Poco più della metà dei siciliani è povero: nel 2014 sono il 54,4%. Il dato, seppur in lieve calo rispetto al 2013 (era il 55%), fa dell'Isola la Regione più povera d'Italia (la media nazionale è del 28,9%); seguono Campania e Calabria, dove la percentuale di persone a rischio povertà si ferma al 49% e al 43,5%. Lo rivela l'Istat nell'ultimo rapporto su reddito e condizioni di vita. Secondo l'Istituto di statistica, l'indagine mostra che il 26,0% dei siciliani vive in condizione di deprivazione e il 40,1% è a rischio povertà; nel 24,9% dei casi, poi, gli intervistati asseriscono di vivere in famiglie a bassa intensità di lavoro. L'indagine, su scala nazionale, è stata condotta, su un campione di 19.663 famiglie e rileva alcuni indicatori su condizioni economiche, redditi netti e condizione lavorativa per mese, che rappresentano la base di partenza dell'Unione europea per definire e monitorare gli obiettivi di politica sociale, nell'ambito della strategia Europa 2020.
IN ITALIA IL RISCHIO POVERTÀ RESTA PER 1 PERSONA SU 4
La povertà e l'esclusione sociale, in Italia, minacciano oltre una persona su quattro. L'Istat stima che è a rischio il 28,3% della popolazione nel 2014, una situazione in linea con quella dell'anno precedente. Restano un lusso le ferie, che una famiglia su due non può permettersi nemmeno per una settimana, e per tanti è impossibile anche solo riscaldare casa o fare un pasto adeguato ogni due giorni. Sono in questa situazione 6 milioni di persone, secondo la Coldiretti. In Europa il rischio medio è inferiore a quello italiano di quasi quattro punti (24,4%), e fanno peggio dell'Italia solo la Grecia e alcuni paesi dell'Est. In questo contesto di pesanti difficoltà, non mancano però alcuni passi avanti. Le persone con maggiori problemi economici - l'Istat parla di «grave deprivazione materiale» - calano per il secondo anno consecutivo fino 11,6%, la quota più bassa dal 2011. E ci sono progressi anche al Sud, dove il rischio di povertà o esclusione sociale passa dal 46,4% del 2013 al 45,6%, pur continuando a colpire più di quattro persone su dieci. La distanza del Mezzogiorno rispetto al resto del paese rimane ampia. Le persone in grave deprivazione al Sud sono più del doppio rispetto al Nord Italia (il 19,9% contro il 7,1%). Inoltre sette abitanti su dieci nelle regioni meridionali non possono permettersi una settimana di ferie e uno su due non riesce ad affrontare una spesa imprevista di 800 euro (il 52,5% rispetto a una media nazionale del 38,8%). Difficoltà molto superiori alla media contraddistinguono anche i genitori single e le famiglie con tre o più figli, categorie nelle quali il rischio di povertà o emarginazione supera il 39%. Rispetto al 2013 la situazione è in miglioramento per le famiglie numerose, mentre si aggrava per i monogenitori. Sono particolarmente esposte anche le persone sole (con un rischio del 31,5%), mentre le famiglie più solide economicamente risultano le coppie senza figli, soprattutto se di 65 anni o più (che hanno un rischio del 14,1%). L'Istat presenta anche un'analisi sui redditi netti relativi al 2013. Ne emerge che una famiglia su due non supera 2 mila euro circa al mese, 24.310 euro l'anno. Il reddito mediano più alto è al Nord (27.089 euro), mentre nel Mezzogiorno il livello è pari al 75% di quello settentrionale e nell'Italia centrale al 95%. Infine il 20% più ricco delle famiglie accumula il 37,5% del reddito totale, mentre al 20% più povero spetta solo il 7,7%.
Comincia l’iter parlamentare all’Ars del ddl di iniziativa popolare “No Povertà” dopo la convalida da parte della Commissione Referendum della Regione delle oltre quindicimila firme raccolte nei mesi scorsi, in piena estate, da giugno ad agosto, nelle piazze, nelle chiese, nelle sedi delle associazioni promotrici del Comitato No Povertà composto da Centro Studi Pio La Torre, Anci Sicilia, Cgil, Cisl, Uil, Libera, Confindustria Sicilia, Caritas, Comunità di S.Egidio, Erripa, Comitato lotta per la casa "12 luglio", Forum Terzo settore Sicilia.ALL'ARS IL DISEGNO DI LEGGE CONTRO LA POVERTA'
Comincia l’iter parlamentare all’Ars del ddl di iniziativa popolare “No Povertà” dopo la convalida da parte della Commissione Referendum della Regione delle oltre quindicimila firme raccolte nei mesi scorsi, in piena estate, da giugno ad agosto, nelle piazze, nelle chiese, nelle sedi delle associazioni promotrici del Comitato No Povertà composto da Centro Studi Pio La Torre, Anci Sicilia, Cgil, Cisl, Uil, Libera, Confindustria Sicilia, Caritas, Comunità di S.Egidio, Erripa, Comitato lotta per la casa "12 luglio", Forum Terzo settore Sicilia.
“Finalmente il ddl è a disposizione dell’Ars che può calendarizzarlo, discuterlo e trasformarlo in legge della Regione – dichiara Vito Lo Monaco, presidente del Centro Pio La Torre -. Può diventare il testo base sul quale innestare le proposte dei gruppi parlamentari, come da ipotesi già ventilata dal Presidente dell’Ars nell’incontro con le organizzazioni promotrici. Rimane grave il problema della povertà, e del disagio sociale, soprattutto in Sicilia dove i timidi segnali di ripresa economia del Paese non riversano ancora alcun effetto, come convalidato dall’Istat, dalla Banca d’Italia e dal recente rapporto Svimez sulle condizioni del Meridione. Non a caso un’altra regione meridionale, come la Puglia, attenta alla questione sociale, ha deliberato un intervento parziale contro la povertà”.
Il testo prevede di agganciare alla sottoscrizione di un progetto di inclusione sociale, l'integrazione destinata a ciascun nucleo familiare, che sarà commisurata alla differenza tra il reddito disponibile (Isee) e la soglia di povertà assoluta calcolata dall'Istat. Ai beneficiari sarà quindi rilasciata una carta acquisti da utilizzare per comprare beni e servizi di prima necessità, che saranno individuanti con il regolamento attuativo, dopo che il ddl avrà avuto l'ok dell'Ars.
La scelta del ddl è stata quella di intervenire sulla fascia delle famiglie in povertà assoluta secondo il calcolo Istat, mediamente 250.000, pari al 12,3% delle 1.963.577 famiglie siciliane. Ma la fascia complessiva della povertà – secondo l’indagine dell’Eu-Silc, interessa il 55.3% della popolazione
“Il ddl di iniziativa popolare – continua Lo Monaco - senza rivendicare alcuna primaria né possesso di verità assoluta, indica uno sforzo di lotta alla povertà, e di strada per l’inclusione sociale nell’ambito di una ri-crescita della Sicilia e del Meridione. Infatti senza questa l’Italia non crescerà”.
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