dalle coste lampedusane, poco lontano dall’Isola dei Conigli, l’assistente del capitano gettò a terra una torcia infuocata che provocò un devastante incendio. Le fiamme erano state accese - fu spiegato in seguito - per fare notare la presenza della 'carrettà del mare alle autorità italiane e per far scattare dunque i soccorsi. Nei difficili istanti in cui i profughi cercarono di mettersi in salvo l'imbarcazione si capovolse e poi colò a picco.
I primi ad accorgersi della tragedia furono all’alba dei pescatori locali che videro la gente in mare in mezzo a pozze di gasolio. Furono proprio quei pescherecci a caricare i primi superstiti mentre comunque era stato dato l’allarme alla Guardia Costiera.
E’ dello scorso mese di aprile la decisione della Corte di assise di appello di Palermo che ha confermato 30 anni di reclusione al somalo Mouhamud Elmi Muhidin, uno degli scafisti del barcone naufragato quel 3 ottobre 2013.
Dopo quella tragedia si era istituito il «Comitato 3 ottobre" per non dimenticare le vittime del mare e con una legge, approvata definitivamente il 16 marzo scorso, domani si celebra la prima Giornata della Memoria.
Le manifestazioni
In Senato la giornata sarà ricordata nel corso di un incontro al quale parteciperà anche il presidente Piero Grasso. Nell’isola di Lampedusa invece sono arrivati più di 200 studenti da tutta Italia e dall’Europa, accompagnati dai loro insegnanti, per confrontarsi concretamente sui temi dell’immigrazione e dell’integrazione. È il progetto «L'Europa inizia a Lampedusa», promosso dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca in collaborazione con il Comitato 3 Ottobre, in occasione proprio della Giornata nazionale dei migranti.
L’Arci invece ha organizzato, sempre per domani, un flash mob alle 11 davanti al Pantheon, a Roma, per ricordare non solo il naufragio di tre anni fa ma anche le migliaia di migranti morti (solo dall’inizio dell’anno più di 3500), e chiedere «l'apertura di corridoi umanitari e una vera politica d’accoglienza». «Basta muri! Basta morti di frontiera!», è lo slogan dell’iniziativa.
E in concomitanza con questo evento anche il Prix Italia si è svolto nell’isola siciliana.
«A tre anni di distanza è ancora forte il dolore per le centinaia di vittime innocenti annegate per colpa di un sistema immorale, criminale ed egoista dell’Europa», dichiara il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. «Da quella e da altre stragi ancora oggi - ha continuato - l’Europa non ha recepito nessuna lezione, nessun messaggio, continuando ad ignorare il drammatico grido di dolore e di speranza di chi vuole fuggire dalla guerra, dalle torture». Il sindaco Orlando ricorderà i migranti morti a largo di Lampedusa, incontrando domani gli studenti del Liceo Umberto I di Palermo insieme al presidente della Consulta delle Culture, Adham Darawsha.
«L'Europa dovrebbe essere il primo Paese al mondo. Il problema è che non è un Paese. Questo impedisce di avere una buona politica sull'immigrazione attraverso una discussione democratica. Invece stiamo combattendo gli uni contro gli altri», ha commentato l’economista francese Jean Paul Fitoussi, Presidente Ofce, parlando da Lampedusa dove ha partecipato al 68/o Prix Italia.
Unhcr: dal 3 ottobre 2013 oltre 11.400 morti nel Mediterraneo
Sono oltre 11.400 le persone morte nel Mediterraneo dal 3 ottobre 2013 ad oggi: lo ricorda l’Unhcr, in occasione della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza che oggi si celebra per la prima volta. La data ricorda il giorno in cui, nel 2013, 368 persone tra bambini, donne e uomini persero la vita in un naufragio al largo di Lampedusa, e ha lo scopo di ricordare e commemorare tutte le vittime dell’immigrazione.
L’Unhcr sottolinea come questa ricorrenza venga celebrata proprio mentre il 2016 è destinato a essere l’anno più letale del Mediterraneo, e muri e politiche restrittive continuano a ridurre lo spazio di protezione per i rifugiati in Europa.
«Solo quest’anno, sono 3.498 le persone che hanno perso la vita nel Mediterraneo nel disperato tentativo di trovare salvezza in Europa» dichiara Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr per il Sud Europa, che oggi è a Lampedusa. «Non possiamo considerare queste tragedie con indifferenza e assuefazione. La Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, finalmente ufficializzata, sia, al contrario, stimolo importante di riflessione e impegno» aggiunge.
Finora quest’anno hanno attraversato il mar Mediterraneo oltre 300.000 persone, il 28% sono bambini, molti non accompagnati o separati dalle loro famiglie. «Alternative legali e sicure esistono e vanno implementate: ricongiungimento familiare, reinsediamento, corridoi umanitari, visti per motivi di studio o lavoro. Possibilità concrete affinché le persone in fuga da guerre, violenze e persecuzioni, possano arrivare in un luogo sicuro senza dover intraprendere viaggi pericolosissimi rischiando la vita, ancora una volta» conclude Carlotta Sami.
Ultimi articoli
- La marcia del 1983, si rinnova la sfida alla mafia
- Bagheria, consiglio
aperto sulla “marcia” - La nuova Cortina
di ferro grande campo
di battaglia - La riforma agraria che mancò gli obiettivi / 2
- Mattarella, leggi
di svolta dall'incontro
con il Pci - Mattarella fermato
per le aperture al Pci - La legalità vero antidoto per la cultura mafiosa
- Natale, un po' di rabbia
e tanta speranza
nella cesta degli auguri - Lotte e sconfitte
nelle campagne siciliane
al tempo di Ovazza / 1 - La legge bavaglio imbriglia l'informazione