La sicilitudine di Prado e Boscia a Venezia

Cultura | 16 settembre 2015
Condividi su WhatsApp Twitter

La sicilitudine di Prado e Boscia a Venezia

In concomitanza con la 56° edizione della Biennale il padiglione Visione Globale le mostre personali dei due artisti isolani: brillanti opere grafiche e innovative ceramiche

 

Prevista per sabato 19 settembre 2015, a Venezia, in concomitanza con la 56° edizione della Biennale, l’inaugurazione del padiglione “Visione Globale”. L’evento, organizzato dall’Associazione Visione Globale diretta dal Dott. Rosario Caserta, sarà ospitato nelle sale dell’Istituto Provinciale per l’Infanzia “ Santa Maria della Pietà” nel cuore della città, a due passi dalla famosa piazza San Marco e dalle più importanti linee pubbliche e private di navigazione.

Il padiglione “Visione Globale” è solito promuovere interessanti proposte culturali come mostre, concerti e convegni e partecipa ad iniziative di enti territoriali e nazionali e quest’anno
ospiterà le mostre personali di due nostri conterranei, artisti contemporanei di fama nazionale, che stanno portando in giro per l’Italia un interessante e avvincente connubio artistico, il maestro agrigentino Alfredo Prado, rinomato artista, direttore dell’Accademia di Belle Arti “Michelangelo” di Agrigento, nonché dirigente scolastico del Liceo Artistico di Santo Stefano di Camastra (Me) e il maestro messinese Domenico Boscia, pittore, scultore e decoratore di ceramica.

L’evento è senza dubbio tra le attività artistiche più attese non solo dai critici d’arte ma anche di collezionisti di opere d’arte e sarà visitabile dal 19 settembre al 31 ottobre 2015, su invito della Fondazione della Pietà, nel suo prestigioso palazzo attiguo a Piazza San Marco e in particolare negli eleganti padiglioni di Visione San Marco.

Prado e Boscia non sono nuovi a questi eventi. Hanno già avuto modo di consolidare questo connubio in più casi e in diverse locations. Per questa occasione entrambi gli artisti saranno presentati dal critico e storico dell’arte professor Nuccio Mula.

Alfredo Prado esporrà alcune delle sue opere grafiche mentre Domenico Boscia presenterà al pubblico le sue innovative ceramiche. 

Il professor Rosario Caserta, direttore artistico della manifestazione, così scrive di Prado:   “……guardo le opere grafiche di Alfredo Prado e vedo una mano che, pur conservando dentro la sua sapienza, tecniche e precisione, se ne serve per superare queste e ogni ordine possibile, e traccia libera, come, mai, si era visto in grafica, segni felici. Felici ed irridenti, poiché con Prado il linguaggio irride se stesso. I segni che guardiamo sono la rottura sorprendente di ogni forma, di ogni ordine formale …”.

Lo stesso direttore artistico su Boscia scrive: “…..Domenico Boscia è soprattutto un filosofo, che usa materiali tracciati da orme siciliane. Tele, ceramiche, pietra vulcanica, servono a nascondere pudicamente un’abilità nel disegno che altri ostenterebbero.  ……nel laboratorio del maestro Boscia niente è, mai, finito e ci sono disseminati impedimenti, oggetti che resistono a qualsiasi funzione, corpi cinematici, contraffazione della dissomiglianza dell’eguale….”.

Ciò che accomuna i due artisti è una continua inquietudine interiore grazie alla quale la rispettiva evoluzione artistica è in continuo fermento. Mentre Prado scava nei meandri dell’anima e cerca di dar concretezza a sensazioni ed emozioni attraverso la sua ricercata e raffinata grafica, Boscia è costantemente preso dallo studio di nuovi materiali da plasmare e, talvolta, mescolare o aggregare in sempre sorprendenti e accattivanti sperimentazioni.

La “sicilitudine” di Boscia lo porta ad esprimersi con i colori e gli elementi tipici della nostra isola, insomma a farne un autentico interprete di quell’essenza tutta siciliana per la quale val la pena di citare le parole del grande Leonardo Sciascia quando volle definire questo “stato” così esclusivo: «La sostanza di quella nozione della Sicilia che è insieme luogo comune, idea corrente, e motivo di univoca e profonda ispirazione nella letteratura e nell'arte.»

Nella sua arte Boscia mette tutta la sua creatività, in quelle sue quotidiane sfide miranti alla scoperta e alla riscoperta, con l’obiettivo di rifuggire la banalità e lo stereotipo, con la voglia di stupire e di stupirsi, di emozionare, di trasmettere e Venezia è, senza dubbio, un grande palcoscenico, un incentivo a guardare verso nuovi orizzonti in cui poter dar libero sfogo al suo estro.

Ci saranno ancora pagine da scrivere su questi due grandi artisti di cui non perderemo d’occhio l’evoluzione artistica, con la rinnovata certezza che la fama non scalfirà la sensibilità dei loro animi.                                                                                                    

 di Teresa Monaca

Ultimi articoli

« Articoli precedenti