La Sicilia è la prima regione per episodi di corruzione

15 gennaio 2020
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Sembra una regione stretta tra l'essere e il voler essere la Sicilia, con quei dati dell'ultimo rapporto Anac che nel triennio 2016-2019 regalano al nostro territorio un poco lusinghiero primo posto, con 28 episodi di corruzione pari al 18,4% del totale registrato, e le aspirazioni degli oltre 400 studenti partecipanti alla quarta conferenza che sperano in un futuro diverso, pur conoscendo la fotografia del presente. Èla dissonanza che emerge durante l'ultimo incontro del Progetto educativo antimafia e antiviolenza promosso dal centro studi Pio La Torre al cinema Rouge et noir di Palermo e dedicato al tema “La corruzione e il nuovo sistema politico – mafioso”. 

Nel rapporto Anac intitolato “Numeri, luoghi e contropartite del malaffare in Italia”, più volte citato da Franco Garufi, i casi registrati in Sicilia sono quasi quanti gli episodi rilevati in tutte le regioni del Nord (29 nel loro insieme). Seguono Lazio ( 22 casi), Campania (20 episodi), Puglia (16) e Calabria (14)”. Dati ampiamente sottostimati, data la natura del fenomeno. “Se è vero che il numero degli episodi è maggiore al Sud, l'entità del fenomeno è più consistente al Nord, come ha mostrato la tangente sul Mose”, ha detto Isaia Sales, docente all'Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, tra i relatori della conferenza. Lo studioso ha poi aggiunto: “La corruzione è lo sgabello sul quale le mafie sono salite per fare il salto di qualità e pervadere il sistema politico ed economico, agendo sottotraccia”. Per spiegare il fenomeno Sales ha citato la frase di Paolo Borsellino: “Lo Stato e la mafia sono come due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d'accordo. La corruzione consiste proprio nel mettersi d'accordo. L'Italia non ha un diverso livello di corruzione rispetto agli altri Paesi, ma un diverso livello di sanzione sociale. Platone in fondo dice: “Ammiriamo i criminali fino a quando non si fanno prendere. Ecco, avviene ancora così. Il punto è che la corruzione è un reato di élite, non dettato dalla miseria ma dal benessere e dall'avidità, ed è l'unico reato in cui la vittima riceve un beneficio a volte superiore rispetto a quello che riceve colui che ha pagato”.

Sulla stessa linea il sociologo Alberto Vannucci, dell'Università di Pisa: “È un reato silenzioso che non crea allarme sociale, ma diventa presto pervasivo attaccando non solo la sfera pubblica ma ogni aspetto della vita quotidiana, dagli appalti all'educazione”. Tra gli esempi citati, il prezzo, altissimo, pagato dagli studenti vittime del crollo della Casa dello Studente dopo il terremoto de L'Aquila per l'utilizzo di cemento di bassa qualità.

A intervenire, tra i presenti, è anche Paul Sambre, professore all'università belga Ku Leuven che dà contezza di un fenomeno inarrestabile: “L'anno scorso sono state confiscate ad Anversa 60 tonnellate di cocaina, ma si stima sia solo il 2% di un traffico molto più esteso e sul quale peserebbe l'ombra della Ndrangheta. Il Belgio è un Paese molto corrotto e in questo sta accanto l'Italia, ma Palermo è la città simbolo della resistenza alla mafia, e in Belgio raccontiamo quello che qui fa la società civile per opporsi a questo fenomeno”.

Vannucci sottolinea anche il patto segreto del consenso che sigilla l'accordo tra le parti corrotte, una connivenza che segna comunque il tradimento di una fiducia “dal momento che si delega ad altri la cura dei propri interessi”.

“Il rapporto Anac sottolinea una 'smaterializzazione' della tangente – ha ricordato il moderatore Franco Garufi, del Centro studi – con dati sottostimati e bandi su misura, infatti, è la promessa del posto di lavoro la nuova tangente”.

Un dato di cui sono consapevoli gli studenti coinvolti, oltre 400 quelli presenti in sala e provenienti da una dozzina di istituti siciliani, che si sommano alle 5 scuole collegate in videoconferenza anche da altre regioni. Per il 62% dei ragazzi che hanno partecipato al questionario di oggi, la corruzione “Fa perdere la fiducia dei cittadini nello Stato e nelle istituzioni politiche”, e a essere convinti che sia ormai “radicata nel sistema politico amministrativo italiano” è il 50% degli studenti. Per il 64% è una “minaccia alla democrazia perché premia selettivamente i politici più voraci e spregiudicati trasformando in merce di scambio i beni della collettività”.

“I ragazzi percepiscono la gravità del fenomeno che colpisce il rapporto di fiducia tra Stato e cittadini e incide sul loro futuro – ha detto il presidente del centro studi Pio La Torre,Vito Lo Monaco – per questo va sciolto il nodo tra mafia, affari e politica”.

All'interno della conferenza anche un appello all'integrazione con il brano “Non siamo pesci, siamo umani”, composto e cantato da Christopher Goddey (in arte Chris Obehi): 22 anni, mamma cantante gospel e padre fan sfegatato di Bob Marley, Chris scappa dalla guerra in Nigeria e raggiunge l'Italia nel 2015. Mentre è in comunità impara a suonare la chitarra guardando video su Youtube e quando arriva a Palermo nel 2016 scopre le canzoni “difficili, dolorose e bellissime” di Rosa Balistreri che gli valgono il 'XIX Premio Rosa Balistreri e Alberto Favara' consegnato all'Auditorium della Rai a Palermo. “Grazie a Rosa ho imparato il dialetto siciliano e mi sono sentito accolto come un figlio qui in Sicilia - ha detto – ora il mio primo disco, prodotto con un finanziamento in crowdfounding sarà a febbraio a Casa Sanremo”. La sua voce graffiante conquista presto i ragazzi in platea.

“Averlo qui è un gesto di grande solidarietà – ha detto il presidente Vito Lo Monaco - Chris è un giovane migrante che ha grandi capacità e al quale auguriamo un futuro migliore del suo passato”.

Antonella Lombardi



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