La rinnovata cultura siciliana di Pitrè e Salomone Marino

Cultura | 28 maggio 2016
Condividi su WhatsApp Twitter

In occasione delle celebrazioni per il centenario della scomparsa di Giuseppe Pitrè (Palermo 21/12/1841-10/4/1916) e di Salvatore Salomone Marino (Borgetto 8/2/1847- Palermo 17/3/1916), entrambi illustri studiosi siciliani e co-fondatori degli studi antropologici europei, il Centro Internazionale di Etnostoria di Palermo presieduto da Aurelio Rigoli, quest’anno ha organizzato un’edizione straordinaria 2016. Al prestigioso evento, presso la Caserma dei Carabinieri “Carlo Alberto Dalla Chiesa” hanno partecipato il Comandante della Legione Carabinieri Sicilia, Generale di Brigata Riccardo Galletta; Angela Benintende, Dirigente del Ministero dei Beni e della Attività Culturali e del Turismo; Aurelio Rigoli, Presidente del Centro Internazionale di Etnostoria. Dopo aver svolto un lavoro pluridecennale durante la quale sono state analizzate circa cinquantamila carte d’archivio, le Edizioni Nazionali hanno prodotto ben 90 volumi delle opere dei due insigni studiosi, oggi costitutive della Biblioteca delle identità siciliane. “Di entrambi gli autori, l’Edizione Nazionale degli Scritti – spiega Aurelio Rigoli - documenta l’ampia mole di studi che riguarda essenzialmente i temi della cultura tradizionale siciliana e della medicina. Pitrè, medico e scrittore fu il più importante raccoglitore e studioso di tradizioni popolari e la Sicilia, in particolare, deve molto a lui perché la sua  opera monumentale  resta  pietra  miliare  per  la ricchezza e la vastità di informazioni nel campo del folklore, in cui nessuno ha saputo raccogliere usi e costumi, come e quanto lo scrittore palermitano. Egli anzi, nella seconda metà dell’Ottocento, ha tracciato la via ad altri come Salvatore Salomone Marino e accolto nel suo tempo consensi tra cui quelli di Luigi Capuana, che trovò materiale per le fiabe nel suo repertorio, Giovanni Verga, che trasse anche ispirazione per le “tinte schiette” e particolari usanze del suo mondo di umili e perfino per argomenti specifici d’alcune novelle come Guerra di Santi, dalla preziosa documentazione a cui Pitrè lavorò tutta la vita”.

Nello stesso contesto, quest’anno è stato consegnato il prestigioso Premio Internazionale di Studi Etnostorici Giuseppe Pitrè - Salvatore Salomone Marino edizione straordinaria 2016 a due insigni siciliani che si sono distinti proprio nell’ambito dell’Etnostoria e della Medicina: Annamaria Amitrano Savarese, Professoressa Ordinario di Etnostoria e Antropologia dell’educazione all’Università di Palermo e Adelfio Elio Cardinale, Professore Emerito di Scienza delle Immagini all’Università di Palermo, Vice Presidente del Consiglio Superiore di Sanità e Presidente della Società Italiana di Storia della Medicina. “Sono lieto di questo riconoscimento - commenta Elio Cardinale - perché valorizza il mio contributo per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali come vera grande ricchezza di Palermo e di tutta la Sicilia. La Sicilia, la sua storia, il popolo e i contadini  siciliani, i loro usi e costumi, i canti, i racconti, i proverbi e quant'altro proveniva da quel mondo che Pitrè ha saputo raccontare. Tutta la ricerca fu eseguita da Giuseppe Pitrè e dai suoi collaboratori secondo i canoni degli studi demologici, cioè traendoli dalla viva realtà, dalla viva voce dei popolani e dei contadini analfabeti”. Per i suoi meriti e la sua fama fu nominato Senatore del Regno il 30 dicembre del 1914, quando anche in America venivano tradotte e pubblicate le sue opere per le Edizioni Crane, specialmente i proverbi e le fiabe, la cui radice comune a tanti popoli egli aveva esaltato rivendicando in una lettera ad Ernesto Monaci la loro ricchezza linguistica con queste parole: “Che bellezza, amico mio! Bisogna capire e sentire il dialetto siciliano per capire e sentire la squisitezza delle fiabe che sono riuscito a cogliere di bocca ad una tra le mie varie narratrici”.

l Premio Internazionale di Studi Etnostorici Giuseppe Pitrè - Salvatore Salomone Marino, nato nel 1958 su sollecitazione di Giuseppe Cocchiara e assegnato per la prima volta in quello stesso anno a Claude Lévi Strauss, ha fatto per molti anni della città di Palermo la capitale mondiale dell’Antropologia e ha visto la presenza dei più grandi studiosi del panorama internazionale, le cui opere sono conservate nella Biblioteca Etnostorica ubicata nel complesso monumentale dello Steri. Nell’ambito della manifestazione si è esibita la Fanfara del XII Battaglione dei Carabinieri Sicilia, diretta dal Maestro Paolo Mario Sena e composta da 35 carabinieri in servizio attivo e tutti diplomati in Conservatorio.

 di Melinda Zacco

Ultimi articoli

« Articoli precedenti